Addio a Horst Brüning, presidente FIVA dal 2007 al 2013

Apprendiamo con grande dispiacere la scomparsa di Horst Brüning, presidente della FIVA (Fédération Internationale des Véhicules Anciens) dal 2007 al 2013. Durante il suo doppio mandato, Brüning ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo della Federazione Internazionale. Mosso da infinita e genuina passione per i veicoli storici, Brüning ha avuto il merito di espandere la FIVA e di estenderne i confini, includendo nazioni quali gli Stati Uniti, la Cina e l’Arabia Saudita, e di aver sempre mantenuto un atteggiamento cooperativo e costruttivo nei confronti dell’Italia, dialogando costantemente con ASI in un rapporto di reciproca stima.
Alberto Scuro
Presidente Automotoclub Storico Italiano

ASI interviene sul “documento unico”: no alla distruzione dei documenti originali dei veicoli storici

La carta di circolazione e il certificato di proprietà rappresentano un “corredo” importante e significativo per i veicoli di interesse storico e collezionistico. Parte della loro memoria, infatti, è conservata e tramandata da questi documenti, che sono anche testimoni dell’evoluzione avvenuta in oltre un secolo di pratiche burocratiche per la gestione dei veicoli.
Con l’avvio, il 4 maggio, della seconda fase di attuazione del decreto legislativo 98/2017 in materia di rilascio del Documento Unico di circolazione e di proprietà tutti i documenti cartacei sono destinati alla distruzione. Infatti, le nuove procedure telematiche prevedono la totale digitalizzazione delle istanze e della documentazione a corredo, con conseguente necessità di dematerializzare la documentazione nativa cartacea. L’Automotoclub Storico Italiano sta intervenendo nelle sedi competenti per modificare tale procedura e per salvare questa componente fondamentale di “memoria storica” legata ai veicoli più datati.
La seconda fase di attuazione del suddetto decreto ha come oggetto i motocicli e le autovetture in uso proprio e prevede l’utilizzo delle sole procedure telematiche per il rilascio del Documento Unico nei casi di: cancellazione dei dati inerenti l’intestazione temporanea di veicoli a nome di soggetto diverso dall’intestatario (mini volture dei commercianti); sottrazione, smarrimento, distruzione (cessata circolazione e demolizione per esportazione) e deterioramento dell’originale. Per i suddetti casi, dal 4 maggio è quindi previsto l’obbligo della gestione telematica, mentre tale procedura rimane facoltativa fino al 31 maggio per le operazioni di immatricolazione, di nazionalizzazione, di reimmatricolazione e di trasferimento della proprietà. Dal 1° giugno, quindi, anche con i semplici passaggi di proprietà tra privati si assisterà alla distruzione dei documenti originali cartacei se nel frattempo non verranno modificate le procedure, magari con deroghe specifiche per i veicoli di interesse storico e collezionistico sulle quali sta intervenendo ASI.
Secondo le ultime disposizioni ministeriali, la definitiva applicazione del Documento Unico e della procedura telematica per ogni istanza dovrà avvenire entro il 31 ottobre 2020.
“Prima che scattasse l’emergenza Covid-19 – ricorda Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano – era stato avviato un tavolo di lavoro con la Direzione Generale della Motorizzazione per la risoluzione di tutta una serie di problematiche legate ai veicoli di interesse storico e collezionistico, in particolare le revisioni periodiche dei veicoli ante 1960 e di quelli centenari. Ora si è aggiunta la tematica del Documento Unico con la prevista distruzione dei documenti originali cartacei: un danno enorme per i veicoli storici e per scongiurarlo abbiamo già inoltrato le nostre proposte, che sarebbero di semplice ed immediata attuazione”.
A norma dell’art. 1, comma 1, del decreto legislativo n. 98/2017, il Documento Unico è costituito dalla carta di circolazione, redatta secondo le disposizioni contenute nella direttiva 29 aprile 1999, n. 1999/37/CE del Consiglio, nella quale vengono annotati i dati relativi alla situazione giuridico-patrimoniale degli autoveicoli, dei motoveicoli e dei rimorchi iscritti al PRA in quanto assoggettati al regime dei mobili registrati ai sensi delle vigenti disposizioni contenute nel codice civile.
Competente al rilascio del DU è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in quanto “centro unico di servizio”, attraverso i propri Uffici periferici della Motorizzazione Civile e gli Sportelli Telematici dell’Automobilista. Il DU ha validità di certificazione dei dati in esso contenuti, fermo restando che per i dati relativi alla proprietà e alla locazione finanziaria dei veicoli la responsabilità è in capo ad ACI, che è tenuto a validarli ai sensi dell’art. 1, comma 2, let. c), del d.l.vo n. 98/2017.

ASI: Il motorismo storico riparte dopo il lockdown

Il settore paga un conto salato per la chiusura forzata dovuta all’emergenza covid-19: attivita’ ridotte del 70% e perdite per oltre mezzo miliardo di euro

Il DPCM del 26 aprile ha stabilito che da oggi, lunedì 4 maggio, possono riaprire anche molte attività connesse al settore del motorismo storico: dalla fabbricazione di articoli in gomma, plastica e metallo alle officine di riparazione; dal commercio di autoveicoli alle segreterie delle associazioni. Una ripartenza molto attesa, perché il sistema automotive è stato duramente colpito dall’emergenza Covid-19 e dal conseguente “lockdown” che dal 9 marzo ha bloccato l’intera filiera. Il motorismo storico rientra in questo comparto con una sua specifica nicchia, che in Italia vale 2,2 miliardi di euro all’anno di indotto economico e che rappresenta, insieme all’alta moda e all’enogastronomia di qualità, una delle eccellenze italiane più apprezzate nel mondo.
L’Automotoclub Storico Italiano ha stimato che, in questi primi mesi del 2020, il settore abbia perso oltre mezzo miliardo di euro di giro d’affari. Il 75% di questo valore – pari a 375 milioni di euro – si riferisce agli operatori del settore come artigiani, commercianti, micro e piccole imprese che si occupano di gestione, manutenzione, restauro e produzione di parti specifiche per i veicoli storici: attività che in regime di “lockdown” hanno ridotto del 70% la loro operatività.
Oltre alla chiusura delle attività si è registrato l’annullamento di tutte le manifestazioni e degli eventi associativi e ricreativi di ogni tipologia – dai raduni di club ai saloni – con ulteriori ricadute negative sull’economia ad essi collegata. Questa rappresenta il restante 25% dell’indotto complessivo generato ogni anno dal motorismo storico, con altri 125 milioni di euro che avrebbero alimentano, in particolare, il comparto turistico.
Se solo una minima parte di operatori del settore ha potuto proseguire nella propria attività durante il “lockdown” (ad esempio le officine e i laboratori artigianali connessi ai domicili dei rispettivi titolari, o il commercio online), molti altri hanno dovuto arrendersi: le compravendite di veicoli storici, ad esempio, hanno subìto un arresto pressoché totale.
“Tante famiglie italiane – sottolinea il presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, Alberto Scuro – vivono di motorismo storico grazie ad attività che operano nel settore, spesso altamente specializzate e tramandate di generazione in generazione. Molte di queste hanno clientela straniera, che si affida al nostro know-how per mantenere in efficienza i propri veicoli storici. Finalmente, con il DPCM del 26 aprile si fa un primo, essenziale passo verso la ripresa: riaprono molte attività e anche le segreterie dei nostri Club federati torneranno ad essere operative rispettando le regole che le autorità competenti hanno fissato. Dovremo aspettare ancora molto tempo per poter tornare a condividere la nostra passione in eventi aggregativi, ma nel frattempo è importante riavviare il motore economico del comparto che permette la sussistenza di migliaia di persone.”

