#premioveloce2020: la Mercedes-AMG GT Black Series è ‘TrackDay car 2020’

Nell’ambito della prima edizione dei #premioveloce, la redazione di Veloce.it ha assegnato alla nuova Mercedes AMG GT Black Series il titolo di ‘TrackDay car 2020’ nella categoria #hard, la sezione riservata ai modelli che nel corso dell’anno sono stati i più rappresentativi nel proprio segmento di appartenenza, dalle utilitaria cittadine alle hypercar. Un premio alla passione, che oltre alle vetture ha visto protagonisti persone e avvenimenti che hanno lasciato il segno in una stagione particolarmente complessa, ma non per questo vissuta con minore performance e dedizione da parte del mondo dell’automotive. La GT Black Series è stata riconosciuta come ‘l’auto perfetta per allenarsi in pista quando non si ha tempo, o voglia, di correre per davvero’. La nuova supersportiva esprime, infatti, tutta l’esperienza accumulata dal Marchio nell’automobilismo sportivo, ma anche la lunga competenza nello sviluppo di auto ad alte prestazione che entusiasmano da tutti i punti di vista. Il V8 AMG di serie più potente di tutti i tempi, il design più espressivo, l’aerodinamica più sofisticata, il mix di materiali più intelligente e la dinamica di marcia più marcata: i progettisti di Affalterbach hanno dato il meglio di sé sotto ogni aspetto.

La redazione di Veloce, il lato più trasgressivo e appassionato della testata AlVolante, ha incoronato la Mercedes AMG GT Black Series ‘TrackDay car 2020’ all’interno della sezione riservata ai modelli che maggiormente si sono distinti nel proprio segmento di appartenenza.

“AMG GT Black Series potrebbe suscitare soggezione”, ha dichiarato Marco Pascali, Vice Direttore di AlVolante e Responsabile di Veloce.it. “Un capolavoro di fattura, potenza e abilità tra i cordoli. Per dire al mondo che sono loro i più bravi in pista, oggi, Mercedes ha preso un’AMG GT R e l’ha armata di tutta l’esperienza accumula in anni di corse, specie con le GT impegnate nel campionato GT4. Così ci sono flic, alettoni e flussi d’aria studiati al microscopio per farla correre sul dritto e aggrapparla a terra in curva (oltre 500 kg di downforce a Vmax). Un’arma micidiale per appassionati frequentatori della pista, ma non solo. Oltre i 200 all’ora sembra di entrare in una dimensione terza, ovattatissima, dove a dominare è l’esperienza aerodinamica. Brava AMG!”.

Dal 2006 la denominazione “Black Series” identifica in Mercedes-AMG una tipologia di auto molto particolari, caratterizzate da una sportività che non ammette compromessi, da un design espressivo e dal più sistematico trasferimento di tecnologia dal Motorsport alla produzione di serie. I modelli Black Series sono rarità automobilistiche esclusive. Non vengono sviluppati per scomparire nei garage dei collezionisti, bensì per essere guidate con il massimo dinamismo sui circuiti chiusi al traffico, nonostante l’omologazione per la circolazione su strada. Nel solco della tradizione, AMG GT Black Series fa segnare un nuovo record: si tratta infatti della Mercedes-AMG più potente dotata di motore V8 di serie. Ben 537 kW (730 CV) erogati da un motore V8 con albero motore piatto, insieme a un’aerodinamica attiva e a un design che deriva direttamente dall’attuale auto da corsa AMG GT3. Un sogno destinato ad appassionati e collezionisti disponibile in Italia ad un prezzo di listino 360.000 euro.

Per sottolineare la rivisitazione di questa supersportiva, gli specialisti dei motori di Affalterbach hanno perfezionato ulteriormente il collaudato biturbo da 4,0 litri, nonostante le già ottime proprietà di guidabilità, erogazione di potenza e sviluppo della coppia. Gli obiettivi fissati erano chiari: incrementare nettamente la potenza rispetto al modello top della gamma AMG GT, rendere la risposta ancora più immediata, garantire la massima agilità. Tutto questo richiedeva un intervento radicale, che si è tradotto in un nuovo albero motore piatto.

«Con la nuova GT Black Series abbiamo aggiunto un nuovo capitolo alla nostra tradizione che dura dal 2006. La sesta versione di questo tipo rappresenta un’altra pietra miliare di AMG ed è una chiara dimostrazione della straordinaria competenza ingegneristica di Affalterbach. Sono fiero del team che ha realizzato questa supersportiva eccezionale, divenuta ora la punta di diamante della nostra fortunata gamma GT. La potenza, l’estetica e la dinamica di marcia di GT Black Series hanno raggiunto un livello estremo. Sono molto grato di poter concludere la mia esperienza in AMG con questo progetto», ha affermato Tobias Moers, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Mercedes-AMG GmbH.

Configurazioni diverse per i motori V8

Nel configurare un motore V8 i progettisti hanno un importante margine di manovra, ossia la disposizione dei perni di biella sull’albero motore, che ha effetti sulla caratteristica della catena cinematica. Nei motori V8 sono comuni due versioni: l’albero motore “crossplane” o “a croce”, nel quale i perni di biella delle quattro coppie di cilindri sono disposti in un angolo di 90 gradi tra loro (soluzione adottata finora da AMG in tutti i motori V8), oppure l’albero motore “flatplane” o “piatto”, nel quale tutti i perni di biella sono sfalsati tra loro di 180 gradi rispetto a un piano comune.

Osservando un albero motore crossplane frontalmente si riconosce la croce da cui deriva la sua denominazione. I vantaggi di questi alberi motore sono la grande silenziosità di funzionamento e la coppia elevata ai bassi regimi. Un’altra peculiarità del motore V8 crossplane è il sound caratteristico. Per poter sfruttare in modo ottimale la cilindrata e quindi la potenza, nel motore V8 biturbo da 4,0 litri i tecnici AMG hanno spostato il lato di scarico nella “V” interna calda delle due bancate cilindri.

Colonne di gas a oscillazione uniforme per una potenza ancora superiore

Un altro modo per aumentare la potenza prevede l’impiego di un albero motore piatto: nel V8 flatplane sembra quello di un quattro cilindri in linea, ad eccezione dei perni di biella più larghi, che nel V8 presentano due bielle ciascuno. Nel V8 flatplane l’accensione salta da una bancata cilindri all’altra, migliorando ulteriormente lo scambio di gas. La sequenza di accensione caratteristica con l’angolo dell’albero motore sfalsato di 180 gradi è: 1-8-2-7 4-5-3-6. Sul lato di scarico e su quello di aspirazione si verificano così colonne di gas dall’oscillazione più uniforme, le cui risonanze possono essere facilmente sfruttate per incrementare la potenza. Il vantaggio principale è il tempo di risposta ancora più immediato.

Il motore V8 di serie più potente di Mercedes-AMG

Benché il nuovo motore di GT Black Series si basi sul V8 biturbo AMG da 4,0 litri con lubrificazione a carter secco, per via delle numerose modifiche è noto internamente con il nuovo codice M178 LS2. Il motore eroga una potenza di 537 kW (730 CV) a 6.700-6.900 giri/min e sviluppa una coppia massima di 800 Nm a 2.000-6.000 giri/min. Nuovi alberi a camme e nuovi collettori di scarico sono adattati alla nuova sequenza di accensione e migliorano ulteriormente lo scambio dei gas.

Come nel modello di punta dell’AMG GT Coupé a quattro porte, i due turbocompressori a gas di scarico twin scroll adottano cuscinetti volventi, con la conseguente ottimizzazione del tempo di risposta. Tuttavia, nella Black Series i turbocompressori hanno una girante più grande e complessivamente sono in grado di convogliare 1.100 kg di aria all’ora, contro i 900 kg/h di AMG GT R. 7.000 giri/min di regime costante non presentano criticità, mentre a7.200 giri/min il regime viene regolato. Gli intercooler più grandi garantiscono che la temperatura dell’aria di sovralimentazione venga sempre mantenuta nell’intervallo migliore. La particolarità della nuova catena cinematica è documentata anche dalla targhetta apposta sul motore, realizzata in nero.

Da 0 a 200 km/h in meno di nove secondi

Cosa fa il motore con AMG GT Black Series? Le conferisce un carattere unico, che si rispecchia non solo nella modalità di erogazione della potenza, ma anche nella particolare sonorità. Inoltre garantisce prestazioni sorprendenti: la due posti raggiunge i 100 km/h da ferma in 3,2 secondi e i 200 km/h in meno di nove secondi. La velocità massima tocca i 325 km/h.

3M premia le nuove generazioni di designer per lo sviluppo dell’auto del futuro

Si aggiudica il car wrapping contest di 3M il progetto “Piemontesina” dello studente dello IAAD Alessandro Ceccon, che celebra la città di Torino sfruttando la tecnologia delle pellicole per wrapping di 3M

Milano, 13 gennaio 2021È “Piemontesina” di Alessandro Ceccon il progetto vincitore del car wrapping contest 3M Surface for Change, concorso che ha visto sfidarsi gli studenti di 2 prestigiose scuole di design – il Politecnico di Milano e l’Istituto d’Arte Applicata e Design – per la creazione dell’automobile del futuro, utilizzando le pellicole per il car wrapping e le pellicole da stampa con grafica personalizzata di 3M.

Alessandro Ceccon, studente torinese dell’Istituto d’Arte Applicata e Design, ha convinto la giuria grazie a un progetto dedicato alla sua città natale: “Piemontesina” racconta, infatti, la bellezza e il romanticismo che Torino incarna. Le pellicole da stampa 3M hanno permesso di rappresentare sul veicolo la mappa della città in un’elegante grafica bicolore e “graffiata”. Ogni dettaglio è stato scelto con cura, dal nome “Piemontesina”, che vuole trasmettere un senso di giocosità, giovinezza e grazia, alla grafica del toro posto nella parte anteriore dell’auto come simbolo di appartenenza. Inoltre, il progetto racconta il nuovo modo di vivere la mobilità dei giovani d’oggi, con un concept di microcar a due posti.

I prodotti 3M impiegati per la realizzazione di “Piemontesina” sono le pellicole per wrapping della Serie 1080: al Rosso Lucido Metallico, che dona un effetto cromatico cangiante alle diverse parti dell’auto, è stato abbinato l’Argento Lucido Cromo per la grafica della mappa di Torino, con l’aggiunta dell’effetto grezzo per non compromettere la sicurezza della guida altrui. Il vincitore del concorso si è aggiudicato un corso di car wrapping alla Wrap and Décor School italiana.

