Umberto Scandola e Guido D’Amore ottavi nel loro primo Monte Carlo

Pur non correndo le ultime 4 prove speciali di domenica, la Hyundai #34 ha guadagnato una posizione in classifica del Mondiale WRC3 Nel finale altri piloti hanno pagato le difficoltà di una gara unica e i tempi fatti segnare precedentemente da Umberto e Guido hanno portato a un buon risultato conclusivo. Rotto il ghiaccio lo Hyundai Rally Team Italia si prepara alle prossime gare del Campionato del Mondo Rally 2020 a partire dal Rally Sweden (S) dal 13-16/02

Monaco (F), 26 gennaio – Il singolare regolamento sportivo del Rallye di Monte Carlo ha permesso di migliorare una posizione nella classifica finale alla Hyundai i20 R5 di Scandola-D’Amore, pur non correndo.

Dopo aver concluso la gara sabato sera con il nono posto tra gli equipaggi iscritti al mondiale WRC3, domenica Umberto e Guido non hanno potuto far altro che riposarsi a Monaco aspettando la chiusura del rally da parte dei sessanta equipaggi classificati alla tappa finale. Gli avversari invece hanno disputato le ultime quattro prove speciali e alcuni di loro sono incappati in problemi tecnici o uscite di strada come era avvenuto al Pilota veronese nella terza prova speciale della competizione. Alla fine la passerella sul palco d’arrivo in Quay Albert, per tutti i piloti arrivati tra ieri e oggi, ha premiato Umberto Scandola e Guido D’Amore con un ottavo posto di categoria. Grazie a questo risultato il difficile esordio nel Mondiale Rally 2020 ha permesso di conquistare 4 punti nel WRC3, la categoria riservata alle vetture R5 non iscritte dal costruttore come lo Hyundai Rally Team Italia.

È singolare guadagnare una posizione in classifica in questo modo ma è il regolamento particolare di una rally particolare. Dopo il ritiro avevamo pagato parecchi minuti di ritardo e questo non ci ha permesso di arrivare a disputare la gara completa con l’ultima tappa e di lottare per il podio”, racconta Umberto Scandola. “Alla fine il nostro primo Monte Carlo si è corso solamente in sette delle sedici prove speciali in programma, ma anche nell’anomala versione breve abbiamo conquistato l’ottavo posto in WRC3 grazie a una serie di buoni tempi nella parte centrale. Per questo io e Guido siamo soddisfatti e ringraziamo sentitamente la squadra, Hyundai Italia, Hyundai Motorport Customer Racing e Michelin, assieme ai partner del progetto come Withu, Pakelo e Genart”.

88° Rallye Monte Carlo – Classifica Finale WRC3: 1.Camilli-Buresi (Fra) Citroën C3 in 3:24:39.8 (media di 89.2 km/h); 2.Ciamin-Roche (Fra) Citroën C3; 3.Bonato-Boulloud (Fra) Citroën C3; 4.Rossel-Fulcrand (Fra) Citroën C3; 5.Munster-Louka (Lux) Škoda Fabia; 6.Brazzoli-Barone (Ita) Škoda Fabia; 7.Díaz-Sanjuan (Esp) Škoda Fabia; 8.Scandola-D’Amore (Ita) Hyundai i20; 9.Nobre-Morales (Bra) Škoda Fabia.

World Rally Championship – Calendario 2020: 1. 23-26/01 Rallye Monte-Carlo (asfalto/neve); 2. 13-16/02 Rally Sweden (terra/neve); 3. 12-15/03 Rally Guanajuato México (terra); 4. 30/04-3/05 Rally Argentina (terra); 5. 21-24/05 Rally de Portugal (terra); 6. 04-07/06 Rally Italia Sardegna (terra); 7. 16-19/07 Safari Rally Kenya (terra); 8. 06-09/08 Neste Rally Finland (terra); 9. 03-06/09 Rally New Zeland (terra); 10. 24-27/09 Rally of Turkey (terra); 11. 15-18/10 ADAC Rally Deutschland (asfalto); 12. 29/10-1/11 Wales Rally GB (terra); 13. 19-22/11 Rally Japan (asfalto).

Si chiude con i primi punti mondiali il Rallye Monte Carlo di Scandola-D’Amore

Nella terza tappa di sabato il veronese risale con regolarità al 9° posto tra le WRC3. Il tempo perso accumulato con il prematuro ritiro di ieri non permette di accedere ai primi sessanta della classifica generale per disputare l’ultima giornata di gara. Hyundai Rally Team Italia raccoglie indicazioni importanti per il Rally di Svezia

Monaco (F), 25 gennaio – Anche oggi non è stata una giornata semplice per Umberto Scandola e Guido D’Amore al debutto nel Rallye di Monte Carlo 2020, ma ne sono usciti nella maniera migliore. L’equipaggio di Hyundai Rally Team Italia è rientrato regolarmente in gara dopo il ritiro di ieri a causa di un contatto contro un terrapieno che ha rotto il radiatore della i20 R5. Gravati di una forte penalità imposta dal regolamento, Umberto e Guido non si sono persi d’animo e hanno cercato di recuperare posizioni e di prendere ulteriore confidenza con la vettura e con le insidiose prove speciali della gara mondiale. Da una parte era fondamentale non commettere errori e nello stesso tempo risalire nella classifica generale, anche se il ritardo non permetteva di puntare a traguardi troppo ambiziosi.

Sabato terza tappa quattro prove speciali e tanti km con continue variazioni di fondo e temperature rigide che hanno imposto pneumatici Michelin chiodati, il cui uso è limitato solamente a questo rally. Il risultato finale è stato decisamente positivo. Tempi in costante miglioramento attorno alla sesta-settima posizione di categoria, nessun errore di guida e la vettura che ha risposto in maniera perfetta.

Al termine dell’intensa giornata ha fatto seguito un lungo trasferimento di 245 km da Gap al Principato di Monaco per portare la Hyundai i20 #34 al parco chiuso serale, anche se per loro non ci sarà la possibilità di disputare le ultime 4 prove di domenica perché il Rallye di Monte Carlo è l’unica gara del mondiale che limita l’accesso alla parte conclusiva solamente alle prime sessanta vetture classificate. Per Scandola la penalizzazione di oltre 50 minuti pagata venerdì lo ha estromesso da questo obiettivo che sarebbe stato assolutamente alla portata.

Al momento la principale soddisfazione del generoso impegno dell’equipaggio e della squadra veronese si concretizza con il nono posto di categoria premiato con due punti, ma che potrebbero anche aumentare nel caso ci fossero ulteriori ritiri negli ultimi km da parte degli avversari. I primi punti nella classifica conduttori del WRC3 dai quali ripartire già nei prossimi giorni. Il programma messo in calendario dal team e dallo sponsor Withu prevede come seconda gara il Rally di Svezia dal 13 al 16 febbraio anche se al momento le condizioni meteo, in questo caso la scarsa neve sulle strade scandinave, potrebbe far modificare il programma da parte degli organizzatori.

Mi spiace non essere della partita anche domani, ma queste sono le regole del Monte Carlo”, racconta Umberto Scandola. “Peccato per il piccolo errore di ieri che ha pesato in maniera determinante sul proseguimento della gara. In questa giornata molto lunga e impegnativa ho apprezzato le qualità della vettura e delle gomme e posso dire di aver accumulato una grande esperienza che mi tornerà utile già dalla prossima gara. Oggi ho capito che in condizioni normali io e Guido, assieme a tutto il team che ha lavorato in maniera molto professionale, possiamo lottare per il podio e i primi punti in questo lungo mondiale sono una motivazione per dare sempre il massimo”.

Compleanno speciale per Mauro Miele: primo degli italiani e 20° assoluto al Rally di Monte-Carlo

Straordinaria prestazione dell’esperto driver di Olgiate Olona che nel giorno del suo 64° compleanno si toglie lo sfizio di classificarsi nella Top20 del prestigioso Rallye Monte-Carlo insieme all’alessandrino Luca Beltrame su Skoda Fabia R5.

Olgiate Olona (VA) – Mauro Miele ha trovato l’elisir di giovinezza. Proprio nel giorno del suo sessantaquattresimo compleanno, il pilota olgiatese ha compiuto un’impresa sognata da molti: entrare nella Top20 del Rallye Monte-Carlo, celeberrimo appuntamento inaugurale del WRC, il campionato del mondo rally, giunto all’88° edizione.

A bordo di una Skoda Fabia R5 magistralmente preparata dalla Dream One Racing, il portacolori della scuderia Giesse Promotion ha inanellato una serie di prestazioni importanti condivise in abitacolo con il copilota piemontese Luca Beltrame: costante, veloce e mai falloso, Mauro Miele ha festeggiato all’arrivo la 20° posizione assoluta all’interno della corsa più famosa del mondo.

Non è stato semplice– racconta Mauro Miele- perché le condizioni stradali del Monte-Carlo sono sempre mutevoli e non sai mai come affrontarlo; la scelta delle gomme da montare è davvero difficile e ne abbiamo avuto costante una riprova: non vi era molta neve ma il fango -quello sì- eccome!”