“La Manovella” di aprile è disponibile online gratuitamente

In questo momento di difficoltà, la rivista mensile dell’ASI, la più antica e diffusa in italia dedicata al motorismo storico, raggiunge tutti gli appassionati via web. La versione cartacea sarà ugualmente distribuita, compatibilmente con le problematiche dovute all’emergenza e alle restrizioni in corso

Da oggi, sabato 28 marzo, l’Automotoclub Storico Italiano mette a disposizione di tutti, gratuitamente, la sua rivista mensile “La Manovella”. Il numero di aprile del più antico periodico italiano dedicato al motorismo storico – pubblicato sin dal 1961 – è diffuso anche sul web in versione digitale, scaricabile integralmente dal sito www.asifed.it come file pdf, oppure sfogliabile al link bit.ly/manovella20-04.
L’iniziativa nasce dalla volontà di limitare il disagio dovuto all’emergenza e alle restrizioni in corso, che ovviamente ritarderanno la diffusione della rivista cartacea, spedita in abbonamento agli oltre 150.000 tesserati ASI (italiani e stranieri) e distribuita nelle edicole di tutta Italia.
Anche l’ASI, in questo particolare momento, ha voluto potenziare i suoi strumenti di informazione ed aumentare il flusso delle notizie, in modo che gli appassionati, costretti nelle proprie case come il resto della popolazione, possano trascorrere qualche ora in più di svago dedicata alla lettura e alla cultura.
La Manovella digitale online completa il quadro delle tante iniziative solidali messe in atto da ASI per rispondere in maniera concreta alla situazione emergenziale dovuta al Covid-19: prima fra tutte la raccolta fondi “Insieme per fermare il Covid”, promossa da ASI insieme a UNICEF e ANCI con il coordinamento della Cabina di regia “Benessere Italia” della Presidenza del Consiglio (www.fermiamoilcovid.it).

ASI accende i motori della solidarietà per l’emergenza Coronavirus

Parte la raccolta fondi “insieme per fermare il covid”. Iniziativa congiunta di ASI e ANCI coordinata dalla cabina di regia Benessere Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Il mondo del motorismo storico nel quale opera l’Automotoclub Storico Italiano è animato da passione e valori positivi. Nell’attuale situazione di emergenza sanitaria dovuta alla gestione dell’epidemia del Covid 19 ASI ha avviato la raccolta fondi “INSIEME PER FERMARE IL COVID”, iniziativa promossa insieme ad ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e coordinata dalla Cabina di regia “Benessere Italia” della Presidenza del Consiglio dei Ministri, organo di supporto tecnico-scientifico al Presidente del Consiglio nell’ambito delle politiche per il benessere del Paese e della qualità della vita dei cittadini, che opera in stretta collaborazione con i Ministeri, le Regioni, le Province autonome e gli Enti locali.

I fondi raccolti da ASI e ANCI saranno destinati sia ad interventi locali con carattere d’urgenza – come ad esempio l’acquisto di respiratori per le terapie intensive – sia ad attività centralizzate: i progetti saranno identificati in un tavolo di lavoro coordinato dalla Cabina di regia “Benessere Italia”, del quale faranno parte ANCI – in collegamento con il Comitato Operativo della Protezione Civile – e ASI.

Tutte le informazioni e le modalità di partecipazione alla raccolta fondi “INSIEME PER FERMARE IL COVID” (compresa la donazione on line) si troveranno sul sito www.fermiamoilcovid.it.

Questo impegno di solidarietà condiviso da ASI con la Cabina di regia “Benessere Italia” e ANCI proseguirà nel tempo ed è volontà comune costituire una base di collaborazione più ampia, stabile e duratura. ASI è entrata a far parte della piattaforma “Benessere Italia” perché rappresenta un modello di associazionismo che sostiene un settore, quello del motorismo storico, motore di economia, promozione culturale e turistica del nostro Paese. Un settore in cui anche la formazione è importantissima per mantenere vive le attività ad esso legate, compresa la filiera degli artigiani. L’obbiettivo è di collaborare con molti stakeholder, italiani e stranieri, su temi di interesse nazionale e su normative di specifica attinenza.

“Ci mettiamo in moto per spegnere il virus – sottolinea Alberto Scuro, presidente ASI – perché una realtà come l’Automotoclub Storico Italiano non può restare ferma in questa difficile situazione. Con le iniziative coordinate da ASI Solidale vogliamo esprimere il nostro senso di responsabilità e di vicinanza alle Istituzioni con azioni sociali concrete attuate in sinergia con realtà dell’importanza della Cabina di Regia “Benessere Italia” della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di ANCI. ASI, grazie anche alla sensibilità dei propri Club federati presenti in tutta Italia e dei tanti appassionati di motorismo storico, contribuirà in modo concreto: sono molte le iniziative di promozione del motorismo storico che abbiamo dovuto annullare e i fondi ad esse destinati saranno devoluti a “INSIEME PER FERMARE IL COVID”. Voglio ringraziare Antonio Durso, responsabile di ASI Solidale, per l’impegno e la determinazione con cui sta seguendo la realizzazione di questo progetto.”

“Sono molto felice – dichiara Filomena Maggino, presidente della Cabina di Regia Benessere Italia – che in questo momento così delicato stiamo ricevendo da parte di molti stakeholder tante richieste di sostegno alle istituzioni e soprattutto al nostro Paese. Un esempio sono ASI e ANCI, che hanno avviato un’importante iniziativa di raccolta fondi che vedrà il pieno sostegno della Cabina di Regia Benessere Italia.”

“Stiamo fronteggiando, con ogni mezzo, una situazione senza precedenti – sono le parole di Antonio Decaro, presidente ANCI e sindaco di Bari – con il timore di un contagio di difficile gestione e le limitazioni per arginarlo che ci disorientano, perché incidono sulle nostre quotidiane abitudini di vita. I sindaci, come tutti i rappresentanti delle istituzioni, sono responsabilmente impegnati contro l’emergenza sanitaria che sta vivendo il Paese. A nome di tutti loro, da presidente dell’ANCI, ho aderito convintamente alla raccolta di fondi proposta dall’ASI. Sono certo che, come sempre davanti alle difficoltà, gli italiani manifesteranno tutta la loro capacità di essere solidali e generosi.”

Le aquile Guzzi tornano a volare ad ASI Motoshow 2020

Cresce l’attesa e fervono i preparativi per la 19^ edizione di ASI MotoShow, in programma dall’8 al 10 maggio all’Autodromo “Riccardo Paletti” di Varano de’ Melegari, dove si potrà vivere e riscoprire la storia del motociclismo mondiale, dalle origini ad oggi. L’evento organizzato dall’Automotoclub Storico Italiano ha raggiunto ormai grande notorietà anche all’estero: migliaia di motociclette d’epoca invaderanno la pista di Varano, nel paddock si potranno ammirare mostre tematiche, si incontreranno i più grandi campioni di tutti i tempi e si vivrà la magica atmosfera dei pionieri del motociclismo. È stata riconfermata la partnership tra ASI e Yamaha, che sarà presente con le sue moto storiche da competizione ufficiali e con i grandi campioni che hanno firmato i loro successi sportivi: tra questi, è stata confermata la presenza di Luca Cadalora.

L’ultima novità riguarda invece la presenza delle più rare e preziose Moto Guzzi da corsa, raccolte dall’Automotoclub Storico Italiano in una rassegna intitolata “L’Aquila torna a volare”. Si segnala, in particolare, la presenza di due Guzzi GP 500 del 1955, le famose “8 cilindri” progettate dal geniale Giulio Cesare Carcano e costruite in soli sei esemplari. Quelle esposte al MotoShow avranno carenatura “Tourist Trophy” e a “campana”. Altre “Aquile” speciali in mostra saranno le 500 4 cilindri con compressore del 1932 e bicilindriche del 1934 e del 1946, un’altra 500 4 cilindri del 1953 e la 350 bialbero del 1956. Inoltre, scenderanno in pista per la Parata dei Campioni le Guzzi 250 compressore da record del 1939, la 500 bicilindrica del 1951 e le 250 “compressore iniezione meccanica” e “monoalbero becco di uccello” del 1953: con loro torneranno in sella i piloti Roberto Gallina, Angelo Balzarotti, Renato Pasini e Piero Lotti.
Saranno decine, poi, gli altri campioni protagonisti dell’ormai tradizionale parata: Manuel Poggiali, Carlos Checa, Giorgio Melandri, Pierfrancesco Chili, Vittorio Zito e il mitico Phil Read, solo per citarne alcuni.

Tra le altre iniziative speciali già previste nel paddock, si può citare il Villaggio Yamaha, la “Nuvola Arancione” del Team Laverda con la parata delle “750”, le “Moto dei pionieri” ante 1918, la “Sfida dei cinquantini”, la presenza del World Classic Racing Team e dell’associazione Spirit of Speed con una selezione delle più famose moto da GP dagli ’50 agli anni ’80.