Il contest 3M Surface for Change si è svolto nell’ambito di “Autostyle – Design Competition”, evento internazionale dedicato al design automobilistico organizzato da Berman, azienda italiana specializzata nella produzione di componenti di primo impianto e accessori originali auto per alcune tra le più grandi case automobilistiche del mondo.

La CX-30 attraversa il Kazakistan grazie al sistema i-Activ AWD

Il sistema di trazione integrale (AWD) i-Activ di Mazda agisce per offrire capacità ed efficienza dinamica in tutte le condizioni

L’ultimo film dei Mazda Epic Drive mette in risalto gli oltre 800 chilometri di viaggio della CX-30 attraverso il Kazakistan orientale

Nell’anno del suo centesimo anniversario, l’ultima impresa della Casa di Hiroshima in fatto di viaggi ha messo alla prova la Mazda CX-30 e il suo sistema di trazione integrale i-Activ con un percorso di oltre 800 chilometri attraverso il Kazakistan orientale fino al confine con la Cina, affrontando tratti della leggendaria rotta commerciale della Via della Seta per vivere l’arida bellezza della remota Asia centrale.

Effettuata all’inizio di quest’anno prima delle restrizioni dovute al Covid-19, quest’ultima spedizione Mazda fa seguito all’esclusivo evento siberiano del 2018, quando Mazda è diventata il primo Costruttore ad attraversare il Lago Baikal con auto di serie, creando con le CX-5 una nuova rotta attraverso la sua superficie ghiacciata ed evidenziando ancora una volta le doti del sistema di trazione integrale i-Activ Mazda.

La passione di Mazda nell’usare i viaggi come sfida per l’uomo e per la vettura è forte oggi come lo era nel 1936, quando un gruppo di pionieri decise di dimostrare la robustezza del primo veicolo Mazda: l’autocarro a tre ruote battezzato Mazda-Go. In quel primo esempio della volontà di Mazda di misurarsi con tracciati difficili, cinque esemplari di Mazda-Go (dei tipi KC e DC) partirono dalla punta più meridionale dell’isola principale del Giappone e dimostrarono le doti della Mazda-Go lungo 2.700 chilometri di sentieri polverosi, fangosi e impervi, arrivando a Tokyo 25 giorni dopo. La conseguente pubblicità incrementò significativamente le vendite e fece crescere l’immagine dell’Azienda, cosa che Mazda ha puntato a ripetere con le successive spedizioni epiche.

Nel 1977 per promuovere la Mazda 323 di prima generazione, una coppia di 323 hatchback affrontò il viaggio di 15.000 miglia da Hiroshima a Francoforte, per arrivare al Salone dell’Auto tedesco dove il modello avrebbe debuttato. Incredibilmente, in piena Guerra Fredda, le due 323 attraversarono l’Unione Sovietica, affrontando strade dissestate e condizioni proibitive per evidenziare l’affidabilità della nuova berlina ancor prima che fosse messa in vendita. La famosa spedizione del 1977 è stata ripresa nel 1990, quando sei veicoli Mazda (626, 323 e furgoni E2200) da Hiroshima sono arrivate sino al quartier generale Mazda di Leverkusen in Germania, questa volta attraverso una Unione Sovietica in dissolvimento. Mentre nel 2013, stavolta con dei giornalisti alla guida delle auto, diverse Mazda3 di terza generazione hanno ripetuto l’escursione dalla fabbrica al Salone di Francoforte, attraversando Russia, Bielorussia e Polonia.

Ispirati da queste spedizioni e dalle prove pubbliche dei veicoli, gli eventi Mazda Epic Drive consentono di sperimentare strade impegnative, scenari incredibili e avventure uniche al volante di una Mazda. Che si tratti di lambire l’Islanda su una MX-5, di assaporare con una Mazda2 l’asfalto tortuoso e la vulcanica bellezza delle isole Azzorre in mezzo all’Atlantico, o di esplorare le meraviglie dell’ingegneria stradale estrema attraverso tunnel, ponti e passi di montagna in Norvegia, i moderni Mazda Epic Drive offrono incredibili viaggi, e allo stesso tempo mettono in evidenza l’ingegneria e le vetture incentrate su chi guida per cui Mazda è celebre.

Come la traversata del Lago Baikal del 2018 con le CX-5, il Mazda CX-30 Epic Drive del 2020 in Kazakistan ha permesso una dimostrazione perfetta del sistema di trazione integrale i-Activ Mazda. Realizzata sulla nuova generazione dell’architettura Skyactiv-Vehicle Mazda, l’evoluta trazione i-Activ AWD della CX-30 lavora in sintonia con il G-Vectoring Control (GVC) per gestire la distribuzione della coppia tra le ruote anteriori e posteriori, così da offrire un’esperienza di guida ancora più coinvolgente.

Grazie al sistema di controllo di nuova concezione e alle tecnologie per ridurre gli attriti, il sistema i-Activ AWD di Mazda offre una marcia raffinata e stabile in qualsiasi situazione, ottenendo anche consumi di carburante nell’uso quotidiano quasi pari a quelli di una trazione anteriore. L’evoluto sistema di trazione integrale di Mazda aggiunge il rilevamento del “carico verticale sulle quattro ruote” e funziona in sintonia con il GVC (G-Vectoring Control) per controllare la distribuzione della coppia tra le ruote anteriori e posteriori, migliorando la trazione e l’aderenza indipendentemente dallo scenario di marcia. Il sistema consente anche di ridurre in modo significativo le perdite meccaniche nel loro complesso e contribuisce a migliorare i consumi.

Le nuove tecnologie adottate per la riduzione degli attriti comprendono uno smorzatore in gomma interno alla presa di moto che riduce notevolmente le fluttuazioni della coppia trasmessa in ingresso alla trazione posteriore, e un nuovo settaggio che applica una leggera differenza nel tasso di decelerazione tra presa di moto e differenziale posteriore. Regolando rapidamente la distribuzione della coppia solo quando è necessario, il sistema offre sempre la risposta più adeguata e una reale riduzione dei consumi effettivi. Il differenziale posteriore riduce le perdite meccaniche con l’adozione di cuscinetti a sfera e usando un olio a bassa viscosità, insieme a una configurazione per cui l’olio viene immagazzinato nella parte superiore e fornito solo nella quantità necessaria dove e quando richiesto. Agendo in combinazione, queste misure aumentano la precisione della centralina AWD mentre riducono significativamente le perdite meccaniche complessive.

All’ingresso di una curva, il sistema AWD mantiene la distribuzione di coppia esistente fra anteriore e posteriore, per favorire una migliore risposta in curva attraverso il controllo della coppia motrice da parte dell’unità GVC. Dopo l’ingresso in curva, il sistema AWD aumenta gradualmente la coppia inviata alle ruote posteriori per realizzare una sterzata neutra e un movimento più stabile del veicolo. L’abbinamento con il GVC migliora di fatto anche la risposta della coppia posteriore e la linearità rispetto all’intervento sull’acceleratore del conducente. In accelerazione, viene distribuita maggiore coppia alle ruote posteriori, mentre in decelerazione viene aumentata verso le ruote anteriori, massimizzando le prestazioni di trazione di tutte e quattro le ruote. Questo migliora anche la controllabilità, quindi il veicolo risponde fedelmente alle intenzioni del conducente quando interviene sul volante.

Essendo un sistema di trazione integrale progettato per offrire flessibilità nell’uso quotidiano, il percorso di oltre 800 chilometri del Kazakhstan Epic Drive ha offerto un vero mix di condizioni di marcia per metterlo alla prova insieme alla CX-30: dalle vie cittadine alle moderne strade a doppia corsia, dalle strade asfaltate ai sentieri sterrati fuoristrada, questo tracciato proponeva di tutto. 

Partendo da Almaty, la città più grande del Kazakistan situata su un altopiano all’ombra della catena montuosa Trans lli Alatau nel sud del Kazakistan vicino al confine con il Kirghizistan, le CX-30 hanno lasciato il moderno centro cittadino affrontando caotici ingorghi lungo la strada per uscire dalla tentacolare città e si sono avviati sulla moderna autostrada A3 in direzione del Parco Nazionale di Aityn Emel. Qui le CX-30 hanno lasciato le strade asfaltate per quelle sterrate in un viaggio polveroso e impegnativo verso la famosa Singing Dune. Sebbene non sia un vero e proprio fuoristrada, il sistema AWD della CX-30 ha assicurato un’eccellente trazione sulle strade con poco grip del Parco Nazionale del Kazak.

Dai 150 metri della splendida Singing Dune (letteralmente la duna che canta) – così chiamata per il modo in cui i venti e le sabbie mobili creano un suono inquientante quasi simile a un coro – il percorso è uscito dalle pianure sub-desertiche dai cammelli vaganti verso la città di Zharkent, che si trova a tiro del confine cinese, all’estremità sud-orientale di questo vasto paese. Il secondo giorno il percorso del Kazakhstan Epic Drive ha portato le auto a sud verso il Charyn Canyon e su strade sterrate più impegnative attraverso una serie di incredibili canyon che sembrano stranamente parenti delle terre selvagge del Nevada, ma si trovano nel cuore della remota Asia centrale. Dopo di che il percorso si è diretto a ovest verso Almaty costeggiando il vasto bacino idrico di Kapshagay.

Le Mazda CX-30 hanno completato con facilità il Kazakistan Epic Drive, dimostrando l’adattabilità del più recente SUV Mazda e le doti del sistema i-Activ AWD. Per provare virtualmente la Mazda CX-30 Kazakistan Epic Drive, si può vedere l’intera esperienza in un impressionante film e la selezione completa delle immagini di questo incredibile viaggio disponibili sul portale stampa.

Su tutta la gamma dei SUV Mazda CX-30 e Mazda CX-5 e della Mazda3 hatchback, la trazione integrale i-Activ di Mazda offre la sicurezza e la tranquillità dell’aderenza delle quattro ruote motrici quando le condizioni lo richiedono, insieme all’efficienza nei consumi e a un migliore coinvolgimento nella guida.

Nuova gamma Abarth 595: performance e stile nel segno dello Scorpione

  • Si rinnova la gamma Abarth 595 con le nuove 595, Turismo, Competizione ed Esseesse.
  • Nuovi interni, nuovi colori, e nuovi dettagli per la gamma che incarna le due anime dello Scorpione: performance e stile.

Nuovo anno e nuova gamma 595. Il 2020 è stato un anno di successi sportivi e commerciali che ha visto il lancio di due nuove Serie Speciali – la 595 Monster Energy Yamaha e la 595 Scorpioneoro – e le novità proseguono anche in questo inizio 2021 dove lo Scorpione continua “a pungere” inaugurando la nuova gamma 595. L’icona del brand che, come racconta la sua storia, incarna perfettamente le due anime del marchio: performance e stile.