Ventesimo assoluto, undicesimo di R5 e terzo tra i concorrenti equipaggiati Pirelli, Mauro Miele continua il suo racconto con la felicità di chi sa di aver ottenuto un grande risultato. A ciò si aggiunge il 2° posto del Promotion, serie che racchiudeva i non partecipanti alle classifiche iridate.

“Essere primo dei piloti italiani al traguardo mi inorgoglisce – prosegue Miele- anche se devo ammettere che il livello dei primi dieci di categoria è stratosferico; loro però sono giovanissimi ed esuberanti e così, a volte, sbagliano e si devono fermare o perdono parecchio tempo; noi qualche rischio lo abbiamo preso come un testacoda di 360° a 140 chilometri orari ma per il resto devo dire che siamo stati attenti e costanti. La tappa domenicale è stata quella più divertente: le altre erano estremamente impegnative e sembrava più una gara di sopravvivenza che di velocità! Certo è che trovo appagante correre in competizioni così lunghe: abbiamo messo il casco giovedì e finito oggi (domenica) percorrendo oltre trecento chilometri di speciali e dormendo quattro ore per notte a causa dei lunghi spostamenti nei trasferimenti. Diciamo che l’allenamento fisico pregara è fondamentale.”

Ora Mauro Miele e Luca Beltrame sono lanciati nel loro programma mondiale: prossima tappa del Wrc sarà il Portogallo così come sicuro è il Galles di fine anno: “il ballottaggio è tra il Sardegna ed Il Finlandia” chiosa Miele.

Aperte le iscrizioni del Rally della Val d’Orcia in programma il 22-23 febbraio 2020

Una edizione che presenta il ritorno della prova speciale di Piancastaio che si unisce alle due che hanno caratterizzato le ultime edizioni la prova speciale di Padicofani e  quella di San Casciano di Bagni. La manifestazione senese, oirganizzata dalla Radicofani Motorsport, sarà il penultimo appuntamento del Raceday Rally Terra 2019/2020 ed il primo del neonato Campionato Rally Terra Autostoriche. Foto Fotosport

Radicofani (SI), 26 gennaio 2020. Sono ufficialmente aperte le iscrizioni all’edizione numero undici del Rally della Val d’Orcia e della seconda edizione del Rally Storico della Val d’Orcia organizzati dalla scuderia Radicofani Motorsport. Le due manifestazioni sono tra i primissimi appuntamenti della stagione 2020 e hanno destato interesse per l’introduzione in questa edizione di una prova già utilizzata negli anni ottanta dal Rally mondiale di Sanremo e negli anni duemila nel Coppa Liburna invece valevole per il Campionato Italiano cioè la prova di Piancastagnaio. Entusiasmo per gli appassionati che avranno un palcoscenico unico unendo la rientrante prova alle due che erano già presenti nelle recenti edizioni cioè la prova di Radicofani e quella di  San Casciano dei Bagni formando quindi un trittico di prove che saranno tutte ripetute due volte e che avranno un chilometraggio totale di 63,50 Km su un percorso globale di 265,32 Km.

 

La manifestazione avrà luogo l’ultimo week end di febbraio e coinvolgerà principalmente i tre comuni interessati alle tre prove speciali, parole di apprezzamento da parte dell’amministrazione di Piancastagnaio, il nuovo comune interessato alla gara, che per voce del sindaco Luigi Vagaggini ha sintetizzato così il coinvolgimento del Comune “Siamo onorati di essere la new entry di una manifestazione così importante che ci offre la possibilità di mostrare il fascino del borgo medievale e l’incantevole natura del Monte Amiata” poche parole che danno però idea di come la manifestazione sia considerata dalle amministrazioni dei luoghi coinvolti come un evento di promozione del territorio ed un elemento importante per l’economia locale. Inoltre l’apprezzamento per le bellezze rurali e naturali, l’affascinante storia, la buona cucina e l’ospitalità, che caratterizzano quest’angolo della Val d’Orcia, faciliteranno l’afflusso presso il territorio di migliaia di persone provenienti non solo dalla nostra penisola, ma anche da fuori Italia.

 

La manifestazione ha aperto le iscrizioni nei giorni scorsi e chiuderanno sabato 14 febbraio mentre le ricognizioni verranno effettuate venerdì 21 febbraio. Le verifiche ante gara invece sono previste sabato 22 febbraio dalle ore 08.00 alle ore 12.30 presso Stosa Cucine nella Zona Industriale Val di Paglia di Radicofani. Nella stessa giornata in programma lo shake down (dalle ore 09.00 alle ore 14.00) ed alle 18.31 la cerimonia di partenza dalla suggestiva Piazza San Pietro a Radicofani. Gli equipaggi si dirigeranno presso San Casciano dei Bagni dove sarà previsto il lungo riordino notturno. Domenica 23 febbraio la gara vera e propria con iniziale parco assistenza nella funzionale zona industriale della Val di Paglia  e la disputa delle prove speciali con il tratto d’apertura di San Casciano dei Bagni di 6,58 Km.  seguito dalla new entry Piancastagnaio invece di 12,56 Km.  sempre Piancastagnaio ospiterà il secondo Riordino seguito da Parco Assistenza (Z.I. Val di Paglia) e nuovo giro di tratti cronometrati con la disputa della classica prova di Radicofani di 12,61 Km. e di nuovo San Casciano dei Bagni di 6,58 Km. a cui seguirà il terzo riordino di San Casciano dei Bagni e il Parco Assistenza (Z.I. Val di Paglia), infine ultima parte di gara con la ripetizione delle prove di Piancastagnaio di Km. 12,56 e di Radicofani Km. 12,61 ed arrivo a Radicofani del primo equipaggio alle ore 16.43.

In tutto saranno sei i tratti cronometrati in programma per 63,50 Km. su un percorso globale di 265,32 Km.

 

Quindi un programma intenso per questa undicesima edizione del Rally della Val d’Orcia a cui è stata unita la seconda edizione del Rally Storico della Val d’Orcia, il primo come penultimo e decisivo appuntamento del seguito Raceday Terra ed il secondo del neonato Campionato Italiano Terra Autostoriche.

L’edizione 2019 del Rally della Val d’Orcia vide una lotta serratissima per la vittoria con tre equipaggi in lizza con distacchi minimi, alla fine vinse il duo Smiderle-Bordin su Ford Fiesta WRC davanti a Fanari-Stefanelli e Travaglia-Gelli giunti entrambi con lo stesso distacco di 4”6 dal vincitore e giunti nell’ordine per la discriminante. Nel Rally Storico invece fù il giovane Battistolli in coppia con Cazzaro ad aggiudicarsi la vittoria su Lancia Delta Integrale.

Spunti decisamente interessanti previsti anche per questa edizione del Val d’Orcia dove la Radicofani Motorsport ha coinvolto le Amministrazioni ben coadiuvate anche dalle realtà economiche locali e da tutta la popolazione che ha accolto in maniera entusiasta la manifestazione diventata uno dei più importanti eventi della zona.

Lamborghini, terzo trionfo consecutivo e doppietta alla 24 Ore di Daytona

Daytona 26 gennaio 2020  Lamborghini ha vinto per il terzo anno consecutivo la 24 Ore di Daytona, la più famosa gara di endurance d’America che dà il via al campionato IMSA, consolidando il primato di successi nella storia della classe GTD. La vittoria è stata conquistata dalla Huracán GT3 Evo n. 48 del team Paul Miller, seguita dalla Huracán n. 44 della scuderia GRT Magnus, che ha completato il trionfo e regalato a Lamborghini la seconda doppietta a Daytona.

Primo successo sullo storico circuito triovale per il pilota ufficiale Lamborghini Andrea Caldarelli, volato in Florida per supportare gli statunitensi Madison Snow, Brian Sellers e Corey Lewis, già vincitori della 12 Ore di Sebring nel 2018. Così come Marco Mapelli si è unito a John Potter, Andy Lally e Spencer Pumpelly sulla vettura n. 44 del team GRT Magnus.

Scattata dall’8° posto, dopo tre ore la vettura di Paul Miller si è portata in seconda posizione, mentre Magnus rimontava dalle retrovie fino all’11° posto. La quinta ora si è aperta con la vettura n. 48 in testa alla gara, con Snow al volante. Da quel momento le Lamborghini del team Paul Miller e GRT Magnus si sono alternate al comando, mantenendo la leadership quasi ininterrottamente. A due ore dal termine Pumpelly si trovava in testa tallonato da Snow, prima di lasciare le vetture a Mapelli e Caldarelli per lo stint decisivo. I due Lamborghini Factory Drivers hanno messo in scena un entusiasmante duello per la vittoria, con l’Audi R8 n. 88 nel ruolo di terza sfidante. Ad avere la meglio Andrea Caldarelli, che ha tagliato il traguardo davanti a Mapelli, staccato di 22 secondi.

Stefano Domenicali, CEO e Chairman di Automobili Lamborghini, ha dichiarato: “Nel 2019 avevamo già scritto la storia vincendo per la seconda volta consecutiva una gara leggendaria, alla quale partecipano tutti i marchi automobilistici più prestigiosi. Il trionfo di quest’anno è la dimostrazione di come in Lamborghini non ci si fermi mai, lavorando incessantemente per raggiungere sempre nuovi e più alti traguardi. I miei complimenti ai team e ai nostri piloti, che hanno fatto un lavoro straordinario“.