Mini gran premi: nasce il campionato di ASI e UNICEF

ASI e UNICEF Italia hanno dato vita al primo campionato nazionale dei “Mini Gran Premi” per automobiline a pedali. Grazie alla manifestazione di interesse di oltre 20 club federati ASI in tutta Italia, i bambini e le bambine di età compresa tra i 4 e i 9 anni potranno partecipare ai Mini Gran Premi ASI UNICEF, eventi inseriti nelle manifestazioni per veicoli storici e volti alla sensibilizzazione sul tema dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, con l’obiettivo di sostenere le attività di UNICEF Italia in favore dei tanti bambini vulnerabili sul territorio nazionale e nel resto del mondo.
Le automobiline a pedali, costruite artigianalmente in Italia con le forme delle monoposto degli anni ‘50, sfrecceranno in circuiti appositamente allestiti nelle piazze cittadine per gareggiare all’insegna dei valori della sportività, dell’amicizia e della solidarietà. La “finalissima” si correrà il 27 settembre a Parma nell’ambito del grande evento ASI Historic Show e in concomitanza con la Giornata Nazionale del Veicolo d’Epoca 2020.
L’Automotoclub Storico Italiano è impegnato al fianco di UNICEF Italia, principale organizzazione per la tutela dei diritti dell’infanzia nel mondo, in un nuovo progetto internazionale di prevenzione degli incidenti stradali, che in molti paesi risulta essere tra le principali cause di mortalità dei bambini in età scolare. È stimato, infatti, che ogni giorno nel mondo 500 bambini muoiono e 2.000 rimangono gravemente feriti per cause collegate alla sicurezza stradale, soprattutto durante il tragitto per raggiungere la scuola.
Per contribuire allo sviluppo di politiche di prevenzione in questa sfida globale, il programma “Rights of Way”, che stanzia un milione di dollari all’anno per tre anni di interventi, è stato implementato e sostenuto direttamente anche da ASI.

A Retromobile Paris 2020 trionfa la collezione ASI Bertone

Dal 4 al 9 febbraio, a Parigi si è svolta la 45^ edizione di Retromobile: la più importante rassegna del mondo dedicata esclusivamente al collezionismo dei motori. Quasi 200.000 visitatori hanno affollato i padiglioni di Port de Versailles, dov’è stato possibile ammirare i capolavori su quattro ruote più rari e preziosi di tutti i tempi. Tra questi anche dieci straordinari esemplari unici della Collezione ASI Bertone, ospitati a Retromobile per una mostra tematica dedicata alla celebre carrozzeria torinese. Prototipi e concept car che hanno illustrato oltre trent’anni di evoluzione dello stile italiano applicato all’automobile: dalla Autobianchi Runabout del 1969, alla Opel Filo del 2001, passando per la Suzuki Go e la Citroën Camargue del 1972, la Ferrari Rainbow del 1976, la Volvo Tundra del 1979, la Chevrolet Ramarro del 1984, la Citroën Zabrus del 1986, la Lamborghini Genesis del 1988 e la BMW Pickster del 1998. Progetti molto diversi tra loro per tipologia e finalità d’uso, ma accomunati dalla stessa visione estremamente futurista e fuori dagli schemi che ha sempre caratterizzato la creatività della Bertone.
Durante il salone parigino, l’Automotoclub Storico Italiano ha avuto l’opportunità di ospitare alcune personalità legate alla storia Bertone, come i designer Piero Stroppa e Marc Dechamps: a quest’ultimo, in particolare, si può attribuire l’impronta dello stile Bertone tra la fine degli anni ’70 e l’inizio dei ’90 e quindi di quasi tutte le vetture esposte a Retromobile.
La Collezione ASI Bertone è composta da 79 pezzi – tra veicoli completi e funzionanti, telai e modelli di stile, attualmente esposti al Museo Volandia di Malpensa – e rappresenta un patrimonio storico motoristico senza eguali, tanto da godere della tutela del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ne ha consentito l’uscita temporanea dai confini italiani vista l’importanza dell’evento e la sua rilevanza a livello mondiale: dieci automobili che hanno rappresentato il “made in Italy” e la capacità creativa tutta italiana di fronte ad un pubblico proveniente da ogni parte del mondo.

Le dieci vetture esposte a Porte de Versailles
Bertone Runabout (1969). Nel 1969 Bertone scelse la briosa meccanica dell’Autobianchi A112 per presentare una stravagante barchetta a cuneo, una delle prime con questa linea, dove spiccano i proiettori all’altezza dei montanti e i due gusci da cui è composta. La soluzione di rovesciare la meccanica di una “tutto avanti” come la A112, servì come banco di prova per la Fiat X 1/9.

Suzuki Go (1972). Fra i progetti più eclettici di Bertone negli anni ’70, c’è sicuramente la Go del 1972, un originalissimo veicolo polivalente adatto al trasporto di una motocicletta. In pratica una “chiatta” su 4 ruote dal disegno filante e sottile. La meccanica era motociclistica: 750 cc da 67 CV e gruppo differenziale-invertitore con trasmissione a catena brevetto interno di Bertone.
Citroën Camargue (1972). Bertone realizzò numerosi prototipi su basi Citroën. Uno di questi fu la Camargue su base della berlina GS: un’elegante hatchback 2+2 con lunotto degradante arricchito dalle due lunette di vetro separati dall’imponente roll-bar. L’anteriore era invece impreziosito dal parabrezza curvo, tipico dei suoi modelli in quegli anni.
Ferrari Rainbow (1976). Dopo il modello di serie 308 GT4 già realizzata da Nuccio (una delle prime Ferrari non disegnate da Pininfarina), Bertone si lancia in un esercizio di stile sullo stesso telaio. Il risultato è l’avveniristica Rainbow, una “targa” che fa scivolare il tetto dietro gli schienali dei sedili. La linea è compatta e filante, molto segmentata, a tratti volutamente disarmonica: un vero e proprio taglio netto con le linee del passato.
Volvo Tundra (1979). Oltre alla collaborazione per veicoli di serie, quella con Volvo portò anche alla definizione, nel 1979, del prototipo Tundra, sviluppata sulla meccanica della 343 (motore di 1.397 cc per 70 CV). La vettura è un coupé compatto basso e largo con linee tagliate di netto molto moderne tanto che, diverse “trovate” stilistiche, verranno poi riprese da modelli successivi di Bertone, non solo Volvo (è fortissima la somiglianza con la Citroen BX). Belli i cristalli al vivo.
Chevrolet Ramarro (1984). Uno dei grandi obiettivi di Nuccio Bertone fu di carrozzare un telaio Chevrolet Corvette con alcuni criteri ritenuti rivoluzionari. Ci riuscì nel 1984 con la Ramarro, una vettura sperimentale dove il motore veniva “sezionato” spostando radiatore e condizionatore al posteriore. Questo permise agli stilisti maggiore flessibilità nel realizzare un design modernissimo tipicamente Bertone: la linea è un grande cuneo che influenza l’intero design.
Citroën Zabrus (1986). Sulla base della BX a trazione integrale, Bertone realizzò una moderna 2 volumi di linea sfuggente e affilata a cui fa da contraltare un posteriore avvolgente. Dalla vettura furono poi presi numerosi stilemi apparsi sulla successiva ZX mentre rimasero esercizio di stile le grandi porte apribili verso l’alto.
Lamborghini Genesis (1988). Per l’ultima dream car su base Lamborghini, Bertone scelse di estremizzare il concetto di station wagon di lusso presentando la Genesis, in pratica una casa viaggiante equipaggiata da un V12 da 455 CV posteriore. Meraviglia destarono le porte anteriori incernierate al centro del tetto, le due posteriori apribili a compasso e gli interni modulabili. La vettura poi, pur essendo di aspetto imponente e massiccio, vantava un Cx invidiabile.
BMW Pickster (1998). Una carrozzeria bassa e larga non si addice a un pick-up, ecco perché l’esercizio di stile su telaio e motore BMW (6 cilindri di 3.152 cc per 320 CV) fu provocatorio: frontale aggressivo (reso più accattivante dalla doppia colorazione), grandi ruote da 21” e piano di carico piatto accerchiato da linee sinuose e dal vistoso alettone.
Opel Filo (2001). Per introdurre la tecnologia drive by wire, nuovo rapporto uomo-macchina realizzato in collaborazione con SKF (eliminata la pedaliera), la Bertone presenta la Filo (con marchio Opel), una monovolume compatta dalle linee nette e dal padiglione luminoso ed esteticamente piacevole, che influirà i modelli futuri della Casa tedesca (Meriva).