Le quattro versioni della rinnovata gamma – 595, Turismo, Competizione ed Esseesse – si animano con nuovi colori, materiali pregiati, nuovi dettagli di stile, tecnologia avanzata e grande personalizzazione, a sottolineare le sfumature del carattere Abarth.

«Abarth 595 è una storia di successo con un’anima che ha conquistato, e continua a coinvolgere, migliaia di appassionati nel mondo, e che ha creato intorno al marchio dello Scorpione una community unica nel panorama automotive di cui andiamo estremamente fieri. Nel 2020 appena concluso, il trend positivo è continuato, la market share è cresciuta di quasi il 50% rispetto allo scorso anno, un successo legato alla personalità di questa piccola supercar e alla passione di tanti fan – spiega Luca Napolitano, Head of Fiat, Lancia & Abarth Brands EMEA -. Una piccola supercar in grado di regalare grandi emozioni in strada come in pista. I suoi segreti sono tanti: le prestazioni “esplosive”, il sound dello scarico, il suo stile irreverente e giocoso, ma ricco di stile e personalità e, chiaramente, il piacere di guida. Oggi presentiamo la nuova gamma della 595, completamente rinnovata, che rende ancora più attuali e distintive le 595 e che i nostri clienti, sia quelli più attenti allo stile sia quelli che non possono fare a meno delle performance, sono sicuro apprezzeranno per le nuove soluzioni adottate, per tutti quei dettagli che fanno di un’Abarth un gioiello da collezionare. Iniziamo l’anno con quattro novità importanti che ci fanno guardare al 2021 con grande positività».

Benvenute Abarth 595, Turismo, Competizione ed Esseesse. Disponibili nelle versioni berlina e cabrio, i modelli della gamma Abarth 595 sono accomunati da caratteristiche peculiari che ne sottolineano l’indole sportiva e contribuiscono al miglioramento delle prestazioni. I quattro allestimenti si presentano con livelli di potenza da 145 a 180 CV, tutti Euro 6D Final, che possono soddisfare qualsiasi esigenza dei nostri clienti.

Distintiva ma accessibile, la versione 595 è l’ingresso al mondo Abarth e offre di serie tutte le dotazioni necessarie a garantire il divertimento e il piacere di guida tipico delle vetture dello Scorpione, in primis il selettore “Sport mode”, che nella nuova gamma è ribattezzato “Scorpion mode”. Schiacciando il tasto sulla plancia s’interviene sull’erogazione della coppia massima, sulla taratura del servosterzo e sulla risposta del motore al pedale dell’acceleratore rendendoli più appuntiti. Sul fronte della tecnologia sulla versione 595 è standard la radio 7” touch screen e per la gioia degli appassionati Abarth è presente una nuova schermata di avvio e spegnimento, a richiesta è disponibile la predisposizione Apple CarPlay e compatibilità Android AutoTM *.

Accelerare velocemente e frenare efficacemente è prerogativa della guida sportiva e del divertimento, per questo la 595 è dotata del performante impianto frenante specifico Abarth che offre la massima sicurezza grazie ai dischi anteriori ventilati da 284 mm e a quelli posteriori da 240 mm.

Le 595 Turismo e Competizione sono state anch’esse rinnovate, dal punto di vista tecnico e di stile, nel segno della personalizzazione, per regalare ai clienti due modi diversi di entrare e vivere il mondo Abarth.

Se la 595 Turismo è legata ai valori di stile e comfort tipici delle granturismo italiane, è quindi dedicata a coloro che amano distinguersi per il proprio stile, che amano la città ma vogliono viverla con grinta.

La Competizione, invece, si rivolge agli amanti delle prestazioni e della sportività senza compromessi, a coloro che desiderano divertirsi in strada come in pista e che non rinunciano mai a trasformare un viaggio in un’esperienza straordinaria.

La 595 Turismo presenta interni rinnovati, a cominciare dagli esclusivi sedili in pelle che si rinnovano nelle finiture, offrendo la possibilità di scegliere tra diverse nuance di colori, tra cui il nuovo Helmet Brown.

Rimanendo in tema di colori la grande novità della 595 Competizione riguarda invece un nuovo Blu Rally, un colore opaco ispirato alla Fiat 131 Abarth Rally degli anni Settanta, mentre i nuovi cerchi in lega da 17” strizzano l’occhio a quelli della Lancia Delta Rally Integrale degli anni Novanta. A rendere la livrea ancora più sportiva il body kit in tinta carrozzeria specifico di questa versione e disponibile in abbinamento al nuovo colore Blu Rally o al Nero Scorpione. All’interno, oltre al selettore “Scorpion mode” dal nuovo design, troviamo una nuova offerta di contenuti con cui caratterizzare la vettura, tra cui la plancia in Alcantara, i nuovi sedili in pelle e il pomello del cambio in carbonio.

Per la versione top di gamma, la 595 Esseesse, il team di designer e ingegneri Abarth ha disegnato e sviluppato nuovi terminali in titanio per l’impianto di scarico Akrapovic, in grado di regalare pure emozioni sonore sia in strada sia in pista, divertimento e piacere di guida, insomma un concentrato di emozioni per il pilota.

Tutti i modelli sono dotati di serie di fari poliellittici e luci diurne a LED. A richiesta, invece, i fari allo Xenon. Il volante è a fondo piatto, con mirino, ed è stato studiato per essere più efficace nella guida sportiva. Il quadro strumenti garantisce un’eccellente leggibilità. Inoltre, l’illuminazione del manometro è bianca, per renderne più agevole e immediata la lettura.

Motori, trasmissione, meccanica. La nuova gamma Abarth 595 è equipaggiata con il propulsore 1.4 T-jet, lo stesso da cui sono derivati i motori che equipaggiano le Formula 4 dei Campionati italiano e tedesco.

Il propulsore è disponibile in tre livelli di potenza: Abarth 595 dispone di 145 CV, che salgono a 165 sulla versione Turismo, mentre 595 Competizione e 595 Esseesse, con i loro 180 CV, sono le vetture ideali per chi cerca l’adrenalina del mondo racing, sia in termini di performance sia per i contenuti tecnici.

La Competizione e la Esseesse, infatti, sono equipaggiate con la turbina Garrett GT1446; il differenziale autobloccante meccanico, che migliora la trazione in condizioni di aderenza difficile e fondi non uniformi; gli ammortizzatori Koni FSD su entrambi gli assi e i freni Brembo con pinze fisse in alluminio.

Tutte le varianti del propulsore 1.4 T-jet sono abbinate al cambio meccanico ma, su richiesta, possono essere accoppiate al cambio sequenziale robotizzato Abarth con palette al volante.

Inoltre, tutte le motorizzazioni rispettano la normativa Euro6D Final.

Infotainment. La nuova gamma 595 è equipaggiata di serie con il sistema UconnectTM con radio da 7”, una piattaforma veloce e dotata di schermo ad alta definizione e radio digitale DAB con la possibilità di avere anche la predisposizione Apple CarPlay e compatibilità Android AutoTM * e il navigatore satellitare. E con il MY21 sono nuove anche le schermate di avvio e spegnimento del sistema di infotainment.

Infine, è disponibile il raffinato e potente impianto BeatsAudioTM che saprà conquistare anche il più esigente e raffinato appassionato di musica. Sviluppato in collaborazione con Beats by Dr. Dre, l’impianto BeatsAudioTM ha una potenza totale di 480 Watt e dispone di un amplificatore digitale a 8 canali che integra un avanzato algoritmo di equalizzazione in grado di ricreare l’intero spettro sonoro che un artista sperimenta durante le registrazioni in studio. Il sistema Beats AudioTM si compone di due tweeter a cupola posizionati nei montanti anteriori; due midwoofer da 165 mm nelle portiere anteriori; due fullrange da 165 mm nei fianchetti posteriori; e un subwoofer da 200 mm posizionato al centro nel bagagliaio nel vano ruota di scorta.

La nuova campagna di comunicazione. “Tuned to your style” è il titolo della campagna di comunicazione per il lancio della nuova gamma Abarth 595. Lo spot, firmato dall’agenzia creativa Independent Ideas, vuole raccontare le due anime della gamma: da un lato la performance legata allo stile distintivo, ben interpretata dalla 595 Turismo, dall’altro la performance ai massimi livelli e l’indole sportiva, rappresentate dalla 595 Competizione.

Il video inizia raccontando nel dettaglio il design esclusivo del primo modello, per far assaporare allo spettatore il carattere di una delle vetture dello Scorpione, immersa in un contesto lifestyle. Durante il percorso si osserva il passaggio di testimone dalla 595 Turismo alla 595 Competizione e con questo anche un improvviso cambiamento di stile, sia del paesaggio circostante, sia del guidatore. Ogni elemento dello stesso contesto si trasforma per essere in linea con le caratteristiche di pura sportività che questa vettura ha nel suo DNA. La parola “Tuned” significa letteralmente “adattato per soddisfare una condizione specifica”. Associato alla parola “Stile”, evidenzia come Abarth offra ai suoi clienti la possibilità di esprimere la propria personalità, scegliendo il modello più affine al proprio stile, tra una gamma rinnovata ed esclusiva.

Lamborghini SC20: la open-top da pista firmata Squadra Corse

Esemplare unico open-top con motore V12 progettato da Lamborghini Squadra Corse. Carrozzeria in fibra di carbonio caratterizzata da aerodinamica racing. Design innovativo realizzato dal Lamborghini Centro Stile

Sant’Agata Bolognese, 16 dicembre 2020 – Lamborghini Squadra Corse presenta la SC20, esemplare unico di open-top da pista omologata per l’utilizzo stradale. La SC20 è la prima one-off aperta progettata dal dipartimento Motorsport e disegnata dal Centro Stile di Sant’Agata Bolognese seguendo i desideri del cliente, coinvolto nello progetto fin dai primi disegni degli stilisti Lamborghini.

L’obiettivo comune era realizzare una vettura unica, estrema nel design e nelle prestazioni, capace di unire soluzioni aerodinamiche derivate dalle Lamborghini da competizione a linee inedite e dettagli esclusivi. “Due anni dopo la SC18 Alston, la SC20 è stata una nuova, intrigante sfida. Le principali fonti di ispirazione sono state Diablo VT Roadster, Aventador J, Veneno Roadster e Concept S: il risultato è un sensazionale connubio tra creatività e attitudine racing”, ha commentato Mitja Borkert, Head of Design del Centro Stile Lamborghini.