Maurizio Reggiani, Chief Technical Officer Automobili Lamborghini, ha dichiarato: “Sapevamo di aver dato ai nostri piloti una macchina vincete, poi loro hanno fatto la differenza. Ora però non dobbiamo addormentarci sugli allori, tra una settimana si corre la 12 Ore di Bathurst e abbiamo ancora parecchie soddisfazioni da toglierci”.

Giorgio Sanna, Head of Motorsport Automobili Lamborghini, ha dichiarato: “Questa terza vittoria ha dell’incredibile perché è figlia di un lavoro costante durante tutto l’anno, è il segnale che non ci accontentiamo mai, che lavoriamo sempre con grande costanza e determinazione. Grazie ai nostri ragazzi, hanno fatto un lavoro eccezionale”.

 

Ferrari fuori dal podio a Daytona

Daytona, 26 gennaio 2020 – Si chiude con il settimo posto nella classe GTD della 488 GT3 Evo 2020 di Scuderia Corsa la 58sima edizione della 24 Ore di Daytona, prova di apertura della serie IMSA, mentre la 488 GTE di Risi Competizione, impegnata nella classe GTLM, è stata costretta al ritiro a poco più di un’ora dal termine a causa dell’esplosione di uno pneumatico che ha danneggiato la carrozzeria.

GTLM. La gara della Ferrari 488 GTE di Risi Competizione è stata pesantemente condizionata da un Balance of Performance che ha tolto ogni possibilità alla vettura numero 62 di lottare con gli avversari. Nonostante l’impegno totale dei piloti e le ottime strategie della squadra il passo della 488 GTE era lontano da quello degli avversari. La gara della vettura condotta dal quartetto di piloti ufficiali Calado-Pier Guidi-Rigon-Serra, è stata anche caratterizzata da alcuni episodi sfortunati, come le due forature accusate da Rigon, cui si è aggiunta l’esplosione dello pneumatico posteriore destro a 1h21’ dal termine, quando al volante si trovava Calado. I danni riportati costringevano la squadra a ritirare la vettura. “Non ho mai visto un BoP così negativo per noi” – ha commentato Rigon – “facevamo fatica a superare le vetture di classe GTD in velocità”. Sulla stessa linea anche il commento di Daniel Serra: “Abbiamo fatto il massimo anche se credo sia stato evidente a tutti che non avevamo la velocità sul rettilineo che i nostri avversari hanno messo in mostra. Il team ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità, noi piloti anche dunque abbiamo poco da rimproverarci”

GTD. Si chiude con il settimo posto finale la gara della Ferrari 488 GT3 Evo 2020 di Scuderia Corsa nella classe GTD, lasciando non poco rammarico nel team americano, a lungo in lizza per il podio prima di perdere due giri per un problema durante la sostituzione dei freni. L’equipaggio composto da MacNeil-Westphal-Vilander-Balzan ha evidenziato un ottimo passo durante tutte le 24 ore di gara, a conferma della bontà delle soluzioni introdotte con la versione Evo 2020 della 488 GT3, alla sua seconda apparizione sulle piste. Come per la classe GTLM, il Balance of Performance ha inciso negativamente anche sulle prestazioni della nuova vettura di Maranello.  “La 24 Ore di Daytona è una delle mie gare preferite” ha dichiarato Alessandro Balzan “ed è bello essere tornato a disputarla. È frustrante però avere una vettura fantastica ma non avere la possibilità di lottare vista la differenza di velocità massima con i nostri rivali. Il settimo posto finale non è il risultato a cui ambivamo, ma abbiamo dato tutto”

Automotoretrò 2019, aspettando l’apertura della prossima edizione

Mancano ormai solo più cinque giorni alla prossima edizione di Automotoretrò-Automotoracing in programma a Lingotto Fiere di Torino da giovedì 30 gennaio (aperura al pubblico dalle ore 15.00 alle 19.00) a domenica 2 febbraio (orario continuato dalle 9.00 alle 19).

La kermesse torinese si preannuncia come un grande spettacolo e Kaleidosweb offrirà grandi spazi alla manifestazione nelle giornate successive all’evento con immagini e resoconti dettagliati. Al momento, però, vuole fare un salto alla scorsa edizione, presentandovi ogni giorno un’immagine affasciante di ciò che è stato.

Montecarlo apre la stagione rallistica mondiale con i fuochi d’artificio

Testo e foto di Gabriele Valinotti

MONTE-CARLO (Principato di Monaco) – Che sia il rally più bello e amato del mondo non ci sono dubbi. Con le sue incognite e la necessità di azzardare gomme e scelte tecniche la gara della Costa Azzurra continua ad attrarre l’attenzione di milioni di appassionati. Anche la nostra attenzione, e per questo motivo abbiamo dedicato al Monte-Carlo una bella galleria fotografica, realizzata da Gabriele Valinotti, sulle prime fasi di gara.

Scandola si ferma nella 2° tappa del Monte Carlo ma è pronto a rientrare

Nell’insidiosa prima prova speciale di venerdì una toccata porta alla rottura del radiatore nella vettura di Umberto Scandola e Guido D’Amore. Nella prima giornata l’equipaggio di Hyundai Rally Team Italia aveva chiuso al 7° posto di WRC3 secondo tra i piloti non francesi. La squadra al parco assistenza ha ripristinato la Hyundai i20 R5 che sarà al via nella seconda parte del rally con l’obiettivo principale di fare esperienza 

Gap (Francia), 24 gennaio – Due prove speciali nella tarda serata di giovedì 23 gennaio hanno portato gli 87 concorrenti al via della 88° edizione del Rallye Monte Carlo dal Principato di Monaco a Gap. Un primo tratto cronometrato asciutto e un secondo innevato parzialmente con placche di ghiaccio e molto fango nei tagli, giusto per confermare che questo è un rally diverso da tutti gli altri. Umberto Scandola, al debutto su queste strade con il navigatore Guido D’Amore e la Hyundai i20 R5, fa segnare un ottavo e un settimo tempo tra gli equipaggi iscritti al Campionato del Mondo WRC3. La prima tappa si conclude con il settimo posto alle spalle di cinque specialisti francesi e un ungherese, e primo tra gli italiani.

Venerdì 24 la seconda tappa composta da sei prove, tre da ripetere due volte. Partenza poco dopo le 08:00 del mattino per affrontare i 20 km da Curbans a Venterol. I primi due tempi intermedi sono positivi, Umberto sta cercando di trovare il giusto ritmo per lottare nella parte alta della classifica senza rischiare troppo, ma non è facile. Nella seconda parte della prova, all’uscita di una curva destra, scivola colpendo con l’anteriore il terrapieno interno schiacciando il paraurti contro il radiatore che si rompe e buca un pneumatico. Umberto e Guido raggiungono lentamente il fine prova ma si devono fermare.

Ho pagato cara una piccola ingenuità”, racconta Scandola. “Ho stretto una curva lenta agganciando l’interno per evitare la parte esterna più scivolosa, ma un leggero dosso ha fatto sobbalzare il posteriore. Quando ho cercato di gestire la perdita di aderenza con l’acceleratore ormai era iniziato il testacoda che ci ha portato a picchiare all’interno con l’anteriore. Siamo usciti lentamente dalla prova ma i danni meccanici non ci hanno permesso di proseguire. Sono molto dispiaciuto per noi e per la squadra, abbiamo pagato pesantemente un errore di guida quando cominciavo a prendere un certo ritmo. Nel pomeriggio i ragazzi mi hanno sistemato la vettura e sarò nuovamente al via per cercare di ripagare il loro ottimo lavoro con qualche buon tempo”.

Il regolamento del Mondiale Rally permette di ritornare in gara con la formula “Rally 2” pagando un importante penalità in tempo che ha fatto retrocedere nella seconda parte della classifica la Hyundai #34 di Scandola-D’Amore. Adesso nelle quattro lunghe prove di domani, sabato 25 con partenza dopo le 08.30, l’obiettivo è quello di risalire nelle prime sessanta posizioni assolute per poter disputare la tappa finale di domenica e acquisire esperienza molto importante per proseguire nel Mondiale Rally.

Motorsport Italia al Rallye di Monte-Carlo

Paulo Nobre in coppia con Gabriel Morales al via del primo appuntamento del WRC, il Rallye Monte-Carlo con la Skoda Fabia e gli pneumatici Pirelli. 

Gap, 24 gennaio 2020 –  Motorsport Italia è al via della 88esima edizione del Rallye di Monte-Carlo, con il pilota brasiliano Paulo Nobre. Questa fantastica ed affascinante prova, gara inaugurale del campionato del mondo WRC, così come vuole scritto dalla tradizione, non è un semplice rally ma un mix di ingredienti legati al suo fascino e alla sua storia e rispetto a quella del 2019 ha nuove caratteristiche e molte difficoltà. Paulo ha scelto di ripetere l’esperienza internazionale in coppia con il fedelissimo navigatore Gabriel Morales, ricordando la sua ultima partecipazione alla gara monegasca nel 2012 insieme al copilota Edu Paola scomparso lo scorso anno. Alla guida della Skoda Fabia R5 gommata Pirelli nella categoria WRC3, quella riservata ai piloti privati R5, Nobre disputerà tutte le prove del Campionato.