La Collezione ASI Bertone ospite di Retromobile 2020

A Parigi dal 4 al 9 febbraio

Appena concluso il salone Automotoretrò di Torino, l’Automotoclub Storico Italiano è già pronto ad affrontare la rassegna parigina Retromobile, ospitata dal 4 al 9 febbraio nel polo espositivo di Porte de Versailles. Questa importante kermesse internazionale dedica una speciale mostra tematica al marchio Bertone e per la sua realizzazione ha invitato l’Automotoclub Storico Italiano, che nel 2015 ha acquisito l’intera collezione del celebre carrozziere torinese.
A Retromobile, sul principale palcoscenico mondiale del motorismo storico, sono esposti 10 straordinari prototipi Bertone realizzati tra il 1969 e il 2001: l’Autobianchi Runabout (1969), la Suzuki Go (1972), la Citroën Camargue (1972), la Ferrari Rainbow (1976), la Volvo Tundra (1979), la Chevrolet Ramarro (1984), la Citroën Zabrus (1986), la Lamborghini Genesis (1988), la BMW Pickster (1998) e la Opel Filo (2001).
Queste vetture – il cui valore complessivo sfiora i 2 milioni di euro – hanno ottenuto uno speciale nulla osta da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ne ha consentito l’uscita temporanea dai confini italiani vista l’importanza dell’evento e la sua rilevanza a livello mondiale.
La Collezione ASI Bertone è composta da 79 pezzi – tra veicoli completi e funzionanti, telai e modelli di stile – e rappresenta un patrimonio che non potrà essere disperso vendendo singolarmente i pezzi e non potrà nemmeno essere trasferito all’estero, poiché tutelato da vincolo ministeriale. Attualmente è a disposizione del pubblico, che può ammirare questa traccia fondamentale del motorismo storico italiano nei locali del Museo Volandia all’Aeroporto Milano Malpensa.

Le dieci vetture esposte a Porte de Versailles
Bertone Runabout (1969). Nel 1969 Bertone scelse la briosa meccanica dell’Autobianchi A112 per presentare una stravagante barchetta a cuneo, una delle prime con questa linea, dove spiccano i proiettori all’altezza dei montanti e i due gusci da cui è composta. La soluzione di rovesciare la meccanica di una “tutto avanti” come la A112, servì come banco di prova per la Fiat X 1/9.
Suzuki Go (1972). Fra i progetti più eclettici di Bertone negli anni ’70, c’è sicuramente la Go del 1972, un originalissimo veicolo polivalente adatto al trasporto di una motocicletta. In pratica una “chiatta” su 4 ruote dal disegno filante e sottile. La meccanica era motociclistica: 750 cc da 67 CV e gruppo differenziale-invertitore con trasmissione a catena brevetto interno di Bertone.
Citroën Camargue (1972). Bertone realizzò numerosi prototipi su basi Citroën. Uno di questi fu la Camargue su base della berlina GS: un’elegante hatchback 2+2 con lunotto degradante arricchito dalle due lunette di vetro separati dall’imponente roll-bar. L’anteriore era invece impreziosito dal parabrezza curvo, tipico dei suoi modelli in quegli anni.
Ferrari Rainbow (1976). Dopo il modello di serie 308 GT4 già realizzata da Nuccio (una delle prime Ferrari non disegnate da Pininfarina), Bertone si lancia in un esercizio di stile sullo stesso telaio. Il risultato è l’avveniristica Rainbow, una “targa” che fa scivolare il tetto dietro gli schienali dei sedili. La linea è compatta e filante, molto segmentata, a tratti volutamente disarmonica: un vero e proprio taglio netto con le linee del passato.
Volvo Tundra (1979). Oltre alla collaborazione per veicoli di serie, quella con Volvo portò anche alla definizione, nel 1979, del prototipo Tundra, sviluppata sulla meccanica della 343 (motore di 1.397 cc per 70 CV). La vettura è un coupé compatto basso e largo con linee tagliate di netto molto moderne tanto che, diverse “trovate” stilistiche, verranno poi riprese da modelli successivi di Bertone, non solo Volvo (è fortissima la somiglianza con la Citroen BX). Belli i cristalli al vivo.
Chevrolet Ramarro (1984). Uno dei grandi obiettivi di Nuccio Bertone fu di carrozzare un telaio Chevrolet Corvette con alcuni criteri ritenuti rivoluzionari. Ci riuscì nel 1984 con la Ramarro, una vettura sperimentale dove il motore veniva “sezionato” spostando radiatore e condizionatore al posteriore. Questo permise agli stilisti maggiore flessibilità nel realizzare un design modernissimo tipicamente Bertone: la linea è un grande cuneo che influenza l’intero design.
Citroën Zabrus (1986). Sulla base della BX a trazione integrale, Bertone realizzò una moderna 2 volumi di linea sfuggente e affilata a cui fa da contraltare un posteriore avvolgente. Dalla vettura furono poi presi numerosi stilemi apparsi sulla successiva ZX mentre rimasero esercizio di stile le grandi porte apribili verso l’alto.
Lamborghini Genesis (1988). Per l’ultima dream car su base Lamborghini, Bertone scelse di estremizzare il concetto di station wagon di lusso presentando la Genesis, in pratica una casa viaggiante equipaggiata da un V12 da 455 CV posteriore. Meraviglia destarono le porte anteriori incernierate al centro del tetto, le due posteriori apribili a compasso e gli interni modulabili. La vettura poi, pur essendo di aspetto imponente e massiccio, vantava un Cx invidiabile.
BMW Pickster (1998). Una carrozzeria bassa e larga non si addice a un pick-up, ecco perché l’esercizio di stile su telaio e motore BMW (6 cilindri di 3.152 cc per 320 CV) fu provocatorio: frontale aggressivo (reso più accattivante dalla doppia colorazione), grandi ruote da 21” e piano di carico piatto accerchiato da linee sinuose e dal vistoso alettone.
Opel Filo (2001). Per introdurre la tecnologia drive by wire, nuovo rapporto uomo-macchina realizzato in collaborazione con SKF (eliminata la pedaliera), la Bertone presenta la Filo (con marchio Opel), una monovolume compatta dalle linee nette e dal padiglione luminoso ed esteticamente piacevole, che influirà i modelli futuri della Casa tedesca (Meriva).

Illustrata al grande pubblico di Automotoretrò la ricerca scientifica promossa da ASI e Istituto Superiore Di Sanità per stabilire l’impatto ambientale dei veicoli storici

Nell’ambito del salone internazionale Automotoretrò, ospitato dal 30 gennaio al 2 febbraio nei padiglioni di Lingotto Fiere a Torino, l’Automotoclub Storico Italiano e l’Istituto Superiore di Sanità hanno illustrato al grande pubblico il programma di ricerca sugli inquinanti atmosferici prodotti dalla circolazione dei veicoli storici. Un accordo di collaborazione tra i due Enti (siglato il 30 ottobre 2019) che ha l’obiettivo di fare chiarezza e corretta informazione su un tema di estrema importanza e attualità, che prevede l’analisi del materiale particellare, degli ossidi di azoto e di altri contaminanti potenzialmente connessi con le emissioni prodotte dai veicoli storici, in relazione agli usi e ai chilometri annuali realmente percorsi. Hanno partecipato alla presentazione Andrea Piccioli, direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni De Virgilio, ricercatore scientifico, e Gaetano Settimo del Reparto Esposizioni a Contaminanti nell’Aria, Suolo e da Stili di Vita Dipartimento Ambiente e Salute dell’IIS.
Proprio quest’ultimo ha esposto una sintetica ma chiara relazione sull’inquinamento atmosferico, sulle sostanze inquinanti e le rispettive sorgenti. Da uno schema riassuntivo sono emerse le principali sorgenti degli ormai famigerati PM 10: nei grandi centri urbani italiani, il riscaldamento domestico incide per il 42%, l’industria per il 17% e l’agricoltura per il 15%; i trasporti stradali emettono l’11% del PM 10 presente nell’aria. Da qui la necessità di un approccio integrato (non solo penalizzando e demonizzando i veicoli) e di interventi su tutte le sorgenti che contribuiscono all’inquinamento atmosferico.