La carrozzeria in fibra di carbonio è progettata dagli aerodinamici Lamborghini e lisciata a mano per convogliare i flussi d’aria in modo ottimale, consentendo una guida confortevole anche alle alte velocità. Il pronunciato splitter anteriore è incorniciato da due pinne e le prese d’aria sul cofano anteriore sono ispirate a quelle della Huracán GT3 Evo, mentre le fiancate scolpite riprendono le soluzioni adottate sulla Essenza SCV12. Il posteriore muscoloso è sormontato da una grande ala in carbonio regolabile in tre posizioni: Basso, Medio e Alto Carico.

La SC20 è caratterizzata da dettagli esclusivi a partire dai colori carrozzeria su base Bianco Fu, creato per il cliente, su cui spicca la livrea Blu Cepheus. Tonalità ripresa anche negli interni in alternanza al Nero Cosmus e al Bianco Leda. Protagonista assoluto dell’abitacolo è il carbonio a vista, utilizzato per cupolino, parafiamma, pannelli porta, tunnel centrale e dettagli del volante oltre che per la monoscocca. Sempre in carbonio i gusci dei sedili rivestiti in Alcantara e pelle; per i maniglioni delle portiere si è invece optato per l’alluminio ricavato dal pieno. Infine le bocchette dell’aerazione, stampate con tecnologia 3D printing nello stabilimento di Sant’Agata Bolognese.

Maurizio Reggiani, Chief Technical Officer Automobili Lamborghini, ha dichiarato: “La SC20 è un connubio tra sofisticata ingegneria, artigianalità made in Italy, sportività e design all’avanguardia. Nonché un nuovo esempio di applicazione del nostro motore V12 e del carbonio a una vettura open-top radicale ma dal DNA inconfondibilmente Lamborghini”.

La propulsione è all’apice della gamma motori Lamborghini, il V12 aspirato da 6.498 cm3 che eroga 770 CV a 8.500 giri e sviluppa una coppia di 720 Nm a 6.750 giri, da gestire attraverso il cambio ottimizzato a sette velocità ISR (Independent Shifting Rod). La potenza è scaricata a terra dal sistema quattro ruote motrici con differenziale centrale elettronico; gli pneumatici Pirelli Pzero Corsa sono montati su cerchi monodado in alluminio da 20 pollici all’anteriore e 21 al posteriore.

Giorgio Sanna, Head of Lamborghini Motorsport, ha commentato: “La SC20 è un ulteriore esercizio tecnico e stilistico che associa l’esperienza Squadra Corsa al design Lamborghini, interpretato magistralmente dal nostro Centro Stile in funzione dei desideri del cliente, al centro del progetto durante tutto il processo di sviluppo e realizzazione della vettura”.

Automobili Lamborghini chiude il 2020 con 7.430 vetture consegnate e sei nuovi modelli

  • Sono 7.430 le Lamborghini consegnate in tutto il mondo nel 2020
  • Nonostante la pandemia, il secondo semestre si è rivelato il migliore della storia dell’Azienda
  • Solido portafoglio ordini a copertura di già oltre metà della produzione del 2021
  • Lanciati sul mercato sei nuovi modelli: Lamborghini Huracán EVO RWD coupé e Spyder, Sián Roadster, Essenza SCV12, Huracán STO e SC20
  • A dicembre Stephan Winkelmann è stato nominato Presidente e Amministratore Delegato
  • Iniziative di responsabilità sociale, dalla riconversione della produzione al progetto culturale “With Italy, for Italy”
  • Forte crescita sui social e sbarco su Tik Tok

Sant’Agata Bolognese, 12 gennaio 2021– In un anno di grandi sfide come il 2020, segnato dalla diffusione della pandemia a livello mondiale, Automobili Lamborghini ha saputo reagire con grande energia e determinazione al contesto. Sono state difatti 7.430 le consegne di vetture a livello globale, diminuite del solo 9% rispetto all’anno precedente. Il lieve calo è chiaramente attribuibile allo stop produttivo di 70 giorni in primavera, in ottemperanza alle direttive del Governo italiano e a tutela della salute dei lavoratori durante la prima fase di emergenza. In compenso, il secondo semestre ha fatto registrare numeri record di vendite, risultando il miglior secondo semestre di tutta la lunga storia dell’Azienda.

Nel dettaglio, con 2.224 vetture, gli USA si confermano il primo mercato, seguiti da Germania (607), mainland China, Hong Kong e Macao (604), Giappone (600), Regno Unito (517) e Italia (347). I due Paesi che hanno registrato la più alta crescita sono stati la Corea del Sud (303 unità, + 75%) e la Germania (607 unità, +8%). Il SUV Urus, che proprio l’anno scorso ha segnato il record produttivo di 10.000 unità, è stato il modello di maggior successo con 4.391 vetture consegnate. Entrambe le linee supersportive hanno dato un contributo significativo ai volumi globali: Huracán, modello V10, ha registrato numeri in crescita con 2.193 vetture vendute (+3%).  A queste si aggiungono le 846 Aventador, modello V12, consegnate in tutto il mondo.

Sotto il profilo commerciale il nuovo anno si apre con prospettive positive, grazie a un portafoglio ordini robusto, tale da coprire già oltre la metà della produzione pianificata nel 2021.

Stephan Winkelmann, Presidente e AD di Automobili Lamborghini, commenta: “I risultati 2020 sono la dimostrazione di un grande lavoro che, al netto delle difficoltà di un anno di sfide globali, è stato portato avanti da tutta la squadra Lamborghini con grande dedizione e spirito di resilienza. Per me è un grande onore essere tornato a farne parte. Il senso di comunità sperimentato così forte nel corso dell’anno appena trascorso, insieme ai valori di responsabilità sociale e la spinta all’innovazione che da sempre contraddistingue Lamborghini, saranno le basi per affrontare un 2021 sfidante, con l’obiettivo di consolidare la gamma prodotto, ricercare nuove prospettive di business e rafforzare ulteriormente il brand.”

2020 in breve: dal lancio di sei nuovi modelli al cambio di Presidenza

Nonostante l’anno sia stato caratterizzato dalla sfida della pandemia, che ha portato a uno stop produttivo da marzo a maggio per 70 giorni, Lamborghini nel 2020 è stata impegnata in una intensa fase di lanci di nuovi prodotti, ben 6 in 12 mesi.  

A gennaio è stata presentata la Huracán EVO RWD a trazione posteriore in versione coupé. A maggio Lamborghini è stato il primo brand automotive a scegliere la realtà aumentata per il debutto della Huracán EVO RWD Spyder, la versione aperta del suo modello V10 a trazione posteriore. A luglio è stata la volta di un’altra open-air, ma in serie limitatissima di soli 19 esemplari, la Sián Roadster, la prima Lamborghini aperta con tecnologia ibrida sviluppata a partire dall’iconico V12 dell’Azienda. Hanno fatto seguito l’Essenza SCV12, hypercar da pista in edizione limitata di 40 esemplari, progettata da Lamborghini Squadra Corse e disegnata dal Lamborghini Centro Stile; la Huracán STO – Super Trofeo Omologata –  ispirata alle vetture da corsa Huracán Super Trofeo EVO e GT3 EVO e omologata per l’uso stradale; e infine, in chiusura  d’anno, la SC20, esemplare unico di open-top da pista omologata per l’utilizzo stradale, prima one-off aperta progettata dal dipartimento Motorsport e disegnata dal Centro Stile di Sant’Agata Bolognese seguendo i desideri del cliente, coinvolto nel progetto fin dai primi disegni dei designer Lamborghini.

A questi lanci si aggiungono ulteriori avvenimenti, quali il raggiungimento di importanti traguardi produttivi (10.000 Urus e 10.000 Aventador), l’offerta di nuove personalizzazioni con l’introduzione di nuovi colori Ad Personam per Urus e Huracán, fino alla presentazione di un esemplare speciale di Aventador S firmato dallo stilista giapponese Yohji Yamamoto in occasione dell’inaugurazione della nuova Lamborghini Lounge di Tokyo.

Il mese di dicembre è stato infine segnato dal cambio di presidenza alla guida della Casa del Toro: Stephan Winkelmann è dall’1 dicembre il nuovo Presidente e AD, succedendo a Stefano Domenicali e mantenendo la Presidenza di Bugatti.

Un anno di iniziative di Responsabilità Sociale

La Casa del Toro ha reagito prontamente alla prima fase della pandemia e portato avanti importanti iniziative di responsabilità sociale lungo tutto il 2020. Nel corso del periodo di sospensione temporanea delle attività, ha avviato la riconversione di alcuni suoi reparti per la produzione di mascherine e visiere mediche per l’Ospedale S. Orsola di Bologna, oltre alla collaborazione con SIARE Engineering International Group per il co-engineering e produzione di simulatori polmonari.

A settembre Lamborghini ha lanciato un importante progetto culturale e artistico, “With Italy, for Italy”, concepito come atto d’amore di un’Azienda per il proprio Paese per supportarlo in un periodo di grandi sfide. Sono stati coinvolti ventun talenti italiani della fotografia contemporanea, chiamati ognuno a interpretare e celebrare la bellezza e unicità delle regioni italiane insieme a modelli Lamborghini del passato e del presente. Il progetto, avviato inizialmente con una campagna social, si è poi tradotto in un volume fotografico edito da Skira.

A dicembre è stata infine lanciata un’importante azione benefica insieme alla cantante americana Lady Gaga, Si tratta di una collaborazione volta al sostegno delle comunità colpite dalle disparità per la diffusione della pandemia. A queste saranno devoluti i ricavi della lotteria organizzata da Omaze tra novembre e dicembre, in cui è essere messa in palio è stata la Huracán EVO RWD presente in “911”, ultimo singolo della cantante americana.

Crescita record sui social

Nell’ambito di un generale processo di accelerazione del digitale sollecitato dalla pandemia, Lamborghini ha rafforzato la sua strategia in ambito social e registrato una crescita costante per tutto il 2020. Instagram rappresenta per Lamborghini il social di maggior successo: in un solo anno è passata da 23 a 29 milioni di followers, numeri che la posizionano al primo posto della classifica dei brand di supersportive di lusso più amati del social. Su Facebook Lamborghini conta 12,9 milioni di fan, mentre su Youtube la crescita è passata dai 1,1 milioni di appassionati agli 1,6 attuali. Inoltre a novembre Lamborghini è stata la prima realtà, nel settore delle supersportive di lusso, ad avere fatto ingresso con un proprio profilo ufficiale, @lamborghiniofficial, su TikTok, la piattaforma per la creazione e condivisione di video brevi da dispositivi mobili, prescelta da Generazione Z e Millennial. In poco meno di due mesi il profilo ha raggiunto oltre 131.000 seguaci.