Il rally è partito ieri da Montecarlo e prevedeva nella prima giornata due nuove prove speciali in notturna rispettivamente di 17,47Km e 25,49Km cronometrati.

La gara si snoda dalle insidiose stradine monegasche a quelle al sud est francesi e le condizioni atmosferiche avverse tipiche di questo periodo contribuiscono a renderlo spettacolare.

Oltre 300 i km di prove speciali nei quattro giorni di gara che si concluderanno domenica 26 gennaio con l’arrivo previsto alle ore 15 davanti al Palais du Prince.

Trofeo Rally ACI Vicenza: si è messa in moto l’edizione 2020

Tante le novità della Serie organizzata dall’Automobile Club Vicenza in collaborazione con la Palladio Historic: si sconfina fuori provincia per un calendario con 5 rally moderni e 5 storici.

Subito all’opera le storiche al Lessinia del 14 – 15 febbraio

Vicenza, 24 gennaio 2020  – Giornate d’intenso lavoro per la Commissione Sportiva dell’Automobile Club Vicenza che, in collaborazione con la Scuderia Palladio Historic, presenta la seconda edizione del Trofeo Rally e contemporaneamente è all’opera per la preparazione della cerimonia delle premiazioni, prevista sabato 22 febbraio a Bassano del Grappa in occasione della rassegna Rally Meeting organizzata da Miki Biasion.

Al fine di offrire un trofeo avvincente e da giocarsi su più gare, gli organizzatori hanno optato per una scelta che, oltre alle gare organizzate nella provincia – due moderne e due storiche – inserisce nel calendario altre manifestazioni in Veneto e Trentino Alto Adige, portando a cinque i rally per entrambe le specialità, due dei quali ospiteranno sia le attuali vetture quanto quelle anteriori al 1991.

Saranno proprio le storiche a dare il via alla Serie, sfidandosi nella seconda edizione del Lessinia Rally in programma a Bosco Chiesanuova (VR) il 14 e 15 febbraio. Alle moderne invece, il compito di chiudere la serie a fine novembre col Rally Città di Schio tornato a calendario dopo l’annullamento del 2019.

Al Trofeo Rally 2020 possono partecipare tutti i piloti titolari di tessera emessa da AC Vicenza e di licenza di conduttore rilasciata da ACI Sport ; l’iscrizione è gratuita e va perfezionata in sede al momento del rinnovo licenza o inviata tramite email utilizzando l’apposito modulo.

Per la classifica finale saranno presi in considerazione i migliori quattro risultati di ciascun conduttore.

Queste le gare selezionate:

Auto Storiche: 14/15 Febbraio 2° Lessinia Rally; 24/25 Aprile 10° Valsugana Rally; 29/30 Maggio 16° Rally Storico Campagnolo; 1/2 Agosto 3° Rally StoricoCittà di Scorzè; 25/26 Settembre 15° Rally Storico Città di Bassano.

Auto Moderne: 4/5 Aprile 35° Rally Bellunese; 9/ 10 Maggio 3° Rally della Valpolicella; 1/ 2 Agosto 17° Rally Città di Scorzè; 25/26 Settembre 37° Rally Città di Bassano; 14/15 Novembre 29° Rally Città di Schio.

Per le auto storiche il Rally Città di Bassano avrà come coefficiente 1,5. Per le auto moderne il Rally Città di Schio avrà come coefficiente 1,5.

Come riportato dal regolamento, saranno premiati i soci che si sono imposti nelle varie categorie sia delle auto moderne, quanto delle storiche; oltre ai premi d’onore, al primo pilota e navigatore assoluto nelle auto storiche, auto moderne, under 25, over 60 e femminile, l’AC Vicenza farà omaggio della licenza di concorrente/conduttore per l’anno 2020. Al secondo classificato pilota e navigatore assoluto auto storiche, auto moderne, under 25, over 60 e femminile, l’AC Vicenza farà omaggio della tessera associativa per l’anno 2020.

Ulteriori riconoscimenti per i risultati conseguiti in altre discipline, saranno consegnati a quei conduttori che nella stagione 2020 si saranno messi in evidenza nelle gare di kart, velocità in salita e regolarità nelle diverse tipologie.

Pro Energy premia i protagonisti della Coppa 127 e svela l’edizione 2020

Ad Illasi il team veronese ha premiato gli equipaggi che hanno animato la prima edizione della Coppa 127, incoronando i vincitori, Oreste Pasetto fra i piloti e Martina Marzi fra i navigatori, ed ha aperto il sipario sulla 2° Coppa 127.

VERONA. A pochi chilometri da Illasi, al ristorante Corte Forziello, si sono svolte le premiazioni della 1° Coppa 127 Pro Energy Motorsport con la presenza di diverse 127 da rally provenienti da varie regioni d’Italia a fare da sfondo. Dopo una video proiezione che ha ricordato vetture ed equipaggi che hanno corso all’epoca, ma anche riassunto la prima stagione della coppa dedicata alla berlinetta torinese, la Pro Energy Motorsport, nella figura del vulcanico ed ideatore Vittorio Policante, ha premiato il vincitore fra i piloti, il bresciano Oreste Pasetto, seguito dal pavese Daniele Ruggeri, ottimo secondo, e dall’eporediese Marco Cassina, terzo. Gli organizzatori hanno poi premiato i navigatori, dove la giovane lombarda Martina Marzi ha vinto sia l’assoluta che la classifica femminile precedendo il bresciano Carlo Salvo e la piemontese Alice Biancotto, giunta seconda nel femminile. Nella speciale classifica delle vetture da 900 cc il torinese Simone Pinna ha vinto fra i piloti, davanti a Marco Cassina, e il piemontese Franco Bottan ha sopravanzato la corregionale Alice Biancotto fra i co-driver. Fra le 127 da 1050 cc, vittoria fra i piloti per Oreste Pasetto davanti a Daniele Ruggeri e al veronese Manuel Negrente, mentre la classifica navigatori ha incoronato Martina Marzi oltre al corregionale Carlo Salvo, secondo, e al biellese Corrado Rossetto Guelpa, terzo. Sono stati premiati anche il veronese Mirco Viviani, preparatore delle 127 giunte prima e seconda assoluta, e il biellese Marco Binati, titolare dell’omonima officina di elaborazioni che ha preparato la berlinetta da 900 cc giunta terza assoluta. Da notare che tutti i premi consegnati sono stati realizzati a mano dalla Piccola Fraternità della Lessinia, onlus dedicata a persone diversamente abili a cui Pro Energy ha voluto dare il proprio contributo coniugando sport e beneficenza.

In un clima di fermento agonistico e di festa, Vittorio Policante ha svelato le gare dell’edizione 2020 della Coppa 127, con regolamento in fase di approvazione da parte di Aci Sport, che prevede quattro appuntamenti: si scalderanno i motori a febbraio con il Lessinia Rally Historic; ai primi di maggio le 127 saranno protagoniste sulle strade del Rally Storico del Cuneese; appuntamento estivo poi sulle prove speciali del Rally Alpi Orientali Historic a fine agosto per terminare a fine ottobre col Rally Storico dei Monti Savonesi. Fra le quattro competizioni dal passato storico prestigioso, di cui tre esclusivamente per vetture storiche, l’Alpi Orientali sarà suddiviso su due tappe, permettendo di conquistare doppio punteggio in classifica. Altra novità sarà una riduzione sul costo dell’iscrizione da parte degli organizzatori aderenti alla serie per venire incontro agli iscritti alla Coppa 127. Una serie che mantiene saldo il principio di promuovere la partecipazione delle vetture più piccole, in particolare le 127 nei rallystorici, sia nella motorizzazione 1050 cc che in quella da 900 cc, premiando e valorizzando sia i piloti che i navigatori.

Citroën GS compie 50 anni nel 2020

  • Citroën GS fu presentata al Salone di Ginevra del 1970 come la vettura media della Marca, il cuore della gamma.
  • Disegnata da Robert Opron ha uno stile moderno e linee aerodinamiche. Molto confortevole grazie alle sospensioni idropneumatiche, offre cinque comodi posti, un grande vano bagagli, e un’ottima tenuta di strada.
  • Equipaggiata con motore boxer a quattro cilindri contrapposti, silenzioso e brillante nelle prestazioni, la GS (e la successiva GSA) supererà i 150km/h di velocità massima.
  • Eletta “Auto dell’Anno 1971”, fu prodotta fino al 1986 in diverse versioni, tra cui la Break e la GSA, in circa 2.500.000 di esemplari.

Nel secondo dopoguerra, quando la fabbrica di quai de Javel riprese l’attività, Citroën aveva a listino un solo modello di autovettura: la Traction Avant, lanciata dallo stesso André Citroën nel ‘34 e che sarebbe rimasta in produzione per altri dieci anni. Nel ‘48, Citroën ampliò la sua gamma con il lancio della 2CV e successivamente, dal 1955, con ID e DS.