“Per la nostra ricerca – ha spiegato Gaetano Settimo – ci concentreremo su quell’11% per estrapolare il dato riferito ai soli veicoli storici certificati in base al loro utilizzo e ai chilometri percorsi annualmente, prendendo in considerazione cinque città italiane. Si arriverà alla definizione di protocolli guida nazionali per la regolamentazione dell’utilizzo di tali veicoli in ambienti urbani.”
Di fronte al pubblico di Automotoretrò, anche il rappresentante dell’Istituto Superiore di Sanità ha sottolineato la necessità di distinguere chiaramente le categorie dei veicoli: “L’impatto ambientale da ricondurre al parco autoveicolare circolante – ha detto Gaetano Settimo – è determinato dai veicoli obsoleti e non certo dai veicoli storici certificati, che rappresentano una percentuale minima rispetto al circolante obsoleto e vanno tutelati.”

“Questa ricerca – ha commentato Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano – costituirà la premessa oggettiva e non strumentale per le riflessioni future con le istituzioni competenti in materia legislativa. ASI e ISS hanno individuato il percorso corretto per modernizzare il sistema di regolamentazione della circolazione dei veicoli storici. ASI, inoltre, si augura di poter mantenere e proseguire il dialogo con le autorità nazionali e parlamentari, che hanno già dimostrato sensibilità e rispetto verso il patrimonio storico e tecnologico e verso gli appassionati, garantendo comunque un elevato senso di responsabilità verso l’ambiente ed il bene comune.”

ASI partecipa al progetto “Torino Automotive Heritage”

Presentata la prima mappa per scoprire gli antichi siti industriali di Borgo San Paolo

Il progetto “Torino Automotive Heritage” nasce da una iniziativa del Dipartimento Architettura e Design del Politecnico con Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro (ISMEL) ed ha l’obiettivo di valorizzare gli aspetti architettonici, archivistici e collezionistici legati alla tradizione motoristica della città, con l’ulteriore scopo di sostenere e promuovere il turismo e le attività economiche ad essa connesse. Si tratta di una rilettura della memoria artigianale e industriale di un territorio che da oltre 120 anni è fortemente connotato dall’automobile, come poche altre città mondiali. La più recente deindustrializzazione, il cambiamento del modello di sviluppo verso l’innovazione e la creatività ben si sposano con la valorizzazione dei beni legati alla storia della città dell’automobile in termini di cultura, turismo e promozione dei poli tecnologici.

Anche l’Automotoclub Storico Italiano, che insieme alla Federazione Internazionale dei Veicoli Storici (FIVA) ha la propria sede a Torino, è parte attiva di “Torino Automotive Heritage” e, in occasione del salone Automotoretrò ha organizzato un incontro per presentare il progetto e per formalizzare l’adesione di altre realtà – compresa l’amministrazione pubblica della Città di Torino con gli assessorati alla Cultura e al Commercio e Turismo – e dare forma ad un primo piano operativo incentrato su una piattaforma digitale di informazione sui beni culturali e sui siti storici della città, con la predisposizione di percorsi di visita, mappe e guide turistiche, testi di approfondimento nella prospettiva di un museo diffuso.
ASI e Politecnico di Torino hanno realizzato una prima mappa dedicata a “Borgo San Paolo, il quartiere dell’automobile”, grazie alla quale è possibile riscoprire 18 importanti siti industriali. Tra questi, gli ex stabilimenti Officine Grandi Riparazioni, Spa, Itala, Chiribiri, Lancia, Nardi, Viberti, Diatto e Bertone: alcuni di questi sono andati perduti, altri sono stati dismessi, altri ancora sono stati recuperati e sono oggi visitabili. In tutti i casi si tratta di un percorso che porterà il visitatore nella Torino automobilistica di inizio ‘900.

In oltre un secolo di storia, l’automobile ha conosciuto uno sviluppo incredibile che ha modificato la vita delle persone, l’urbanistica delle città e l’architettura delle industrie.
Torino è una delle città cardine di questo sviluppo, nonché sede della prima esposizione di automobili (1898). Il Borgo San Paolo, già dai primi del ‘900, diviene l’espressione della fabbrica-quartiere torinese. Nel corso degli anni la città muta, l’economia cambia e l’automobile si sposta. In un momento di crescente speculazione edilizia molti dei siti industriali che hanno fatto la storia dell’automobilismo piemontese vengono distrutti. Per contro, è cresciuta l’attenzione nei confronti di questi luoghi di queste “cattedrali del lavoro”, espressione di un passato che ha influenzato la vita di migliaia di persone. Oggi, i siti industriali sopravvissuti sono portatori di una memoria condivisa, di una identità da tutelare e conservare.

ASI celebra il Design Italiano all’Automotoretrò di Torino e a Retromobile Paris

La stagione 2020 dei grandi appuntamenti dedicati al motorismo storico si aprirà con il salone internazionale Automotoretrò, in programma al Lingotto Fiere di Torino dal 30 gennaio al 2 febbraio. Un evento imperdibile per gli appassionati, impreziosito dalla presenza dell’Automotoclub Storico Italiano e della FIVA (Fédération International des Véhicules Anciens) che hanno la propria sede istituzionale proprio a Torino, capitale mondiale del motorismo storico.

ASI festeggerà i 90 anni di Pininfarina, marchio che da sempre è portabandiera del design italiano nel mondo. Regina dell’esposizione ASI sarà la Cisitalia 202 Coupé del 1947: prima vettura al mondo entrata a far parte della collezione permanente di un museo d’arte moderna – il MoMA di New York – e definita “scultura in movimento” da Arthur Drexler.

Ad Automotoretrò si parlerà anche della lunga tradizione Yamaha nelle competizioni motociclistiche. Nello stand ASI saranno esposte una Yamaha-Bimota 350 GP usata da Giuseppe Consalvi nel mondiale 1978 e la Yamaha XTZ 750 Super Ténére che partecipò al Rally Dakar 1992. ASI e il marchio giapponese hanno confermato la partnership per la 19^ edizione di ASI MotoShow, tradizionale rassegna dedicata alla storia della moto in programma dall’8 al 10 maggio all’Autodromo di Varano de’ Melegari (Parma).

Nel corso del lungo weekend di Automotoretrò, lo stand ASI sarà un susseguirsi di incontri e conferenze. Ecco le principali: “Torino Automotive Heritage: il manifesto di una nuova iniziativa” (venerdì 31 gennaio alle ore 15.00); “I motori tra passato e futuro: passione e mobilità possono convivere grazie all’uso corretto e consapevole dei veicoli storici certificati” (sabato 1° febbraio, ore 10.00, con interventi dell’Istituto Superiore di Sanità); “I veicoli storici come beni culturali” (sabato 1° febbraio, ore 11.00); “Motorismo storico: tutele, non privilegi; libertà di circolazione e sgravi fiscali servono a salvaguardare un patrimonio della comunità” (sabato 1° febbraio, ore 14.30); “Torino città dei carrozzieri e dello stile” (domenica 2 febbraio, ore 11.00).

Inoltre, sabato 1° febbraio, alle 12.30, verrà presentato in anteprima il nuovo libro “Alfa Romeo GTA” con gli autori Vladimir Pajevic e Gian Luigi Picchi, ex pilota ufficiale Alfa, e alle 15.30 si parlerà di Lancia Rally 037 con Cesare Fiorio e Sergio Limone di fronte ad un nuovo quadro realizzato dall’artista Massimo Beretta.

La collezione ASI Bertone ospite di Retromobile Paris

Subito dopo Automotoretrò, aprirà i battenti il salone internazionale Retromobile di Parigi (dal 5 al 9 febbraio nel polo espositivo di Porte de Versailles), che dedicherà una speciale mostra tematica al marchio Bertone: per questo l’organizzazione parigina ha invitato l’Automotoclub Storico Italiano, che nel 2015 ha acquisito l’intera collezione del celebre carrozziere torinese.

A Retromobile, sul principale palcoscenico mondiale del motorismo storico, saranno esposti 10 straordinari prototipi Bertone realizzati tra il 1969 e il 2001: l’Autobianchi Runabout (1969), la Suzuki Go (1972), la Citroën Camargue (1972), la Ferrari Rainbow (1976), la Volvo Tundra (1979), la Chevrolet Ramarro (1984), la Citroën Zabrus (1986), la Lamborghini Genesis (1988), la BMW Pickster (1998) e la Opel Filo (2001).

Queste vetture – il cui valore complessivo sfiora i 2 milioni di euro – hanno ottenuto uno speciale nulla osta da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ne ha consentito l’uscita temporanea dai confini italiani vista l’importanza dell’evento e la sua rilevanza a livello mondiale.