Lamborghini Brand Extension

Il 2020 è stato anche un anno di grandi partnership per la Casa del Toro, capace di creare connessioni con partner significativi con l’obiettivo di offrire prodotti di altissima qualità, cercando di raggiungere settori sempre nuovi e dando vita a prodotti altamente esclusivi e unici, realizzati in co-branding. Tra le partnership più apprezzate va segnalata quella con The LEGO Group, che ha dato vita alla Lamborghini Sián FKP 37 LEGO® Technic™, un modellino in scala 1:8 composto da 3.696 componenti che riproduce alla perfezione l’inconfondibile potenza e il design mozzafiato della supersportiva ibrida Lamborghini.

Nel settore del fashion è degna di nota la collaborazione con Supreme, l’iconico marchio di street wear di New York, che ha portato al lancio di una capsule collection andata letteralmente sold out in sole 48 ore, oltre al lancio della capsule collection firmata dallo stilista giapponese Yohji Yamamoto. In campo nautico Lamborghini ha stretto un accordo con The Italian Sea Group e presentato in anteprima mondiale Tecnomar for Lamborghini 63, il nuovo motor yacht della flotta Tecnomar, una limited edition che celebra l’anno di fondazione di Lamborghini. E in chiusura d’anno la collaborazione tra la Casa del Toro e Ducati, altra eccellenza italiana nel settore dei motori, ha dato vita alla Ducati Diavel 1260 Lamborghini, una moto ispirata alla Lamborghini Sián e realizzata in un’edizione limitata di 630 esemplari, appassionando motociclisti e collezionisti di tutto il mondo.

2020: anno di tre anniversari storici

Il 2020 è stato costellato da anniversari storici di tre modelli iconici del marchio. Hanno compiuto cinquant’anni la Urraco, modello che si distinse fin da subito per avere introdotto soluzioni tecniche innovative per l’epoca, e la Jarama GT, l’ultima evoluzione del concetto di berlinetta granturismo 2+2 della Casa. Si è poi aggiunto il 30° anniversario della Diablo, una delle vetture più iconiche nella storia dei modelli supersportivi di Lamborghini, commercializzata a partire dal gennaio del 1990.

Lamborghini Squadra Corse

Ottimi i risultati anche per la Squadra Corse, il dipartimento Motorsport di Automobili Lamborghini. Nel 2020, Squadra Corse ha infatti raggiunto le 490 vetture da corsa prodotte dal 2009. Inoltre sono state presentate Essenza SCV12, supercar da pista in edizione limitata e SC20, seconda one-off firmata Squadra Corse, entrambe equipaggiate con motore V12 aspirato. Tra i vari successi in pista per le auto della Casa di Sant’Agata Bolognese, a gennaio Lamborghini ha vinto per il terzo anno consecutivo la 24 Ore di Daytona, la più famosa gara di endurance d’America che dà il via al campionato IMSA, consolidando il primato di successi nella storia della classe GTD.

L’icona off-road della Stella festeggia 400.000 unità dal 1979

Classe G entra in produzione nel 1979 e oggi questa icona off-road ha raggiunto il traguardo di 400.000 unità prodotte. A celebrare questo anniversario è stata una G 400 d rossa, uscita dalla linea di produzione di Graz. L’auto è destinata ad un cliente di lunga data della Renania, un fan di questo iconico modello dal 1979, oggi proprietario di ben 20 modelli. Il suo motto? “Non posso stare senza la G.”  

“Siamo orgogliosi di aver prodotto 400.000 unità di questo fuoristrada senza tempo. E per questo, oltre ai nostri collaboratori, voglio ringraziare i nostri clienti, i primi affezionati fan, oltre al nostro partner di produzione a Graz, Magna Steyr. Attualmente, la domanda supera di gran lunga la capacità produttiva disponibile”, ha dichiarato Emmerich Schiller, responsabile della divisione Veicoli fuoristrada e CEO di Mercedes-Benz G GmbH a Graz, in Austria. “E stiamo già scrivendo il prossimo capitolo di questa storia di successo attraverso l’elettrificazione della gamma, in modo che anche la G abbia un futuro a zero emissioni, rendendo la nostra icona a prova di futuro.”

Il sub-brand G svolge un ruolo chiave nel riallineamento strategico di Mercedes-Benz che si concentra su un’esperienza di lusso emozionante, elettrica, basata su software e sostenibile. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, Mercedes-Benz sta portando anche i suoi fornitori a bordo, nel suo viaggio verso la neutralità in termini di emissioni di carbonio. Il partner di produzione di Classe G, Magna Steyr di Graz, è strategico in questo senso. Come in tutti gli stabilimenti Mercedes-Benz AG, infatti, anche la produzione di Magna Steyr sarà CO2 neutral entro il 2022. Oltre a proteggere il clima, la tutela delle risorse è, infatti, una priorità assoluta. La riduzione del consumo idrico e dei rifiuti, anche attraverso cui l’aumento dei processi di riciclaggio, sono componenti fondamentali della strategia di sostenibilità di Magna.

La nuova Classe G è stata rinnovata nell’estate 2018. Sia su strada che in off-road, indipendentemente dalle condizioni di guida, sorprende ancora di più per le sue prestazioni, i sistemi di assistenza all’avanguardia, la maneggevolezza eccezionale e la sicurezza. Allo stesso tempo, le nuove sospensioni, i programmi di guida DYNAMIC SELECT, la “G-Mode” e i tre blocchi al 100% del differenziale migliorano non solo il comfort di guida, ma anche l’agilità, su qualsiasi tipo di terreno.

Dal 1° settembre 2020, l’equipaggiamento standard per l’iconico fuoristrada è diventato ancora più ricco. Allo stesso tempo, vi sono anche maggiori possibilità di personalizzazione, disponibili attraverso il programma ‘G manufaktur’. Questo programma ha raccolto larghi consensi: attualmente, circa il 60% di tutti gli acquirenti della Classe G opta per una ulteriore personalizzazione. Nuovi colori esterni e pacchetti di accessori, nonché la strumentazione widescreen, che ora è di serie, completano l’offerta su questo esclusivo modello.

Dalla primavera 2020, clienti e fan hanno avuto la possibilità di esplorare le performance di Classe G su strada e in fuoristrada nel nuovo G-Class Experience Center vicino a Graz. Sul sito precedentemente utilizzato da Fliegerhorst Nittner, hanno oggi l’opportunità di testare a pieno l’enorme potenziale del di Classe G, affinare le abilità di guida su terreni a volte estremi e sperimentare in prima persona cosa significa il timbro di qualità ‘Schöckl proved’. La montagna di Graz, lo Schöckl, ospita, infatti, la leggendaria pista di prova su cui la Classe G deve dimostrare il suo valore durante la fase di sviluppo.

Spirito da combattente: la storia di Aston Martin nel Grand Prix Racing

Aston Martin torna sulla griglia di partenza della F1™ nel 2021. per la prima volta in oltre 60 anni. Meglio conosciuta per i suoi successi nelle corse automobilistiche, Aston Martin vanta anche un’affascinante storia in fatto di Gran Premi, ricca di aneddoti e personaggi di rilievo. Le figure chiave susseguite in oltre otto decenni includono Lionel Martin; Conte Louis Zborowski; Clive Gallop; “Jock” Horsfall; John Wyer; Roy Salvadori e Carroll Shelby

9 dicembre 2020, Gaydon, UK: Aston Martin è conosciuta nel mondo anche per i suoi successi nelle corse di auto sportive. La famosa vittoria assoluta di Le Mans e la terza vittoria consecutiva ai 1.000 km del Nürburgring l’hanno incoronata World Sportscar Champions nel 1959. Molteplici vittorie di diverse classificazioni a Le Mans, dal 1931 alla vittoria multiclasse di quest’anno, le hanno assicurato il GT Manufacturers’ World Endurance Championship.

Nel corso degli anni il marchio è stato sempre più riconosciuto come uno dei grandi nomi delle gare di endurance grazie a numerose vittorie in gare e classificazioni diverse.

Meno noti, forse, ma ugualmente notevoli, il Gran Premio d’Europa di Aston Martin e i successivi exploit della Formula 1™.

Tutto ciò a testimonianza di quanto sin dall’inizio dell’attività di Aston Martin 107 anni fa, fondata da Lionel Martin e Robert Bamford nel 1913 in un piccolo laboratorio londinese, la partecipazione agli sport motoristici ai massimi livelli sia stata parte integrante dell’etica e dell’identità aziendale.

Oggi, mentre il marchio di lusso britannico si prepara a tornare sulla griglia di F1™ per la prima volta in più di 60 anni, è il momento giusto per guardare indietro ai precedenti sforzi del marchio nella classe di sport motoristici più competitiva e impegnativa del mondo.

Gli anni 20. Fin dai suoi primi giorni al timone della neonata azienda di auto sportive, il co-fondatore di Aston Martin Lionel Martin sognava di vedere il nome dell’azienda che aveva creato con il partner Robert Bamford nell’arena dei titoli dei Gran Premi.

Il nome Aston Martin era stato stabilito sui percorsi in salita della Gran Bretagna. Lo stesso Lionel aveva riscosso un notevole successo al volante della sua stessa auto, ma sapeva che sarebbero stati i Gran Premi competitivi in ​​giro per l’Europa a portare la fama che desiderava per la sua azienda.

All’inizio dei “ruggenti anni ’20” quel sogno si avvicinò alla realtà quando Martin fu presentato a un giovane pilota da corsa, il conte Louis Zborowski. Incredibilmente ricco, figlio di un conte polacco e un’ereditiera americana, Zborowski aveva un’inesauribile sete di velocità e una forte passione per gli sport motoristici.

Con una fortuna che oggi lo classificherebbe comodamente come un miliardario, Zborowski aveva a disposizione ampie risorse che, combinate con la sua conoscenza di Aston Martin, quale pilota di alcuni delle prime vetture a ruote scoperte con valvole laterali del marchio, gli diedero la fiducia necessaria nel commissionare alla casa automobilistica non una ma ben due auto da corsa.

Lavorando con Lionel Martin e il suo team, misero a punto un piano per costruire due auto per competere nell’evento Isle of Man TT (Tourist Trophy) del 1922. Zborowski fornì circa £10.000 per il progetto – una piccola fortuna all’epoca – una somma destinata non solo alle auto, ma anche alla creazione di un motore da corsa a quattro cilindri a camme in testa a 16 valvole completamente nuovo.

Ed ecco la prima vettura Aston Martin Grand Prix, con unità da 1.486 cc, e circa 55 CV a 4.200 giri / min. L’auto pesava 750 kg, aveva una velocità massima di 85 mph e trasportava due sedili, uno sfalsato, come da regolamento del Gran Premio dell’epoca, per accogliere il meccanico di guida che era un membro essenziale del team, poichè parte del suo lavoro consisteva nel pressurizzare il serbatoio del carburante tramite una pompa a mano.