Ben presto, per coprire le crescenti esigenze del mercato europeo dell’automobile, fu chiaro che la marca del Double Chevron dovesse studiare qualcosa di nuovo e inserire a listino una vettura di medie dimensioni capace di soddisfare quel mercato sempre più in espansione, rappresentato dalle vetture di circa 1000cc di cilindrata.

L’AMI6, lanciata nel ‘61 e risultata per due volte l’auto più venduta di Francia risolse solo parzialmente il problema.

Fu così che Robert Opron, successore di Flaminio Bertoni, fu incaricato di disegnare la carrozzeria di una nuova vettura media, mentre Magès (il padre dell’idropneumatica) si occupò della geometria della sospensione, ispirata a quella della DS ma decisamente più moderna.

Il lavoro filava spedito e già nel 1970 la nuova gamma “G” (da cui GS) era pronta al lancio, debuttando nel marzo di quello stesso anno al Salone dell’Auto di Ginevra, dove la GS 1015 (dai centimetri cubi del motore) fu la vedette dello stand al fianco della grossa coupé SM, anch’essa al debutto.

La GS aveva una struttura monoscocca, diversa da quella di DS e SM (tra loro estremamente simili) e diversa anche dalla futura CX: nella GS la carrozzeria sosteneva la meccanica, le sospensioni anteriori ed il retrotreno, mentre nella CX questi elementi saranno poi disposti su due telai separati, tra loro uniti da longheroni longitudinali che sostengono la scocca.

GS introduceva la grande idea di Magès per contrastare il beccheggio del veicolo in frenata e accelerazione: i cilindri delle sospensioni anteriori non erano posizionati verticalmente (come su DS e SM) bensì erano inclinati in avanti di alcuni gradi, così da generare un vettore di forza non perpendicolare che si oppone naturalmente all’affondata del veicolo in frenata ed al cabraggio in accelerazione, a tutto vantaggio del comfort dei passeggeri.

Vedeva così la luce la prima “1000” di Citroën, GS, innovativa e moderna rispetto alle coeve vetture della concorrenza da cui si distingue per diversi elementi.

L’impianto frenante dispone di freni a disco sulle quattro ruote, con limitatore automatico sul retrotreno in funzione del carico e della sua ripartizione. La carrozzeria è aerodinamica e modernissima, con grande vano bagagli, regolare e facilmente accessibile grazie alla soglia di carico variabile e già molto bassa (solo 42 cm da terra) e grazie al paraurti posteriore integrato nel portellone, che si solleva anch’esso all’apertura, per facilitare il carico. Offre cinque comodissimi posti, cullati dalla morbidezza della sospensione idropneumatica. Lo sterzo, grazie all’adozione di una geometria specifica dell’asse di rotazione delle ruote anteriori, filtra le irregolarità della strada per un grande comfort a bordo. L’abitabilità di GS è eccezionale in rapporto alle sue dimensioni compatte e, grazie all’integrazione del volume del bagagliaio, la percezione di spazio è ulteriormente amplificata.

Un motore a quattro cilindri con ridottissime vibrazioni (grazie all’architettura boxer a cilindri contrapposti), raffreddato ad aria ma silenzioso e brillante nelle prestazioni la cui cilindrata crescerà negli anni sino a 1300cc e che spingerà la GS (e la successiva GSA) oltre i 150km/h di velocità massima.

Affiancata dalla capiente versione Break, la GS fu prodotta sino al 1979 quando divenne GSA (GS Améliorée, migliorata), dove anche la berlina disponeva di un ampio portellone di carico posteriore che ne aumentava ancora la funzionalità.

Il lancio della BX, avvenuto nel 1982 non pose fine alla produzione della GS che arrivò sino al 1986 (l’ultima fu la serie speciale Cottage) e che totalizzò complessivamente circa 2.500.000 di esemplari, incluse GS e GSA in tutte le loro versioni.

Oltre 40 anni fa l’antesignana della Opel Astra diventava a trazione anteriore

  • Trazione anteriore e non solo
  • Nuovi motori monoalbero con testate in alluminio
  • La station wagon Voyage e le versioni sportive

Oggi la trazione anteriore è la soluzione più diffusa tra le vetture del segmento medio, ma quaranta anni fa non era affatto così. Quando pertanto, nell’ Agosto 1979, dopo circa 5 milioni di Kadett prodotte, Opel iniziò la commercializzazione della Kadett-D a trazione anteriore non poteva che dare scalpore. Progettata da Henry G. Haga, la quarta generazione di Opel Kadett (antesignana dell’odierna Astra), era frutto di 1,5 milioni di chilometri di prove e di un investimento di 500 milioni di Marchi.

Per Opel non è stato facile prendere questa decisione” scriveva all’epoca Suddeutsche Zeitung. “Sapeva bene che la sua clientela tradizionale avrebbe criticato questo cambiamento. Ma la trazione anteriore era l’unica possibilità per ottenere maggior spazio interno con dimensioni esterne così ridotte“.

Il risultato di questa vera e propria “conversione” fu la Opel Kadett-D che, pur essendo più corta di 13 cm rispetto al modello precedente, disponeva di un abitacolo più spazioso, nonché di un bagagliaio di 320-1.000 litri (a seconda della configurazione dei sedili) che superava di molto in capacità quello della principale concorrente.

Nuovi motori monoalbero. La presentazione della Opel Kadett-D coincise inoltre con l’introduzione di una nuova linea di motori monoalbero con testata in alluminio a flusso incrociato e albero a gomiti su 5 supporti. Il primo di questi motori, decisamente più compatti e leggeri dei precedenti ad aste e bilancieri, fu un 4 cilindri di 1.297 cc da 75 CV (55 kW) che, dopo aver debuttato al Salone di Ginevra del 1979 sulla Opel Ascona, fu adottato anche sulla nuova Kadett. La nuova Opel era inoltre disponibile con due riedizioni dei già noti propulsori di 993 cc e 1.116 cc con monoblocco in ghisa, testata in alluminio e albero a gomiti su 3 supporti. I tre motori della Kadett-D erano disponibili, oltre che in edizione N, anche nella più potente versione S (l’unica peraltro importata in Italia) che sviluppava, a seconda della cilindrata, 50 CV (37 kW), 60 CV (44 kW) e 75 CV (55 kW). Tutti questi propulsori erano alimentati da un carburatore monocorpo.

Sospensioni all’avanguardia. Per quanto riguarda le sospensioni, scriveva ancora Suddeutsche Zeitung “anche in questo campo la tecnica non teme confronti: davanti le ruote indipendenti con puntoni McPherson, dietro un assale con molle miniblock, come sulle Senator e Monza“.

Le sospensioni anteriori avevano montanti telescopici e triangoli inferiori in lamiera a base larga; quelle posteriori prevedevano uno schema molto simile a quello delle più recenti trazione anteriore: le ruote erano collegate a due bracci oscillanti longitudinali connessi fra loro da un assale che lavorava a torsione.

Gli elementi elastici erano costituiti da molle elicoidali coniche e gli ammortizzatori erano esterni. Questa soluzione aveva permesso di ridurre l’ingombro in altezza poiché, quando le molle si comprimevano, le spire si raccoglievano una dentro l’altra. Tutto ciò si traduceva in un comportamento di guida neutro con quell’auspicata tendenza sottosterzante, preferita dai costruttori di automobili per la maggiore sicurezza che offriva.

Motore trasversale e freni a disco sulle 4 ruote. La meccanica della Opel Kadett-D era in linea con le tendenze tecniche del momento: il motore era montato trasversalmente con il cambio manuale a 4 marce affiancato e il differenziale disassato. I freni anteriori a disco e il servofreno erano presenti su tutte le versioni, così come lo sterzo a pignone e cremagliera. Rinnovando la meccanica della Kadett, la Opel non aveva trascurato neppure di curare la facilità di manutenzione: era possibile sostituire la frizione senza dover smontare il motore; il propulsore era asportabile sia da sopra che da sotto il suo vano; il cambio delle lampadine poteva essere fatto senza attrezzi particolari; le sospensioni anteriori non avevano bisogno di manutenzione.

Aerodinamica primato. Le buone velocità massime e i bassi consumi confermavano indirettamente il buon coefficiente di penetrazione aerodinamica (Cx 0,39), frutto di lunghi studi nella galleria del vento. Quando fu lanciata sul mercato europeo la Opel Kadett-D era una delle automobili di piccola cilindrata più aerodinamiche sul mercato. Le sue linee erano nel complesso piuttosto decise, quasi dure. Il frontale, leggermente a cuneo, era la parte più personale della Kadett-D e riprendeva motivi stilistici già notati in altri modelli della Casa tedesca: calandra inclinata in avanti, spoiler inferiore, “blitz” Opel al centro della mascherina.