 

 

Presentato ad Automotoretrò il “Concorso d’eleganza Città di Torino”

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ASI e Pininfarina insieme per un evento internazionale

Automotoclub Storico Italiano e Pininfarina organizzano il “Concorso d’Eleganza Città di Torino”, evento in programma sabato 30 maggio nella prestigiosa cornice di Piazza San Carlo. Questa nuova edizione del concorso più antico d’Italia – organizzato per la prima volta nel 1923 – è stata svelata in anteprima nell’ambito del salone Automotoretrò, ospitato nei padiglioni del Lingotto Fiere di Torino fino a domenica 2 febbraio.
Il Concorso d’Eleganza Città di Torino 2020 sarà uno speciale tributo ai 90 anni Pininfarina e vedrà la partecipazione di collezionisti provenienti da tutto il mondo per esporre le 90 auto più rappresentative del celebre atelier torinese, dalle origini ad oggi. Fondata il 22 maggio 1930 da Battista Farina, detto “Pinin”, la Pininfarina conferma ancora oggi il ruolo di portabandiera del design italiano. La prima vettura al mondo entrata a far parte della collezione permanente di un museo d’arte moderna è proprio opera della Pininfarina, che nel 1947 realizzò la carrozzeria della Cisitalia 202 Coupé esposta al MoMA di New York e qui definita “scultura in movimento”.

Il programma del “Concorso d’Eleganza Città di Torino 2020 – 90° Pininfarina” prevede la concentrazione delle vetture in Piazza San Carlo nel pomeriggio di sabato 30 maggio. Qui rimarranno esposte, suddivise per epoca, e saranno valutate da tre diverse giurie. Una sarà composta da sole donne e presieduta da Lorenza Pininfarina, nipote del fondatore; poi ci sarà quella degli esperti dell’Automotoclub Storico Italiano; infine, le 90 icone automobilistiche saranno valutate anche dal pubblico.
Torino, dal 2014, è Creative City UNESCO per il design e, grazie alla presenza delle sedi istituzionali di ASI e FIVA (Fédération International des Véhicules Anciens), si può anche considerare capitale mondiale del motorismo storico. Innovazione e tradizione sono quindi le due anime della città che si appresta ad accogliere nuovamente un défilé di automobili inventato sotto la Mole negli anni ’20 del secolo scorso, l’epoca pioneristica dell’industria automobilistica.
“Siamo felici e orgogliosi di collaborare con Pininfarina all’organizzazione di un evento così importante – ha sottolineato Alberto Scuro, presidente ASI – e siamo altrettanto soddisfatti perché Torino sarà coinvolta nei festeggiamenti di un marchio conosciuto in tutto il mondo, un nome che rappresenta l’eccellenza italiana in nel design, nella creatività e nell’innovazione. Inoltre, con i suoi 90 anni di attività, Pininfarina rappresenta anche la storia e la tradizione: temi fondamentali sui quali, dal 1966, l’Automotoclub Storico Italiano si impegna con passione e competenza, con l’obiettivo di tutelare e promuovere un immenso patrimonio storico e culturale. Il Concorso di Torino 2020 sarà solo il primo di un nuovo corso, poiché ASI, grazie al supporto e all’entusiasmo dimostrati dall’Amministrazione locale, lo ripeterà negli anni a venire portando avanti una manifestazione inventata proprio a Torino quasi un secolo fa”.
“Il più importante raduno di auto Pininfarina di sempre non poteva che avvenire in Piazza San Carlo – ha commentato Paolo Pininfarina – il salotto della Città in cui l’Azienda è nata 90 anni fa, nel maggio del 1930. Ringrazio la Città di Torino per aver condiviso il nostro desiderio di organizzare questo evento straordinario e l’ASI per il prezioso supporto che ci darà. Un pensiero particolare va a chi mi ha preceduto nel ruolo di presidente contribuendo a scrivere questa storia fatta di 90 anni di innovazione: il fondatore Pinin Farina, mio padre Sergio e mio fratello Andrea. Infine, un ringraziamento ai nostri dipendenti di ieri e di oggi che con il loro lavoro e la loro passione hanno reso possibile la realizzazione di 90 capolavori industriali”.
“Torino – ha detto la Sindaca Chiara Appendino – è orgogliosa di poter celebrare la storia e la tradizione di un brand noto in tutto il mondo come quello di Pininfarina. Non posso quindi che ringraziare ASI e Paolo Pininfarina per aver scelto di organizzare nella nostra Città questo evento, restituendo così ancor più prestigio a un patrimonio culturale e materiale della nostra storia. Tutti ci auguriamo che il Concorso di Eleganza Città di Torino possa diventare un appuntamento ricorrente per la nostra comunità che, sono certa, saprà valorizzare il suo sapere per affrontare con responsabilità le sfide del futuro e i cambiamenti che stanno coinvolgendo un settore ancora fortemente strategico per il nostro territorio”.

Pininfarina al Concorso di Torino: una storia di successi

La prima partecipazione della Pininfarina al Concorso d’Eleganza di Torino risale al 1933, ottenendo subito il successo nella categoria “fuoriserie” con una particolare interpretazione della Lancia Dilambda.
Nel 1934, “Pinin Farina” (la denominazione Pininfarina viene introdotta nel 1961) si presenta al Concorso di Torino con una Lancia Astura aerodinamica che stupisce tutti e si aggiudica nuovamente la sua categoria. Si tratta di un design che rompe con gli schemi tradizionali, esaltando l’aerodinamica con linee morbide. I parafanghi posteriori nascondono le ruote, abbinandosi perfettamente con quelli anteriori, anch’essi molto avvolgenti. La calandra inclinata e i fari integrati nei parafanghi rendono la vettura particolarmente moderna e sportiva. Il successo di Pinin Farina al concorso di Torino arriva anche nel 1935 con una imponente Rolls-Royce Phantom II.
Negli anni successivi, sono molte le realizzazioni di Pinin Farina su base Lancia Astura e Aprilia, Alfa Romeo 6C, Fiat 6C 1500: tutte riflettono uno stile mai banale, ma sempre proteso al futuro. In alcuni casi si privilegia l’eleganza, in altri l’aerodinamica e la sportività, accontentando una fascia di clienti ampia ed eterogenea. Non a caso, nei concorsi di eleganza odierni organizzati in tutto il mondo, le realizzazioni Pininfarina sono ancora numerose e molto spesso vincenti. I collezionisti le esibiscono con orgoglio e tutto ciò contribuisce ad alimentare la passione e l’interesse per questo marchio italiano.

ASI celebra il design italiano all’Automotoretrò di Torino e a Retromobile Paris

La stagione 2020 dei grandi appuntamenti dedicati al motorismo storico si aprirà con il salone internazionale Automotoretrò, in programma al Lingotto Fiere di Torino dal 30 gennaio al 2 febbraio. Un evento imperdibile per gli appassionati, impreziosito dalla presenza dell’Automotoclub Storico Italiano e della FIVA (Fédération International des Véhicules Anciens) che hanno la propria sede istituzionale proprio a Torino, capitale mondiale del motorismo storico.
ASI festeggerà i 90 anni di Pininfarina, marchio che da sempre è portabandiera del design italiano nel mondo. Regina dell’esposizione ASI sarà la Cisitalia 202 Coupé del 1947: prima vettura al mondo entrata a far parte della collezione permanente di un museo d’arte moderna – il MoMA di New York – e definita “scultura in movimento” da Arthur Drexler.
Ad Automotoretrò si parlerà anche della lunga tradizione Yamaha nelle competizioni motociclistiche. Nello stand ASI saranno esposte una Yamaha-Bimota 350 GP usata da Giuseppe Consalvi nel mondiale 1978 e la Yamaha XTZ 750 Super Ténére che partecipò al Rally Dakar 1992. ASI e il marchio giapponese hanno confermato la partnership per la 19^ edizione di ASI MotoShow, tradizionale rassegna dedicata alla storia della moto in programma dall’8 al 10 maggio all’Autodromo di Varano de’ Melegari (Parma).