Come sempre con Aston Martin, il motore stesso ha una storia alle spalle.

Mentre i motori da corsa a 16 valvole erano stati sviluppati con successo per alcuni anni nel 1922 – Peugeot, Bugatti e A.L.F.A. avevano tutti sviluppato unità a 16 valvole di grande capacità per le corse e le attività di record di velocità – si ritiene che la genesi del propulsore Aston Martin fosse notevolmente più caratteristica.

L’amico intimo del conte Zborowski e compagno di corsa, Clive Gallop, era un conoscente dell’ingegnere Peugeot Marcel Gremillion. Il talentuoso francese era stato allievo del grande progettista di motori Ernest Henry, ora a Ballot.

Gremillion convinse Henry a fargli avere i dettagli del motore Ballot da 3,0 litri. Henry non fece altro che strappare i suoi disegni a metà, che Gremillion adattò poi alla camma singola Bamford & Martin, 16 valvole, metà inferiore in cambio di quello che fu descritto come un sostanzioso gruzzolo di monete d’oro!

Così, con un progetto strappato in due, il 3.0 litri progettato da Henry è diventato il camma singola Bamford & Martin, 16 valvole, 1.5.

Il debutto al Grand Prix. Inizialmente pensati per gareggiare all’evento Tourist Trophy del 22 giugno 1922, i telai TT1 e TT2 non furono realizzati in tempo. Si decise quindi di dare alle vetture la loro prima uscita al Gran Premio di Francia da 2.0 litri il 15 luglio a Strasburgo, segnando così finalmente in modo ufficiale il debutto dell’Aston Martin nel Gran Premio.

 

Zborowski era al timone del TT1, con Len Martin come suo meccanico, mentre Clive Gallop pilotava il TT2 assistito dal meccanico H.J. Bentley.

Forse inevitabilmente a causa della mancanza di potenza dovuta alla capacità del motore inferiore a quella richiesta dalla gara, insieme al loro sviluppo frettoloso e alla necessità regolamentata di portare zavorra, entrambe le vetture si ritirano per problemi al motore. Ma per il team di Abingdon Road, Kensington che allora era alle prime armi l’esperienza fu sufficientemente esaltante per continuare l’avventura del Grand Prix.

Inizialmente costruite frettolosamente, le vetture TT furono successivamente sviluppate con i dovuti tempi e nei mesi e negli anni successivi si assicurarono diversi podi tra cui un secondo posto al Gran Premio di Penya Rhin del 1922, che si tenne sul circuito di Villafranca. La squadra ripetè il risultato nello stesso evento l’anno successivo; e si classificò terzo al Grand Prix de Boulogne, sempre nel 1923.

La prematura scomparsa di Zborowski nel 1924, al volante di un’auto da corsa, segnò l’inizio della fine della prima incursione dell’Aston Martin nel motorsport di alto livello e sarebbero passati altri 20 anni prima di una nuova apparizione degna di nota del marchio nel Grand Prix racing.

Gli anni 40. Anche se tecnicamente non è un evento “di alto livello”, il Gran Premio di auto sportive del Belgio del 1946 ha una sua certa importanza per quanto concerne le ambizioni di Aston Martin in ambito racing.

I piloti di Aston Martin ‘Speed ​​Model’ prebellici erano ancora competitivi, quindi non fu uno shock vedere un’auto sportiva Aston Martin da 2.0 litri del 1936, ormai famosa, competere nel Gran Premio di auto sportive del 1946 Automobile de Belgique, che ebbe luogo il 16 giugno presso il percorso stradale temporaneo adiacente al Bois De La Cambre, a Bruxelles.

Al volante c’era uno dei personaggi più bizzarri mai associati al marchio: St John Ratcliffe Stewart Horsfall – o, come era conosciuto, “Jock”.

Nato da una famiglia benestante e uno di sei fratelli, Jock entrò presto nel mondo automobilistico e acquistò la sua prima Aston Martin nel 1934, a soli 24 anni. Agente di borsa di successo, Horsfall diventò rapidamente parte della “famiglia” Aston Martin e aiutò in modo significativo il marchio in ambito di sviluppo e test.Durante la guerra servì con l’MI5 e tra i suoi vari compiti c’era quello di trasportare ufficiali e agenti dell’MI5, doppi agenti e spie nemiche catturate da un luogo all’altro, il più velocemente possibile. Questo era tanto più notevole dal momento che Horsfall era astigmatico e gravemente miope, oltretutto contrario a indossare occhiali per correggere la sua vista.Era anche coinvolto nella verifica della sicurezza dei siti navali e degli aeroporti ed era a conoscenza di una buona quantità di informazioni altamente riservate. Certamente, la sua attività “segreta” più famosa fu il suo ruolo di pilota nell’Operazione Mincemeat – un riuscito inganno delle forze dell’Asse per mascherare l’invasione alleata della Sicilia nel 1943.È interessante notare che si ritiene che questa operazione segreta sia stata ispirata da un promemoria che descrive dettagliatamente le tattiche di inganno del nemico scritto nel 1939 dal contrammiraglio John Godfrey, direttore della divisione di intelligence della Royal Navy, e dal suo assistente personale, un tenente comandante Ian Fleming.Nel Gran Premio di auto sportive del Belgio del dopoguerra, il veicolo di Jock arrivò primo alla bandiera a scacchi davanti a un gruppo di concorrenti di Frazer Nash, BMW e Alvis. Una vittoria notevole per una macchina “vintage”. L’auto da corsa era alimentata da un motore a camme in testa a quattro cilindri da 1.950 cc che produceva circa 125 CV e pesava circa 800 kg. Con un corpo aperto “Ulster Style”, due sedili e ali separate poteva raggiungere i 120 mph.Ma tuttavia, la vittoria in Belgio non si può considerare forse il culmine della gloria di Horsfall. Questa infatti si verificò tre anni dopo, quando conquistò il secondo di classe e il quarto assoluto nella gara di 24 ore di Spa del 1949 come privato al volante di un’Aston Martin Speed ​​Model. Ciò che rese questo risultato così straordinario fu che mentre aveva Paul Frère disponibile come copilota, Horsfall scelse di guidare l’auto per tutte le 24 ore da solo. Purtroppo, Horsfall rimase ucciso poco più di quattro settimane dopo in un incidente di corsa alla BRDC Trophy del 1949, a Silverstone nel Regno Unito. La sua posizione nei ranghi dei proprietari e degli appassionati di Aston Martin può essere misurata, tuttavia, non da ultimo dal fatto che l’Aston Martin Owners ‘Club organizza una gara annuale in sua memoria: il St. John Horsfall Memorial Trophy.

Gli anni 50. Gli anni ’50 furono un periodo emozionante per Aston Martin. Il proprietario dell’azienda Sir David Brown, che aveva acquisito l’attività nel 1947 prima di aggiungere il marchio Lagonda più tardi nello stesso anno, era impegnato costantemente nella creazione di auto sportive britanniche dal design raffinato e di crescente appeal.

Sir David riconobbe l’importanza del motorsport per il successo commerciale del marchio e, nel 1955, escogitò un piano audace per creare auto che avrebbero affrontato la migliore competizione sia nel Campionato Mondiale Sportscar che nell’ancora relativamente nuovo Campionato del Mondo di Formula 1.

I libri di storia si concentrano sui famosi risultati della DBR1 vincitrice di Le Mans e della DB3S che l’hanno preceduta, ma l’avventura iniziale in monoposto, DP155, potrebbe essere vista come un prezioso esercizio di apprendimento per il marchio, e fu il precursore delle successive auto da Gran Premio degli anni ’50. Parallelamente a questo progetto, Sir David iniziò a lavorare su un nuovo motore e un nuovo design per auto da strada che sarebbe diventata la DB4.

Fu così che nacque l’Aston Martin DBR4. Testata già nel 1957, solo dal 1959 fece il suo debutto in gara all’evento BRDC International Trophy, eseguito secondo le regole della Formula 1, a Silverstone nel maggio di quell’anno.

Furono due le vetture a gareggiare e l’auto n. 1, guidata dal vincitore della 24 Ore di Le Mans Roy Salvadori, arrivò seconda dietro a Jack Brabham, su una Cooper-Climax T51. Alimentata da un motore RB 250 a sei cilindri a carter secco da 2.493 cc, dallo stesso design di base del motore per auto sportive DBR1, la DBR4 / 250 era una monoposto spaziale da 256 CV che pesava 575 kg.

Nonostante fosse guidata da alcuni dei nomi di stelle dell’epoca, tra cui Salvadori e Carroll Shelby, la DBR4 con motore anteriore non era al passo con la nuova competizione a motore centrale e non riuscì a rispecchiare in Formula 1 ciò che è notoriamente la cugina, la DBR1, nell’arena delle auto sportive. Dopo un debutto deludente, la DBR5, Aston Martin si ritirò dal motorsport monoposto di alto livello nel 1960.

I 2010. In anni più recenti, e dopo una pausa di quasi mezzo secolo, le ali dell’Aston Martin sono tornate nei paddock di Formula 1 in tutto il mondo, quando cioè la società è diventata title sponsor e partner tecnico della Red Bull Racing, un rapporto che ha anche generato la straordinaria Aston Martin Valkyrie hypercar, che entrerà in produzione nel 2021.

Il marchio di lusso è impegnato a preparare un ritorno nel 2021 con il team Aston Martin F1™, che vedrà il brand competere in una gara F1™ competitiva per la prima volta in oltre 60 anni e dare seguito all’eredità creata dai fondatori Lionel Martin e Robert Bamford.

Lawrence Stroll, executive chairman di Aston Martin, ha dichiarato: “Il ritorno del nome Aston Martin in Formula 1, a fronte di una storia così vivace e dinamica nello sport, è un momento davvero emozionante per tutti noi coinvolti in questo grande brand di auto sportive britannico”“La griglia di partenza della Formula 1™ è il posto giusto per Aston Martin. È dove dovrebbe essere questo marchio e so che questo prossimo capitolo della nostra storia nel racing sarà incredibilmente eccitante per i fan di Aston Martin e dello sport della F1™, in tutto il mondo”.

La nuova Hispano Suiza Carmen Boulogne è on the road

La nuova Hispano Suiza Carmen Boulogne, è una spettacolare hypercar completamente elettrica che unisce una potenza di oltre 1000 CV con il lusso leggendario e l’esclusività di Hispano Suiza. La Carmen Boulogne è pronta a partire. Hispano Suiza produrrà 19 unità del suo iconico modello Carmen, cinque delle quali saranno Carmen Boulogne. 1.114 CV di potenza, una velocità massima limitata a 290 km/h e accelerazione da 0 a 100 km/h in 2,6 s.