“La nuova mille della Opel. Nuova tecnica per un nuovo spazio”. Accompagnata da una campagna pubblicitaria di lancio che metteva in risalto soprattutto le versioni di cilindrata più contenuta “La nuova mille della Opel. Nuova tecnica per un nuovo spazio“, la Opel Kadett-D fu offerta in 14 versioni differenti ottenute combinando fra loro 3 motorizzazioni, 4 livelli di finitura e 5 carrozzerie. In Italia, i prezzi andavano dai 4.594.000 lire della 1000 Base 2 porte ai 6.564.000 lire della 1300 Berlina 5 porte. La Opel Kadett-D raccolse un immediato consenso a livello europeo (dal 1979 al 1980 la produzione della Kadett passò da 292.778 a 418.152 unità all’anno) che si concretizzò tra l’altro nel secondo posto nel Trofeo Vettura dell’Anno 1980. In effetti la Opel Kadett-D uscì dall’elezione con l’onore delle armi poiché, come riportava la rivista Quattroruote, all’epoca organizzatrice della manifestazione, “interpreta efficacemente il concetto di vettura del futuro“. “Era chiaro” commentava Suddeutsche Zeitung “che la Opel, dovendo dare un successore alla ormai famosa Kadett, avrebbe sviluppato una buona automobile. Che però, già al primo tentativo di introdurre un nuovo concetto sarebbe uscito un risultato tanto convincente era una cosa che pochi si aspettavano. La Opel Kadett-D è una vettura piacevole da vedere, sicura e confortevole da guidare e che offre molto spazio a un prezzo accessibile“.

Anche station wagon Voyage. Nei due anni successivi la Opel Kadett-D fu oggetto di alcune modifiche di dettaglio. Nel Maggio del 1980 la gamma si arricchì della station wagon Voyage equipaggiata con il motore da 75 CV (55 kW), mentre all’inizio dell’Estate 1981, le Kadett-D 1.200 furono dotate di un rapporto al ponte leggermente più lungo di quello originale che permise di ridurre i consumi del 5% mantenendo pressoché inalterata la velocità massima.

La novità più importante arrivò però al Salone di Ginevra del 1982 dove fu presentato un nuovo motore Diesel di 1,6 litri da 54 CV (40 kW), sviluppato appositamente per la Opel Ascona e la Kadett. Si trattava di un 4 cilindri in linea con monoblocco in ghisa a pareti sottili che presentava ridotti ingombri esterni ed un peso contenuto in appena 138 kg (20 kg più del 1.600 a benzina). Le dimensioni interne erano praticamente quadre. La testata in lega leggera ospitava un asse a camme mosso da cinghia dentata, punterie idrauliche (una novità per le automobili Diesel europee dell’epoca) e valvole di scarico bimetalliche. Altre caratteristiche erano la pre-camera di turbolenza Ricardo Comet V, la pompa rotativa, lo spurgo automatico del sistema di iniezione Bosch e il brevissimo tempo di pre-riscaldamento.

In Italia, la Opel Kadett-D 1.6 Diesel fu disponibile in 6 versioni differenti con prezzi che andavano da 8.549.000 Lire a 10.543.000 Lire. La vettura raggiungeva una velocità massima di soli 143 km/h, ma il consumo di gasolio, contenuto in appena 6,6 litri ogni 100 chilometri, contribuì ad assicurarle un buon successo di pubblico. Complessivamente in Europa ne furono venduti 154.483 esemplari.

Le versioni sportive. Nel frattempo, nella Primavera del 1982, la Opel aveva presentato una versione sportiva della Kadett-D. “Bella e cattiva“, come la presentava la pubblicità dell’epoca, la Opel Kadett-D Corsa 5 porte si riconosceva esternamente per le strisce adesive e le ruote in lega. Era ottenibile con due motori monoalbero: il già noto 1.300 e un nuovo 1.600 da 90 CV (66 kW) a 5.800 giri/minuto. Le due versioni, che raggiungevano velocità nell’ordine dei 160-170 km/h, costavano 8.171.000 Lire e 8.455.000 Lire.

La vera Opel Kadett sportiva, capace di rinverdire il successo delle precedenti Rallye e GT/E, apparve però un anno più tardi, nella Primavera del 1983. Equipaggiata con il monoalbero ad iniezione LE-Jetronic di 1.796 cc da 115 CV (86 kW) della Ascona CD, la Opel Kadett-D GTE raggiungeva una velocità massima di 187 km/h e accelerava da 0 a 100 km/h in 9 secondi netti. Esternamente si riconosceva dalle altre Kadett-D per lo spoiler anteriore più basso, la mascherina di colore nero bordata da due cromature a lato della quale spiccava la sigla “GTE” e per le ruote in lega. Ulteriori differenze riguardavano la meccanica: freni a disco (anteriori ventilati), ammortizzatori posteriori a gas, sospensioni leggermente più rigide. Prodotta dalla Opel con carrozzeria a 3 ed a 5 porte (in 36.513 esemplari complessivamente), la Kadett-D GTE fu importata in Italia solo nella prima versione accompagnata da una campagna pubblicitaria che annunciava “Ed ora non ci raggiunge più nessuno!”. Le concorrenti insomma erano avvertite…

La produzione della Opel Kadett-D fu interrotta nel Luglio 1984 dopo 2.056.771 esemplari. In Italia, dove le sue vendite si stabilizzarono per un triennio attorno alle 30-32.000 unità, non fu forse il grande successo che il costruttore si aspettava, ma contribuì senz’altro a quel cambio di immagine del marchio Opel che la successiva Kadett-E avrebbe confermato.

Abarth 124 rally: debutto stagionale al Rallye di Montecarlo

L’Abarth 124 rally apre la sua quarta stagione di gare al Rallye di Montecarlo, prova d’apertura del Campionato Mondiale WRC, proprio dove nel 2017 fece il suo esordio assoluto.

Al via dell’edizione 2020 i belgi Luc Caprasse e Renaud Herman con una vettura gestita dal team belga Motorsport International. Caprasse ha già ottenuto in Belgio e in Germania successi di categoria con la 124 rally dello Scorpione, in occasione del Rally della Sassonia e del Rally Stadt.

Anche quest’anno, come ogni anno, al Montecarlo la maggiore difficoltà per i piloti sarà l’incognita meteo. La sua variabilità renderà sempre più tecnico il percorso con situazioni miste che da un lato renderanno difficile la scelta degli pneumatici, dall’altro esalteranno le doti di equilibrio generale e la performance della 124 rally che vengono valorizzate proprio in queste condizioni estreme, come hanno dimostrato i risultati nelle edizioni precedenti.

L’Abarth 124 rally ha infatti ottenuto sull’insidioso e difficile percorso del Rallye di Montecarlo degli ottimi risultati, mostrando performance, competitività e affidabilità sin dall’esordio.

Nel 2017, al suo esordio nei Rally sulle strade prevalentemente innevate del Montecarlo, il giovanissimo pilota italiano Fabio Andolfi aveva dominato la categoria, precedendo il francese Francois Delecour con un’altra Abarth 124 rally. Sui fondi scivolosi e con aderenza molto differente nei vari tratti del percorso, la 124 rally già mostrò le sue caratteristiche: grande equilibrio, tenuta di strada e ottima trazione.

Nell’edizione 2018, l’italiano Andrea Nucita, grazie alle doti della 124 rally si è inserito tra le trazioni integrali ufficiali partecipanti al WRC con uno strepitoso quarto tempo assoluto nella 9^ prova speciale, Agnières-en-Dévoluy – Corps, la più innevata della gara.

Nell’edizione 2019 della corsa monegasca, con la vittoria tra le R-GT, l’italiano Enrico Brazzoli ha iniziato la sua serie positiva di successi che poi lo ha portato alla conquista della Coppa FIA R-GT, in pratica il mondiale delle Gran Turismo.

Anche quest’anno il Rallye di Montecarlo sarà la prova d’apertura della Coppa Fia R-GT, che si articola su 5 prestigiosi appuntamenti: dopo la corsa monegasca, il Rally Ain-Jura in Francia (8-9 marzo), Ypres Rally in Belgio (25-27 giugno), Rally Roma Capitale (24-26 luglio) e Rally Deutschland, valido per il Mondiale (15-18 ottobre).

In soli tre anni l’Abarth 124 rally è diventata la vettura da battere nella classe R-GT, raggiungendo un livello altissimo di performance e affidabilità, e conquistando per due anni consecutivi il campionato FIA R-GT, vincendo circa 100 gare di categoria nei rally di tutta Europa e 10 campionati nazionali, quest’anno l’obiettivo è confermare la sua leadership nella categoria e continuare la striscia positiva di successi.

Il Rallye di Montecarlo parte dal Principato di Monaco alle ore 17 di giovedì 23 gennaio e si conclude domenica 26 alle ore 13,48. In programma un percorso lungo oltre 1000 km con 16 prove speciali per un totale di 304,28 km di velocità cronometrata.

Zippo premiato a Parigi

La stagione 2019 per il pilota alessandrino Zippo si è conclusa con la premiazione per il secondo posto ottenuto nel FIA European Historic Rally Championship. L’evento si è svolto sabato 18 scorso presso la sede della FIA a Parigi in place de la Bastille. Per Zippo una grande soddisfazione poter ritirare questo premio, gratifica della prima stagione nel campionato europeo che si è dimostrata molto impegnativa ma anche molto utile.

