Erik Comas, una carriera Stratosferika

Gli anni della maturità hanno portato ad Erik Comas la “chiusura del cerchio” intesa come la realizzazione di una carriera nel mondo dello sport automobilistico a 360 gradi.

Cinquantasei anni compiuti il 28 settembre scorso, il pilota di origini francesi naturalizzato svizzero ha raggiunto una maturità sul piano professionale e personale del quale può andare fiero.

Campione di Francia di Formula 3 nel 1988, campione intercontinentale di Formula 3000 nel 1990 e poi il debutto in Formula 1 con la Ligier per due anni, altri due con la Larrousse fino all’ incidente che porta via Ayrton Senna al mondo a pochi metri dagli occhi di Erik. Se il mondo pianse, per Comas fu ancora più dura accettare che nulla potè fare per quel suo idolo e amico che due anni prima gli salvò la vita a Spa.

Da qui il passaggio al GT nipponico del quale fu campione nel ’98 e 99 con Nissan, le sette partecipazioni alla 24 Heures du Mans (secondo posto nel 2005 con Pescarolo Judd) e la creazione a Tokyo della Comas Racing Management.

L’ amore coltivato fin da ragazzino per i rallies e per le auto storiche lo porta a creare la Comas HR con sede ad Aigle nel 2002, team di auto storiche che – sotto la supervisione del pilota- mette in auto gli appassionati dell’ Alpine A110.

Con le sue berlinette Comas organizza trasferte per i suoi clienti e partecipa al tempo stesso a numerose edizioni di svariati rally storici (Monte Carlo, Neige et Glace, Maroc, Tour Auto, Pau, Corse, Espagne) aggiudicandosi lui stesso la vittoria del Tour de Corse, della Paris Nice, del Tour Auto.

Pioniere dell’ energia alternativa, Comas vince a bordo della Tesla Roadster il Rallye Monte Carlo Energies Alternatives nel 2010 E 2011 e crea la società Green Cars Challenge.

I rallies prendono il sopravvento nella vita del pilota svizzero che nel 2012 si approccia alla Regina del Rally: la Lancia STRATOS.

Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa poiché, con una caparbietà senza eguali, si mette alla ricerca di un preparatore che possa riportare ai massimi livelli in ambito storico quella che fu la regina incontrastata degli anni ’70.

La passione per la “bête à gagner” diventa ossessione e, per sua stessa ammissione, l’obbiettivo di correre con questa auto si rivela un’ impresa molto costosa che porta il pilota a toccare tre nazioni nella sua ricerca incontrando spesso cialtroneria ed incompetenza.

Nel 2014 rende il primo grande omaggio all’ auto torinese: crea il sito www.lanciastratos.com e nel 2015 pubblica il libro “Lancia Stratos, mythe et réalitè”, un’ opera in francese che riporta, oltre alla storia, foto d’ epoca.

Ma è nel gennaio di quell’ anno che avviene un incontro determinante per il pilota svizzero. Consapevole che la proprietà intellettuale del nome Stratos nell’ orologeria appartiene a Zenith Watches e, essendo stato testimonial dei marchi appartenenti al gruppo LVMH, propone ad Aldo Magada, CEO di Zenith, il proprio ambizioso programma sportivo. Aldo, di chiare origini italiane ed appassionato di auto storiche, cede al fascino della belva torinese e alla raffinatezza di guida di Comas e sponsorizza quella che davvero si può’ chiamare una scommessa.

Firma quindi con Comas un contratto triennale che ha come obbiettivo la vittoria del campionato italiano auto storiche (forse il più difficile campionato in ambito europeo a causa del numero di piloti professionisti), l’organizzazione di un evento classic cars e la vittoria del titolo europeo. Viene inoltre richiesto al pilota di essere consulente nel settore della strategia marketing legata alle auto classiche per il noto brand, richiesta piuttosto naturale considerato che Comas parla 4 lingue fluentemente tra le quali il giapponese, oltre ad avere molta esperienza nel marketing.

Nella primavera del 2015 Erik comincia il suo percorso italiano: si iscrive al Campionato Italiano, si fidanza con Raffaella Serra incontrata a Biella – la città che grazie a Claudio Maglioli perfezionò la Stratos- che diventa la sua personal trainer e addetta stampa e alla fine della stagione è il primo ed unico straniero a diventare Campione italiano.

La Stratos Zenith, con la sua inconfondibile livrea, diventa in Italia un’ icona e Comas riporta quest’ auto leggendaria alla vittoria di un titolo in tempi recenti.