Hispano Suiza ha presentato un secondo modello, la Carmen Boulogne, un’evoluzione ancora più sportiva dell’iconica Carmen. La Carmen Boulogne è un’esclusiva hypercar completamente elettrica progettata, sviluppata e prodotta a Barcellona (Spagna), della quale verranno realizzati solo cinque esemplari.
Il nome Boulogne risale al 1921, quando Hispano Suiza realizzò una versione da corsa della sua H6 Coupé ad alte prestazioni e la iscrisse alla Coppa George Boillot, una gara di resistenza della durata di oltre 3 ore intorno alla città francese di Boulogne. Lì, Hispano Suiza ottenne tre vittorie consecutive con André Dubonnet (1921), Paul Bablot (1922) e Léonce Garnier (1923) alla guida del potente Hispano Suiza H6.
Hispano Suiza ha voluto rendere omaggio a queste vittorie storiche con Carmen Boulogne, una hypercar che eroga 1114 CV (820 kW) – 95 CV in più rispetto alla Hispano Suiza Carmen – una velocità massima di 290 km/h (limitata elettronicamente) e un’accelerazione da 0-100 km/h in soli 2,6 secondi. La Hispano Suiza Carmen Boulogne pesa 1.630 kg, 60 kg in meno della Carmen. Questa riduzione è stata ottenuta grazie all’ottimizzazione di elementi strutturali come la sospensione, il telaio ausiliario in fibra di carbonio, nuove parti CNC e il tetto in fibra di carbonio.
La Carmen Boulogne è alimentata da quattro motori sincroni a magneti permanenti, due per ciascuna ruota posteriore. La coppia di ogni motore è controllata attraverso sofisticati sistemi di vectoring sviluppati internamente con l’esperienza maturata in Formula E. Da 0 a 6.500 giri/min, i motori sono in grado di raggiungere un massimo di 1.600 Nm di coppia, consentendo accelerazioni sorprendenti e potenza e trazione apparentemente infinite. La batteria ai polimeri di litio ha una capacità di 80 kWh che le consente di avere un’autonomia di guida fino a 400 km. Le batterie sono progettate e prodotte internamente, e includono un sistema completo di controllo della temperatura per garantire che le celle possano funzionare sempre in modo ottimale. Ha una capacità di ricarica rapida di oltre 80 kW CC, che richiede solo 30 minuti per caricare il 30-80% tramite un caricabatterie rapido CCS2. Sono disponibili anche opzioni di ricarica CHAdeMO e GB/T.

L’intera carrozzeria della Carmen Boulogne è realizzata in fibra di carbonio, visibile sotto una vernice trasparente che ne sottolinea la sportività e preserva l’eleganza senza tempo di questo modello. Ha gli stessi fari semicircolari e lo stesso “cipiglio” aggressivo della Carmen, con la differenza di un’imponente calandra color rame.
Il design, l’ingegneria e la produzione sono il risultato dell’esperienza di Hispano Suiza e QEV Technologies, una società specializzata nello sviluppo di motori elettrici per il mondo delle competizioni.
Il prezzo dell’Hispano Suiza Carmen Boulogne parte da 1,65 milioni di euro (più tasse locali), e il suo processo di fabbricazione, realizzato a mano con la massima precisione, richiede circa dodici mesi.
Le cinque unità dell’hypercar Carmen Boulogne si uniscono alle 14 unità della Carmen per raggiungere un totale di 19 unità in produzione, con la prima unità pronta per essere consegnata nel 2022.

Peralada Group. Il Gruppo Peralada è stato fondato nel 1904, e da sempre è proprietà della famiglia Suqué Mateu. Il gruppo di imprese ha continuato a crescere e rappresenta l’apice del lusso nella gastronomia e nell’intrattenimento. Include un ristorante stellato – Castell Peralada – nel nord-est della Spagna, 12 aziende vinicole pluri-premiate, un campo da golf a 18 buche e un hotel di lusso che offre i primi trattamenti salutari wine-spa del mondo. Ospita anche il Festival Internazionale di Musica di Peralada, che celebra le arti, l’opera e il balletto. Gestisce 21 ristoranti, otto casinò e sei hotel a cinque stelle in Europa e America Latina.

Dalla pista alla strada: la nuova Lamborghini Huracán STO

L’essenza pura dell’abilità di Squadra Corse nel motorsport, ispirata alle vetture da corsa Lamborghini Huracán Super Trofeo EVO e GT3 EVO, in una supersportiva omologata per l’uso stradale. L’esclusiva soluzione leggera di Lamborghini, unita a un’aerodinamica superiore e all’ingegneria di un’auto da corsa, genera la più autentica emozione di guida, ogni volta. Una potenza di 640 CV (470 kW), 565 Nm di coppia a 6500 giri/min, un rapporto peso/potenza di 2,09 kg/CV, accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,0 secondi, spazio di frenata da 100 km/h a 0 in 30,0 metri, da 200 km/h a 0 in 110,0 metri, con il ritmo dinamico e la manovrabilità per battere ogni record in pista 

Sant’Agata Bolognese, 18 novembre 2020 – Automobili Lamborghini presenta la Lamborghini Huracán STO – Super Trofeo Omologata: una supersportiva omologata per l’uso su strada, ispirata alla tradizione sportiva della serie di Huracán Super Trofeo EVO sviluppate appositamente per il campionato monomarca da Lamborghini Squadra Corse, ma anche alla Huracán GT3 EVO, vincitrice tre volte della 24 Ore di Daytona e due volte della 12 Ore di Sebring.

Con il suo propulsore V10 ad aspirazione naturale da 640 CV (470 kW) che genera 565 Nm a 6.500 giri/min, la Huracán STO a trazione posteriore garantisce un’accelerazione esaltante da 0 a 100 km/h in 3,0 secondi, da 0 a 200 km/h in 9,0 secondi e una velocità massima di 310 km/h. Nel suo cuore batte l’emozione di un’auto da corsa. L’efficienza aerodinamica superiore, l’ampio uso di materiali leggeri, la facilità di sterzata e le eccellenti prestazioni in frenata consentono alla Huracán STO di regalare l’emozione di un’esperienza su pista a ogni guida su strada.

“La Huracán STO è l’incarnazione più pura della tradizione di Lamborghini Squadra Corse: trasferisce direttamente le tecnologie della Huracán Super Trofeo EVO e attinge ai successi unici della Huracán GT3 EVO, che ha ottenuto tre vittorie consecutive alla 24 Ore di Daytona”, afferma Stefano Domenicali, Chairman e CEO di Automobili Lamborghini. Maurizio Reggiani, Chief Technical Officer, aggiunge: “La Huracán STO offre tutte le emozioni di una supersportiva perfettamente bilanciata, leggera e superiore dal punto di vista aerodinamico, riproducendo la sensazione di guida e il divertimento della Super Trofeo, ed è configurata perfettamente per i circuiti più impegnativi al mondo, ma creata per la strada. Le vaste soluzioni tecniche e le conoscenze acquisite dai nostri programmi Super Trofeo e GT3 sono state affinate e integrate nella Huracán STO per permettere al conducente di vivere ogni giorno le emozioni di un pilota, a bordo di una supersportiva Lamborghini omologata per l’uso su strada in grado di battere ogni record in pista”.

Leggerezza e aerodinamica superiori in un design da supersportiva

Il design degli esterni della Huracán STO è stato completamente rinnovato: l’inconfondibile profilo Lamborghini è stato reinterpretato per ottimizzare il flusso d’aria. Mitja Borkert, Head of Design: “Le auto da corsa sono sempre fonte di ispirazione per il nostro design. La Huracán STO rispecchia in modo elegante il trasferimento di tecnologia della gamma Huracán da competizione, come si può notare in ogni dettaglio estetico”.

Ogni aspetto della Huracán STO attinge all’efficienza aerodinamica e alle soluzioni tecnologiche leggere fondamentali nel motorsport. La Huracán STO incarna il principio per cui il design Lamborghini segue sempre la funzione: un principio ancora più valido in un’auto omologata per la strada ispirata a una vettura da corsa. La Huracán STO nasce dalla collaborazione tra i reparti R&D, Squadra Corse e Centro Stile Lamborghini: ogni linea e ogni caratteristica sono al tempo stesso eccezionali dal punto di vista estetico e ottimizzate per garantire le migliori prestazioni di guida.

Molte soluzioni globali sono ispirate alle vetture da competizione di Squadra Corse e ottimizzano le prestazioni aerodinamiche:

Cofango con prese d’aria, splitter anteriore e louver

Il cofano anteriore, i parafanghi e il paraurti anteriore sono integrati in un unico elemento: il “cofango”, creato dagli ingegneri Lamborghini è ispirato alla Lamborghini Miura e alla più recente Sesto Elemento. Questa soluzione progettuale non è solo leggera, ma permette anche un rapido accesso come nelle vetture da corsa.

Le nuove prese d’aria sul cofano anteriore aumentano il flusso dell’aria attraverso il radiatore centrale per migliorare il raffreddamento del motore e contribuire a generare deportanza. Il cofango comprende anche un nuovo splitter anteriore che convoglia il flusso d’aria verso il sottoscocca completamente riprogettato e verso il diffusore posteriore.

La forma del cofango è pensata per spingere il flusso d’aria sopra i due parafanghi anteriori, che integrano i louver per ottimizzare l’aria in uscita dal passaruota, riducendo la pressione all’interno e incrementando la deportanza anteriore. Il profilo laterale del cofango convoglia il flusso d’aria intorno alle ruote anteriori, riducendo così la resistenza aerodinamica.

Parafango posteriore con prese d’aria NACA

Un nuovo parafango posteriore mutuato dalla Huracán Super Trofeo EVO riesce a ridurre la resistenza aerodinamica generata dalla sezione trasversale della vettura, aumentando allo stesso tempo la deportanza posteriore e l’efficienza aerodinamica generale della vettura. Un condotto NACA integrato nel parafango posteriore della STO funge da presa d’aria per il motore: grazie alla lunghezza ridotta, permette di ridurre del 30% le perdite di pressione statica.

Cofano motore con air scoop

Il design del cofano posteriore è stato modificato con un air scoop integrato per migliorare il raffreddamento ad aria del vano motore posteriore. Deflettori dell’aria dedicati, integrati nella struttura del cofano posteriore, convogliano il notevole flusso d’aria in entrata dalla presa d’aria alle zone in cui è più necessario tenere sotto controllo la temperatura del motore e degli scarichi

Pinna posteriore aerodinamica

Una pinna aerodinamica integrata sul cofano posteriore migliora le capacità dinamiche della STO, soprattutto in curva: in queste condizioni, il flusso d’aria in entrata presenta un angolo d’incidenza e i diversi livelli di pressione generati su entrambi i lati della pinna influiscono positivamente sulla stabilità d’imbardata. La pinna contribuisce inoltre a raddrizzare il flusso d’aria sull’alettone, aumentandone l’efficienza in curva.