“Il 2019 è stato un anno di apprendistato in un campionato nuovo, tante gare mai viste, contro avversari nuovi, ma tutto molto importante in ottica di esperienza per la stagione 2020 che ci vedrà più che mai determinati nella lotta per la conquista del titolo Europeo. Ci stiamo preparando al meglio a partire dalla vettura che è stata completamente rivista in tutte le sue componenti per cercare di eliminare i problemi patiti nella scorsa stagione. A breve cominceremo i test e confido molto sulla squadra per lo sviluppo e la messa a punto.”

Le gare della nuova stagione saranno 9 toccando ben 7 paesi europei: si comincia a metà marzo con la Spagna al Rally Costa Brava, per proseguire con la prima gara di casa, il Sanremo ai primi di Aprile. A fine Aprile trasferta in Repubblica Ceca per il rally Vltava ed a metà maggio nuova trasferta in Spagna e precisamente nelle Asturie. A metà giugno la gara Ungherese ed un mese dopo il rally Weiz in Austria. Ma il meglio deve ancora arrivare: infatti a Ferragosto Zippo è atteso a confermare quanto di buono fatto nel 2019 in Finlandia, terra di dossi e grandi velocità. La stagione si chiuderà con le ultime due gare, il Rally Elba dominato lo scorso anno e la novità del 2020 a metà ottobre la conclusione in Svizzera al Vallese.

“Vogliamo fortissimamente essere sul gradino più alto del podio il prossimo anno a Parigi e cercheremo sin dalla prima gara di lasciare il segno. Con gli sponsor stiamo operando in questo senso e grazie all’esperienza maturata nel 2019 sono certo che potremo toglierci tante soddisfazioni.”

Aperte le iscrizioni al Campionato Italiano Rally 2020

Disponibili su acisport.it le schede d’iscrizione per il Campionato Italiano Rally 2020 e i differenti Campionati al seguito (CIR Junior, CIR Asfalto, CIR Due Ruote Motrici, CIR Costruttori, CIR Costruttori 2RM).

Si ricorda quindi che la domanda d’iscrizione dovrà essere presentata all’ACI-Sport – Commissione Rally, entro i termini di chiusura delle iscrizioni di una qualsiasi delle prime tre gare di Campionato.

Calendario CIR 2020

1) Rally il Ciocco e Valle del Serchio

2) Rally 1000 Miglia [CIR J]

3) Rally Targa Florio

4) Rally Italia Sardegna (Sterrato) [CIR J]

5) Rally di Roma Capitale [CIR J]

6) Rally di Sanremo

7) Rally Due Valli [CIR J]

8) Tuscan Rewind (Sterrato Coeff. 1,5) [CIR J]

FCA Heritage partecipa alla 38esima edizione di Automotoretrò

  • Al Lingotto Fiere a Torino, dal 30 gennaio al 2 febbraio, si svolge il salone internazionale dell’auto d’epoca che vede protagonista FCA Heritage con un’area espositiva suggestiva e rinnovata nel design.
  • Per celebrare i primi 110 anni di Alfa Romeo, il pubblico può ammirare la rarissima ALFA 24 HP del 1910 – la prima vettura prodotta dalla Casa milanese – e l’affascinante Alfa Romeo 6C 1500 SS del 1928, vincitrice dell’edizione 2019 della 1000 Miglia.
  • Sotto i riflettori anche la Fiat Panda 30 del 1980, uno dei primi esemplari dell’icona Fiat che quest’anno festeggia 40 anni di primati tecnologici e successi commerciali.
  • Sullo stand anche una Lancia Delta HF Integrale, attualmente in restauro presso le Officine Classiche di FCA Heritage, affiancata dai nuovi paraurti del leggendario modello, i primi ricambi per vetture classiche appartenenti alla linea Heritage Parts prodotta da FCA Heritage e Mopar.
  • Completano l’esposizione due modelli attuali: l’Alfa Romeo Giulia MY20 e la Fiat Panda Trussardi.
  • Il 30 gennaio inaugura la mostra fotografica sulle attività di FCA Heritage presso il Mirafiori Motor Village di Torino.

Dal 30 gennaio al 2 febbraio, al Lingotto Fiere di Torino, vanno in scena la 38esima edizione di Automotoretrò e l’undicesima edizione di Automotoracing, che aprono ufficialmente il calendario di eventi dedicati agli appassionati del motorismo d’epoca. Confermata la formula vincente delle scorse edizioni: i visitatori possono infatti toccare con mano le più belle vetture del passato, sportive e di serie, provenienti da ogni parte d’Europa e da diverse epoche. Tra più di 1.200 espositori, trovano posto anche stand dedicati ai modellini, ai ricambi originali, alla compravendita di vetture e all’editoria specializzata, oltre a un ricco programma di convegni, presentazioni di libri e incontri con famosi personaggi del settore. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale del salone.

Un appuntamento importante, dunque, che vede in prima fila FCA Heritage, il dipartimento del Gruppo dedicato alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth.  Alla kermesse torinese FCA Heritage si presenta con nuovi materiali di comunicazione e con uno stand suggestivo e rinnovato nel design, che ospita alcuni esemplari straordinari, come la rarissima Alfa 24 HP del 1910 e l’affascinante Alfa Romeo 6C 1500 SS. Sono due capolavori della azienda milanese fondata il 24 giugno 1910 con la denominazione A.L.F.A. (Società Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) e in particolare la 24 HP, insieme alla 12 HP, è il primo modello del marchio scaturito dall’accordo tra il cavaliere Ugo Stella e il progettista piacentino Giuseppe Merosi. Entrambe le vetture sono normalmente esposte presso il Museo Storico Alfa Romeo di Arese La macchina del tempo.

Nel 2020 si celebrano anche i primi 40 anni della Fiat Panda, l’intramontabile icona Fiat che ha conquistato diverse generazioni di automobilisti grazie alle sue dimensioni esterne compatte, al grande spazio interno configurabile per ogni esigenza di trasporto, all’ampia scelta di motori e alle numerose combinazioni cromatiche. Sullo stand è in mostra una Panda 30 (1980), uno dei primi esemplari del modello presentato al Salone dell’automobile di Ginevra del 1980 che riscosse un immediato successo, soprattutto tra i più giovani che per la sua innata semplicità e simpatia.

Inoltre, ad Automotoretrò si possono vedere da vicino i paraurti della leggendaria Lancia Delta HF Integrale, i primi ricambi della linea “Heritage Parts” dedicata alle vetture classiche e prodotta da FCA Heritage insieme a Mopar. In particolare, per l’occasione i ricercatissimi pezzi sono visibili su una vettura sperimentale degli anni Novanta appartenente alla collezione storica di FCA Heritage ed attualmente in restauro presso le Officine Classiche.

Infine, completano l’esposizione Torino due vetture moderne – la sportiva Alfa Romeo Giulia MY20 e l’esclusiva Fiat Panda Trussardi – all’insegna di quel fil rouge che lega da oltre un secolo le automobili del passato con quelle attuali. In questo contesto rientra anche la suggestiva galleria fotografica allestita presso il Mirafiori Motor Village – la famosa dealership di Torino ubicata nello storico stabilimento Fiat nato nel 1939 – che racconta il mondo di FCA Heritage e l’ampia gamma di attività e servizi offerti dal Dipartimento.

A.L.F.A. 24 HP (1910. L’esemplare di ALFA 24 HP esposto ad Automotoretrò 2020 presenta una carrozzeria torpedo realizzata da Ercole Castagna, che inaugura una proficua e duratura collaborazione fra il suo celebre atelier e la Casa del Biscione. L’Alfa Romeo, nel 1953, acquista la vettura da un proprio concessionario in Svizzera.
La 24 HP si posiziona a un livello medio-alto del mercato automobilistico dell’epoca, con un’impostazione tradizionale ma non priva di innovazioni: il telaio è a longheroni e traverse in lamiera stampata a C, l’assale anteriore stampato ad H e le sospensioni a balestre semiellittiche.
I freni, sulle ruote posteriori, sono a tamburo con comando a mano e a pedale. Il propulsore è un quattro cilindri in linea con monoblocco in ghisa e testa fissa. Le valvole laterali sono comandate, tramite punterie, da un albero a camme posto nel basamento. La cilindrata è di 4084 cc per una potenza di 42 CV 2200 giri/min (in seguito cresciuti a 45 CV a 2400 giri/min).
Particolarmente raffinata è la trasmissione: il cambio a quattro marce più retromarcia è collegato alle ruote tramite un albero di trasmissione in un solo troncone inserito in un gambo di forza. Le ruote sono a razze di tipo Sankey. Il peso in ordine di marcia di 1000 kg.
Le prestazioni di assoluto rilievo – con una velocità massima di 100 km/h – e una particolare cura costruttiva ne decretano l’immediato successo: fino al 1913 saranno prodotti circa 200 chassis, suddivisi in quattro serie. La maggior parte dei telai verrà allestita con carrozzeria torpedo. Tra l’altro, la versione “Corsa”, con carrozzeria aperta a due posti e peso ridotto a 870 kg, prenderà parte con buoni risultati a diverse competizioni, tra cui si segnala la brillante prestazione di Nino Franchini alla Targa Florio 1911: dopo aver a lungo condotto la gara – caratterizzata dalle avverse condizioni meteo – con un margine di oltre 6 minuti di vantaggio sulla Scat di Ceirano, si dovrà ritirare dopo esser stato accecato da uno schizzo di fango che gli farà perdere il controllo e danneggiare una ruota. Inoltre, allo scoppio della Prima Guerra mondiale, inizia la produzione di autotelai 24 HP per l’Esercito Italiano; successivamente, con l’intervento di Nicola Romeo, la produzione verrà sospesa e gli impianti destinati ad altri prodotti. I telai saranno migliorati e completati nel dopoguerra, dando origine alla 20-30 ES.