Nel corso del lungo weekend di Automotoretrò, lo stand ASI sarà un susseguirsi di incontri e conferenze. Ecco le principali: “Torino Automotive Heritage: il manifesto di una nuova iniziativa” (venerdì 31 gennaio alle ore 15.00); “I motori tra passato e futuro: passione e mobilità possono convivere grazie all’uso corretto e consapevole dei veicoli storici certificati” (sabato 1° febbraio, ore 10.00); “I veicoli storici come beni culturali” (sabato 1° febbraio, ore 11.00); “Motorismo storico: tutele, non privilegi; libertà di circolazione e sgravi fiscali servono a salvaguardare un patrimonio che appartiene a tutta la comunità” (sabato 1° febbraio, ore 14.30); “Torino città dei carrozzieri e dello stile” (domenica 2 febbraio, ore 11.00).
Inoltre, sabato 1° febbraio, alle 12.30, verrà presentato in anteprima il nuovo libro “Alfa Romeo GTA” con gli autori Vladimir Pajevic e Gian Luigi Picchi, ex pilota ufficiale Alfa, e alle 15.30 si parlerà di Lancia Rally 037 con Cesare Fiorio e Sergio Limone di fronte ad un nuovo quadro realizzato dall’artista Massimo Beretta.
LA COLLEZIONE ASI BERTONE OSPITE DI RETROMOBILE PARIS. Subito dopo Automotoretrò, aprirà i battenti il salone internazionale Retromobile di Parigi (dal 5 al 9 febbraio nel polo espositivo di Porte de Versailles), che dedicherà una speciale mostra tematica al marchio Bertone: per questo l’organizzazione parigina ha invitato l’Automotoclub Storico Italiano, che nel 2015 ha acquisito l’intera collezione del celebre carrozziere torinese.
A Retromobile, sul principale palcoscenico mondiale del motorismo storico, saranno esposti 10 straordinari prototipi Bertone realizzati tra il 1969 e il 2001: l’Autobianchi Runabout (1969), la Suzuki Go (1972), la Citroën Camargue (1972), la Ferrari Rainbow (1976), la Volvo Tundra (1979), la Chevrolet Ramarro (1984), la Citroën Zabrus (1986), la Lamborghini Genesis (1988), la BMW Pickster (1998) e la Opel Filo (2001).
Queste vetture – il cui valore complessivo sfiora i 2 milioni di euro – hanno ottenuto uno speciale nulla osta da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ne ha consentito l’uscita temporanea dai confini italiani vista l’importanza dell’evento e la sua rilevanza a livello mondiale.

ASI Motoshow 2020 tutti in sella a Varano per la 19^ edizione

La stagione 2020 dei grandi appuntamenti dedicati al motorismo storico si apre con il salone internazionale Automotoretrò, in programma al Lingotto Fiere di Torino dal 30 gennaio al 2 febbraio. Un evento che vedrà la presenza dell’Automotoclub Storico Italiano e della FIVA (Fédération International des Véhicules Anciens), che hanno la propria sede istituzionale proprio a Torino, capitale mondiale del motorismo storico.
ASI festeggerà i 90 anni di Pininfarina, ma si parlerà anche della lunga tradizione Yamaha nelle competizioni motociclistiche. Ad Automotoretrò, nello stand ASI, saranno esposte una Yamaha-Bimota 350 GP del 1978 e una Yamaha XTZ 750 Super Ténére Dakar del 1989. ASI e il marchio giapponese hanno confermato la partnership per la 19^ edizione di ASI MotoShow, tradizionale rassegna per le due ruote in programma dall’8 al 10 maggio all’Autodromo di Varano de’ Melegari (Parma). Un evento dedicato alla storia della moto che ha raggiunto ormai grande notorietà anche all’estero. Migliaia di motociclette d’epoca invaderanno la pista di Varano e Yamaha sarà presente con le moto storiche ufficiali e con i grandi campioni che hanno firmato i loro successi sportivi.
Uno su tutti è Giacomo Agostini, che in sella alla Yamaha YZR 500 conquistò nel 1975 il suo 15° e ultimo titolo mondiale. La consueta “Parata dei Campioni” andrà dalla A di Agostini alla Z di Zito, passando per i vari Manuel Poggiali, Pierfrancesco Chili, Roberto Gallina; tanti altri nomi sono in attesa di conferma, a partire da Max Biaggi e Loris Capirossi.
Tra le iniziative speciali già previste, si può citare il Villaggio Yamaha, la rassegna tematica sulle Moto Guzzi da competizione, la “Nuvola Arancione” del Team Laverda con la parata delle “750”, le moto dei pionieri ante 1918, la “Sfida dei cinquantini”, la presenza del World Classic Racing Team e dell’associazione Spirit of Speed con una selezione delle più famose moto da GP dagli ’50 agli anni ’80.

ASI ad Automotoretrò 2020 per celebrare i 90 anni della Pininfarina

La stagione 2020 dei grandi appuntamenti dedicati al motorismo storico si apre con il tradizionale salone internazionale Automotoretrò, in programma al Lingotto Fiere di Torino dal 30 gennaio al 2 febbraio. Un evento immancabile per gli appassionati, impreziosito dalla presenza dell’Automotoclub Storico Italiano e della FIVA (Fédération International des Véhicules Anciens) che hanno la propria sede istituzionale proprio a Torino, capitale mondiale del motorismo storico.
Per ASI, in particolare, sarà l’occasione di celebrare uno dei più importanti marchi torinesi dell’automobilismo: quello di Pininfarina, che nel 2020 compirà 90 anni. L’azienda, fondata il 22 maggio 1930 da Battista Farina detto “Pinin”, conferma ancora oggi il proprio ruolo di portabandiera dei valori estetici del design italiano nel mondo.
Battista “Pinin” Farina, nato il 2 novembre 1893, a soli undici anni inizia il suo apprendistato nella carrozzeria Stabilimenti Farina del fratello Giovanni, a sua volta padre del Nino Farina primo campione del mondo di Formula 1 nel 1950. Durante la prima guerra Mondiale, “Pinin” dirige personalmente la costruzione di aeroplani Aviatic da scuola, ricevendo un encomio solenne dalla Direzione Tecnica dell’Aviazione Militare per la perfetta esecuzione. Nel 1920 si reca negli Stati Uniti: a Detroit è ricevuto da Henry Ford, che gli propone di rimanere in America e di lavorare per la sua industria, ma il giovane “Pinin” preferisce tornare in Italia per creare la sua azienda.
Il DNA dell’odierna Pininfarina è ancora quello tramandato da “Pinin”, i cui valori sono la centralità del design, il senso estetico in grado di creare bellezze senza tempo, la costante tensione all’innovazione, la forza di una tradizione che sposa industria, tecnologia e ricerca stilistica, la capacità di interpretare le esigenze del cliente senza snaturarne l’identità di marca.
Tutto questo verrà approfondito in una serie di incontri e conferenze programmate nello stand ASI durante Automotoretrò, nelle quali sarà lo stesso Paolo Pininfarina (nipote del fondatore e attuale presidente dell’azienda) a fare da “cicerone” insieme a molti altri protagonisti di questa fantastica storia italiana. Regina dell’esposizione sarà l’immortale Cisitalia 202 Coupé del 1947: prima vettura al mondo entrata a far parte della collezione permanente di un museo d’arte moderna – il MoMA di New York – come “una delle otto meraviglie dei nostri tempi” e definita da Arthur Drexler una “scultura in movimento”..

Gli scambi culturali tra Italia e Cina viaggiano in auto d’epoca con il “Marco Polo Silk Road – Classic Raid 2020”