Alfa Romeo 6C 1500 Super Sport (1928). L’Alfa Romeo 6C 1500 Sport nasce nel 1928 proprio all’insegna delle competizioni: il compatto sei cilindri in linea di soli 1467 cm3, in virtù del doppio asse a camme in testa, del rapporto di compressione maggiorato e del carburatore doppio corpo passa da 44 a 54 cavalli.
Sono le versioni Spider, perlopiù carrozzate a Zagato, Castagna e Touring, a catturare l’interesse dei gentlemen driver per essere impiegate nelle corse: vetture leggere, agili e scattanti con il lungo cofano che nasconde l’eccellenza meccanica del plurifrazionato gioiello di ingegneria meccanica.
Per aumentare ulteriormente le prestazioni, alla versione con carburatore doppio corpo viene affiancata una con compressore e carburatore singolo, denominata Super Sport: la potenza sale a 76 cavalli a 4800 giri/minuto e la velocità massima passa da 130 a 140 km/h.
Solo 31 esemplari di Alfa Romeo 6C 1500 nelle versioni Super Sport e Mille Miglia Speciale vengono prodotti dal 1928 al 1929: sei esemplari nella versione “testa fissa” da 84 Cv, 10 con compressore e 15 senza.
Il 1 aprile 1928 un’Alfa Romeo 6C 1500 SS della squadra corse ufficiale – condotta dall’equipaggio Campari/Ramponi – si aggiudica la seconda edizione della Mille Miglia: è l’inizio della leggenda Alfa Romeo nella celeberrima corsa, che vedrà la Casa milanese sul gradino più alto del podio di Brescia per altre 10 volte: un record storico che non potrà mai essere battuto. Negli stessi anni l’ex ufficiale della Guardia Russa Boris Ivanowski, trasferitosi a Parigi al termine della grande guerra, si distingue per le sue vittorie fuori dall’Italia: in coppia con Marinoni conquista la 24 ore di Spa del 1928, da solo vince la Coupe Georges Boillot; mentre l’anno successivo vince ancora, in Irlanda, la Irish GP Saorstat Cup.
Prima di diventare uno dei più grandi costruttori di auto sportive, un giovane Enzo Ferrari, a bordo di una Alfa Romeo 6C 1500 SS, nel 1927 vince in coppia con Giulio Ramponi sul circuito di Modena, bissando la vittoria in coppia con Eugenio Siena l’anno successivo. Sempre nel ’28 vince sul circuito di Alessandria, gare che lui stesso definisce locali, ma che saranno le fondamenta della radiosa carriera legata alle corse del Drake.
L’esemplare esposto ad Automotoretrò 2020 proviene dal Museo Storico Alfa Romeo di Arese e – preparato dagli esperti tecnici di FCA Heritage – ha trionfato nell’edizione 2019 della 1000 Miglia. Non si è trattato della prima vittoria nella “classica” bresciana per questa vettura, che era già salita sul gradino più alto del podio nelle edizioni rievocative del 2005 e del 2007, conquistando anche oltre oceano la Mille Millas Sport in Argentina nel 2007 e 2008. Questa arzilla Alfa Romeo non ha ancora smesso di correre e di vincere sulle strade di tutto il mondo.

Fiat Panda 30 (1980). Ad Automotoretrò il pubblico può ammirare uno dei primi esemplari prodotti di Fiat Panda 30, di colore rosso. Evoluzione e sintesi delle gloriose Fiat 126 e 127, la Fiat Panda esordisce nel 1980 e continua instancabile ad evolversi, rappresentando un vero e proprio benchmark nella categoria con oltre 7,5 milioni di esemplari prodotti sino a oggi.
Disegnata da Giorgietto Giugiaro, la Panda è una compatta berlina due volumi, due porte e portellone con motore e trazione anteriore. Semplice nello schema tecnico, ma votata alla funzionalità e alla grande abitabilità, sfruttando al massimo lo spazio: compatta fuori ma grande dentro.
La Fiat Panda è caratterizzata dall’essenzialità del disegno, con grandi paraurti avvolgenti, un’alta fascia laterale protettiva e ampia superficie vetrata. I cristalli piani – anche il parabrezza – garantiscono grande luminosità all’abitacolo, essenziale ma estremamente funzionale, costruito con materiali semplici ma robusti, tutti completamente lavabili. Il bicilindrico di 652 cm3 raffreddato ad aria, evoluzione dello storico motore della 500 del 1957 poi utilizzato sulla 126, sviluppa 30 cavalli ed equipaggia la Panda 30 dedicata al mercato italiano. La si distingue dalla Panda 45, che invece monta il 4 cilindri 903 della 127, per la differente posizione asimmetrica della griglia metallica sulla calandra: sulla 30 le feritoie sono sul lato destro per fornire aria alla ventola del bicilindrico, mentre sulla 45 feritoie e radiatore dell’acqua sono sul lato sinistro.
In soli 3,38 metri la Panda offre spazio per cinque persone e grande versatilità nell’impiego degli spazi interni, come il divano posteriore che con sette posizioni differenti può persino diventare una piacevole amaca, una culla o un letto spazioso. Sia il due sia il quattro cilindri sono accoppiati a un cambio manuale a quattro marce, le sospensioni anteriori sono indipendenti, con schema Mc Pherson e freni a disco. Il ponte posteriore è ad assale rigido, sospeso da balestre a doppia foglia con ammortizzatori idraulici e freni a tamburo. Particolarmente interessanti i consumi: a 90 km/ora la Panda 30 percorre 19 km con 1 litro e la Panda 45 oltre 17. La velocità massima è rispettivamente di oltre 115 km/ora e di circa 140 km/ora.
Nel giro di tre anni le Panda si arricchiscono negli allestimenti, con le versione “Super”, per la 45 arriva la 5° marcia, ma l’ulteriore enorme successo si deve all’avvento della versione 4×4, costruita in collaborazione con l’austriaca Steyr-Puch, che trasforma la versatile utilitaria torinese in una inarrestabile piccola e leggera fuoristrada, che diventa presto beniamina degli amanti della vita all’aperto e degli sport. Una inseparabile compagna non solo per chi vive in montagna. Il crescente successo della longeva prima serie dura oltre vent’anni. Nel 2003 viene varata la seconda, cui farà seguito l’attuale terza serie che nasce nel 2012.
Quest’anno la Fiat Panda festeggia il 40° anniversario, e FCA Heritage ha scelto di iniziare le celebrazioni per il compleanno di uno dei modelli più longevi della storia Fiat proprio a Torino, affiancando uno dei primi esemplari prodotti alla nuova ed esclusiva Panda Trussardi, presentata nello scorso mese di settembre.

“Heritage Parts”, la nuova linea di ricambi per vetture classiche. “Heritage Parts” è la nuova linea di ricambi per vetture classiche fedelmente riprodotti, che nasce dalla collaborazione tra il dipartimento FCA Heritage e il marchio Mopar. Il progetto parte con uno dei modelli più iconici della storia di FCA: sono disponibili, infatti, i paraurti anteriore e posteriore della Lancia Delta HF Integrale e della Lancia Delta HF Integrale Evoluzione.
I ricambi vengono prodotti dagli stampi originali, custoditi da FCA Manufacturing e ora tornano a nuova vita, dopo le necessarie operazioni di ripristino, nello stabilimento FCA di Grugliasco. In particolare, i paraurti sono forniti non primerizzati in quanto i materiali non richiedono l’operazione di flammatura. La sabbiatura, prima della verniciatura, è a cura del cliente.
Avvalendosi di stampi e materiali originali, quindi, l’offerta di Mopar e FCA Heritage garantisce il perfetto montaggio dei ricambi e consente alle vetture di poter circolare su strada nel pieno rispetto delle regole omologative. Si tratta di una novità importante per i proprietari di queste vetture Lancia, intramontabili simboli delle più prestigiose vittorie nelle gare di rally.
La linea “Heritage Parts” unisce dunque l’inestimabile patrimonio documentale di FCA Heritage e l’elevata qualità, sicurezza e affidabilità dei ricambi originali prodotti da Mopar, il brand dedicato ad assistenza, ricambi e supporto al cliente per i veicoli FCA. 
I paraurti della Lancia Delta HF Integrale sono ordinabili presso la Rete Autorizzata FCA oppure direttamente sul Mopar Store al seguente link. Si tratta dello store ufficiale Mopar dedicato ai clienti privati dove acquistare accessori e ricambi, ma anche una lunga serie di servizi personalizzati per la propria vettura FCA, quali estensioni di garanzia, tagliandi di manutenzione, pacchetti di installazione all-in-one e molto altro ancora.