In occasione del recente salone Milano AutoClassica, l’Automotoclub Storico Italiano e la Federation of Classic Car China hanno siglato ufficialmente l’accordo di collaborazione per l’organizzazione dell’evento “Marco Polo Silk Road”, che si svolgerà dal 18 settembre al 30 ottobre 2020 per celebrare i 50 anni dei rapporti diplomatici tra Italia e Cina. Sarà un viaggio all’insegna della cultura e della scoperta, che porterà i partecipanti e le loro auto storiche da Venezia a Xi’an, grande città capoluogo della provincia di Shaanxi, nella Cina centrale. Verranno percorsi quasi 13.000 chilometri, attraversando 11 Paesi, tra i quali Turchia, Russia, Kazakhstan e Uzbekistan.
Alla presentazione dell’evento hanno partecipato Wu Zheng, Tan Bo e Juan Simoni, rispettivamente presidente, vice presidente e referente italiano della FCC China. Insieme ad Alberto Scuro e a Marco Rodda, presidente e responsabile rapporti esteri di ASI, hanno illustrato l’anteprima del programma evidenziando gli obiettivi dell’iniziativa: usando come strumento un “museo viaggiante” composto da 20 selezionate auto storiche costruite fino al 1990, si vuole sostenere lo scambio culturale tra Italia e Cina e promuovere le grandi opportunità di sviluppo economico che entrambi i Paesi possono offrire l’uno all’altro, anche nel settore del motorismo storico.
Partendo da Venezia, città natale di Marco Polo, i partecipanti vivranno esperienze uniche in ogni Paese attraversato, scoprendo le eccellenze culturali, artistiche e architettoniche locali, apprezzando le tradizioni gastronomiche e lasciandosi coinvolgere da spettacoli folcloristici. La città di Xi’an è stata scelta come meta finale perché l’antica Via della seta partiva proprio da qui e da qui ebbero inizio, duemila anni fa, i primi rapporti tra Occidente ed Estremo oriente.
“Siamo molto contenti che la Federazione cinese abbia visto in ASI il partner ideale per concretizzare questa iniziativa – ha sottolineato Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano – e da parte nostra abbiamo riunito le figure più esperte e preparate per sfruttare al meglio questa importante apertura verso l’Oriente. All’ombra della Grande Muraglia, infatti, sta crescendo sempre di più la passione per i veicoli storici, ma mancano quasi del tutto le competenze culturali e tecniche per impostare le fondamenta di un settore del tutto nuovo in quel Paese. Siamo sicuri che questo viaggio sulla Via della seta sarà solo il primo passo di una nuova, grande avventura di ASI in campo culturale e nei rapporti internazionali per esportare il made in Italy motoristico”.

ASI a Milano Autoclassica 2019: 100 anni Zagato, premiazioni e spazio ai giovani

Dal 22 al 24 novembre si svolgerà la nona edizione di Milano AutoClassica, salone di fine stagione ospitato nei padiglioni di Fiera Milano Rho. Vi parteciperà anche l’Automotoclub Storico Italiano con un programma ricco di appuntamenti e iniziative. Lo stand dell’ASI sarà all’interno del padiglione 18 e l’esposizione sarà dedicata principalmente ai 100 anni della Zagato, azienda milanese celebre in tutto il mondo per il suo design funzionale, ricercato e innovativo. Tra le vetture esposte ci sarà l’emblematica Alfa Romeo 6C 1500 GS “Testafissa” del 1933, che con i colori della Scuderia Ferrari si aggiudicò la vittoria di classe alla Mille Miglia del 1934 con al volante la “Marocchina”, al secolo Anna Maria Peduzzi, appassionata e temeraria pilotessa dell’epoca. In un perfetto parallelo tra passato e presente dello straordinario connubio Zagato-Alfa Romeo, sarà esposta anche la TZ3 Stradale, una delle nove costruite dall’atelier milanese nel 2011 come evoluzione delle storiche TZ1 e TZ2 degli anni ’60. Inoltre, il marchio Zagato sarà celebrato in una serie di conferenze a tema, che si terranno domenica mattina 24 novembre con gli interventi di Andrea Zagato e Paolo Di Taranto (“Zagato, un secolo di design e innovazione”), con Giovanni Groppi e Massimo Grandi della Commissione Cultura ASI (“I tratti distintivi di Zagato”) e con Guido Portinari, presidente dello Zagato Car Club (“Una passione che unisce”).
Sabato 23 novembre, dalle 9.30, si svolgeranno le finali dei Trofei ASI con le prove di precisione cronometrica allestite nell’area esterna; contemporaneamente, presso lo stand ASI, si terranno le premiazioni dei riconoscimenti “Manovella d’Oro”, “Pedivella d’Oro”, “Manovella ad Honorem” ed encomi per le manifestazioni dei Club particolarmente significative.
Il programma del pomeriggio proseguirà con la presentazione del “Marco Polo Silk Road Classic Raid 2020”, evento organizzato da ASI e FCCC (Federation of Classic Car China) per celebrare i 50 anni dei rapporti diplomatici tra Italia e Cina con un viaggio culturale da Venezia a Xi’an.
Successivamente, il presidente dell’ASI Alberto Scuro incontrerà gli appassionati nel dibattito pubblico “Motorismo storico: insieme per tutelarlo”: un confronto diretto e trasparente sulle tematiche più attuali: certificazioni, circolazione, tutela fiscale. Infine, chiuderà la giornata la presentazione della Squadra Corse ASI-Laverda, dell’ASI MotoShow e di altri eventi ASI previsti per il 2020.
Un altro importante tema che ASI porterà a Milano AutoClassica sarà quello dei giovani e della loro istruzione per cogliere le tante opportunità professionali nel settore del motorismo storico. Verrà presentato il corso per “Tecnico riparatore di veicoli a motore: auto e moto d’epoca”, istituito dal CAPAC Politecnico del Commercio e del Turismo di Milano con il supporto di ASI e Registro Italiano Porsche 356: durante l’intero weekend del salone, i giovani allievi saranno alle prese con lo smontaggio “live” di un motore, mentre domenica 24 novembre interverranno i rappresentanti di CAPAC, Regione Lombardia, Comune di Milano, Confcommercio Milano-Lodi-Monza Brianza e Registro Italiano Porsche 356.

Originalità, passione e futuro il motorismo storico secondo ASI ad “Auto e Moto d’Epoca”

Dopo quattro intense giornate va a concludersi, a Padova, la 36^ edizione del salone internazionale “Auto e Moto d’Epoca” (24-27 ottobre). Lo stand dell’Automotoclub Storico Italiano è stato il centro nevralgico della passione, dimostrata dalle decine di migliaia di visitatori italiani e stranieri che hanno invaso i padiglioni di Padova Fiere.
“Siamo orgogliosi di rappresentare il riferimento di questo mondo di passione – ha sottolineato il presidente dell’ASI, Alberto Scuro – e siamo orgogliosi di continuare ad essere fedeli alla nostra filosofia legata ai principi dell’originalità, della cultura e delle emozioni. Sono questi i valori più importanti che animano il motorismo storico. La passione non ha prezzo, non si misura con il valore economico del veicolo d’epoca desiderato o conservato, magari appartenuto alla stessa famiglia da più generazioni. Allo stesso modo, il valore dell’originalità, che abbiamo voluto evidenziare al salone di Padova, va inteso come patrimonio storico, culturale, sociale e industriale che ogni veicolo storico deve preservare, affinché rimanga fedele testimone per il futuro della nostra storia. Per questo ASI ha intrapreso un percorso evolutivo e virtuoso anche in tema di certificazioni, con il solo obiettivo di tutelare sempre di più e sempre meglio questo settore.”
Nello stand dell’ASI si sono susseguiti numerosi incontri e dibattiti. Tra i più importanti, “Il futuro della storia: originalità, qualità, uso corretto dei veicoli d’epoca” e “Motorismo storico sullo scenario internazionale”. Quest’ultimo, in particolare, ha visto la partecipazione della FIVA (Fédération International des Véhicules Anciens) con il presidente Patrick Rollet e il presidente della Commissione Legislativa Tiddo Bresters; ma soprattutto l’intervento dell’Onorevole Anna Cinzia Bonfrisco, deputato del Parlamento Europeo e membro dell’European Parliament Historic Vehicle Group. L’Onorevole Bonfrisco ha ricordato la costituzione dell’intergruppo nell’ambito di questa legislatura europea ed ha evidenziato che “Occorre rappresentare, insieme alle organizzazioni internazionali del settore, l’ineguagliabile patrimonio italiano di veicoli storici che celebrano il genio italiano e costituiscono ancora uno straordinario motore di sviluppo economico, culturale e sociale. Se davvero la futura Commissione Europea vedrà un Commissario promuovere lo stile di vita europeo, quale modo migliore per farlo cominciando proprio dalla valorizzazione di oltre un secolo di storia del motorismo? Il settore andrà sempre più regolato a livello europeo: in questo senso è fondamentale la collaborazione con FIVA e con le associazioni nazionali di riferimento come l’ASI”.
I veicoli esposti nello stand ASI hanno espresso anche il tema del futuro prossimo del collezionismo: di costruzione relativamente recente, tra di loro agli antipodi come tipologia, prestazioni e valore economico, ma sempre uniti dalla loro originalità. Per le auto, sono state scelte una Autobianchi Y10 del 1987 ed una Ferrari F40 del 1990; per le moto, uno scooter Gilera Easy Moving del 1997 ed una Ducati 916 SPS del 1998. Visto il carattere internazionale del salone, non è un caso che siano stati tutti di produzione italiana.