Alettone posteriore regolabile

La facile regolazione manuale dell’assetto aerodinamico tramite alettone posteriore, permette di ottimizzare il bilanciamento aerodinamico e la resistenza all’avanzamento in base alle condizioni del percorso Un alettone a doppio profilo con condotto centrale consente alla parte anteriore del profilo di ruotare in tre posizioni, per aumentare la deportanza posteriore. Riducendo il divario tra il profilo alare anteriore e quello posteriore, aumenta la compressione sul lato superiore, il che incrementa l’intensità di aspirazione nella parte inferiore del profilo alare anteriore. L’equilibrio aerodinamico dell’auto può quindi variare del 13%, adattando la STO a diversi stili e condizioni di guida.

Raffreddamento dei freni per il più alto livello di prestazioni

La funzione dei nuovi condotti dei freni anteriori è quella di raffreddare dischi e pinze freno dei nuovi CCM-R, agendo insieme alle louver, che  scaricano aria calda dal passaruota anteriore. Nella parte posteriore si trovano ulteriori prese d’aria, incluse quelle nel sottoscocca, e nolder posteriori ottimizzati.

Risultato aerodinamico

La Huracán STO raggiunge la massima deportanza della sua classe con il migliore bilanciamento aerodinamico per un’auto a trazione posteriore: il carico aerodinamico superiore rappresenta un fattore chiave nel potenziamento delle sue prestazioni in curva. L’efficienza aerodinamica migliora del 37% e viene raggiunto un aumento significativo della deportanza pari al 53% rispetto alla Huracán Performante.

Tecnologie leggere

Oltre il 75% dei pannelli degli esterni della Huracán STO è in fibra di carbonio e ciò consente di realizzare strutture complesse prodotte come un componente unico per ottenere una maggiore integrità strutturale, riducendo allo stesso tempo il peso grazie al minor numero di punti di fissaggio necessari. Ricorrendo alla sua esperienza nel campo delle tecnologie leggere, il reparto R&D di Lamborghini ha adottato per il parafango posteriore una struttura a “sandwich”, molto diffusa nel settore aerospaziale. Grazie a questa tecnologia, la Huracán STO utilizza il 25% in meno di fibra di carbonio mantenendo la stessa rigidità strutturale. Con un peso a secco di 1.339 kg, la Huracán STO pesa 43 kg in meno rispetto alla già leggera Huracán Performante.

La Huracán STO presenta un parabrezza più leggero del 20% rispetto alla Huracán Performante e cerchi in magnesio che migliorano il rapporto resistenza/peso, riducendo ulteriormente il peso rispetto alle leghe in alluminio con lo stesso fattore di carico.

I cerchi in magnesio sono dotati di pneumatici Bridgestone Potenza appositamente sviluppati, disponibili in due versioni: una per la strada, l’altra più orientata all’uso su pista.

La Huracán STO: l’essenza di Lamborghini Squadra Corse

Fin dall’accensione ogni dettaglio della Huracán STO, interno ed esterno, suscita emozioni adrenaliniche alla guida. Il cuore della Huracán STO è il motore aspirato V10 della Huracán EVO e della Super Trofeo, che sprigiona una potenza di 640 CV (570 kW) e 565 Nm di coppia a 6.500 giri/min. Con una carreggiata aumentata, boccole per sospensioni più rigide, barre antirollio specifiche e MagneRide 2.0 di Lamborghini, la STO trasmette tutte le emozioni di un’auto da corsa, regalando allo stesso tempo un’esperienza confortevole su strada. Il motore è stato calibrato per una sensazione di guida fortemente sportiva e reattiva, con una percezione diretta dal pedale all’acceleratore e un miglioramento della nitidezza del sound a giri elevati. La velocità del cambio è stata ulteriormente potenziata per cambiare marcia in modo estremamente reattivo e rapido.

Le ruote sterzanti posteriori Lamborghini e un rapporto di sterzo molto diretto sono stati pensati per la corsa e per dare un’esperienza immersiva di guida, che unisce pilota, vettura e pista. Chi è al volante è a contatto diretto con l’asfalto, grazie al feedback immediato sul comportamento dell’auto. Ogni aspetto della tradizione e della tecnologia sportiva della STO ne aumenta la rapidità in curva, ottimizzando la tenuta in uscita: la Huracán STO è la conferma che le gare si vincono in curva e in frenata più che sui rettilinei.

Tre nuove modalità di guida ANIMA

Tre nuove modalità di guida esprimono lo spirito sportivo della Huracán STO, finalizzato agli ambienti di guida a elevate prestazioni: STO, Trofeo e Pioggia. La modalità standard STO è adatta alla guida su strada e ai percorsi tortuosi. Ogni aspetto del sistema dinamico LDVI (Lamborghini Veicolo Dinamica Integrata) è ottimizzato per tutte le condizioni stradali ed è affiancato da sospensioni pensate per l’uso su strada. L’ESC completamente attivo può essere spento per un piacere di guida massimo, pur assistendo comunque il conducente.

Nella modalità Trofeo tutti i sistemi sono ottimizzati per asfalto asciutto e per realizzare i migliori tempi su giro in pista. Il sistema LDVI garantisce massime prestazioni grazie alle strategie dedicate del Torque Vectoring e del Performance Traction Control System sia per lunghe percorrenze in pista, in modalità ESC-ON, sia per il miglior tempo sul giro con ESC-OFF. Il nuovo algoritmo di stima della temperatura del freno (BTM) consente al conducente di verificare in ogni momento la temperatura dell’impianto frenante e di gestirne l’usura durante il suo ciclo di vita.

La modalità Pioggia ottimizza il controllo della trazione, la ripartizione di coppia, le ruote sterzanti posteriori e l’ABS su asfalto bagnato. Il controllo della trazione e l’impianto frenante sono calibrati per ridurre al minimo la perdita di aderenza e i tagli di coppia motore, grazie al sistema LDVI che sfrutta stime precise per generare solo la coppia necessaria su bagnato. La ripartizione di coppia rispecchia le condizioni di scarsa aderenza e garantisce prestazioni migliori in curva, mentre le sospensioni sono calibrate per ottimizzare la tenuta e migliorare il trasferimento del carico.

Nuovo impianto frenante CCM-R

Il DNA motorsport della Huracán STO è evidente anche nel suo impianto frenante. I freni Brembo CCM-R sfruttano l’esperienza nei materiali delle applicazioni nate per la F1 per ottenere una durata superiore; i dischi CCM-R offrono una conduttività termica quattro volte maggiore. La resistenza alle sollecitazioni aumenta del 60% rispetto ai CCB tradizionali, con un miglioramento della potenza frenante massima del 25% e una decelerazione longitudinale superiore del 7%. Ciò genera un comportamento dei freni eccellente e uniforme in tutte le condizioni di guida: la frenata risulta sportiva, può essere perfettamente modulata e quindi è ottimale per l’uso su pista.

Gli interni della Huracán STO: progettati su misura

Gli interni della Huracán STO rispecchiano il carattere leggero degli esterni; in tutto l’abitacolo si nota l’ampio uso di fibra di carbonio: dai sedili sportivi, realizzati interamente in questo materiale, agli interni in Alcantara® con Lamborghini CarbonSkin, fino alla moquette sostituita da tappetini in fibra di carbonio e ai pannelli leggeri delle porte, completamente in fibra di carbonio. Un telaio tubolare con cinture di sicurezza a quattro punti e un vano anteriore di nuova progettazione per riporre il casco mettono in evidenza il DNA sportivo della Huracán STO. Questo telaio tubolare posteriore è stato realizzato in collaborazione con il Partner Tecnico Akrapovič, utilizzando una lega di titanio che lo rende più leggero del 40% se comparato ad un tradizionale telaio in acciaio inossidabile.

Il touchscreen della Huracán presenta una nuova grafica nell’interfaccia uomo-macchina (HMI) e gestisce le funzioni dell’auto, tra cui l’indicatore della modalità di guida, il sistema LDVI, le pressioni degli pneumatici e le temperature dei freni. Un sistema di telemetria totalmente connesso permette ai conducenti al volante della Huracán STO su pista di monitorare e registrare le proprie prestazioni e analizzare i dati tramite l’app Lamborghini UNICA.

I proprietari della Huracán STO possono personalizzare nei minimi dettagli sia gli esterni sia gli interni della propria auto da corsa omologata per uso su strada, grazie al ricco programma di personalizzazione Ad Personam, che offre un numero infinito di combinazioni di vernici e finiture, oltre a grafiche ispirate alle corse. Il concetto di livrea personalizzata è insito nel design della Huracán STO, proprio come nella gamma di auto da corsa Huracán Super Trofeo, caratterizzata da colori e modelli unici sulla griglia di partenza. La livrea di lancio Blu Laufey e Arancio California è sinonimo dello spirito giovane e sportivo della Huracán STO.

Prezzo e uscita sul mercato della Lamborghini Huracán STO

La consegna ai primi clienti della nuova Lamborghini Huracán STO è prevista per la primavera del 2021, ai seguenti prezzi consigliati per il pubblico:

 

 

Europa EUR 249.412 (prezzo al pubblico consigliato, tasse escluse)
UK GBP 216.677 (prezzo al pubblico consigliato, tasse escluse)
USA USD 327.838 (prezzo al pubblico consigliato, tasse/GST escluse)
China RMB 3.900.000 (prezzo al pubblico consigliato, tasse incluse)
Giappone YEN 37.500.000 (prezzo al pubblico consigliato, tasse escluse)

Dati tecnici – Lamborghini Huracán STO

TELAIO E CARROZZERIA

Telaio Telaio ibrido in alluminio e fibra di carbonio
Scocca Strato esterno in alluminio e in larga parte in materiale composito, cofano anteriore, “Cofango” in fibra di carbonio
Sospensioni Sospensioni in alluminio a doppio triangolo
Molle e ammortizzatori Molle in acciaio e ammortizzatori idraulici, controllo elettromagnetico “MagneRide” degli ammortizzatori
Controllo Elettronico della Stabilità (ESC) Le caratteristiche dell’ESC/ABS possono essere regolate attraverso il sistema ANIMA, l’ESC può essere disattivato
Sterzo Servosterzo elettromeccanico, sistema sterzante posteriore, rapporto di sterzo 13,4:1
Freni Impianto frenante a doppio circuito idraulico con servofreno a depressione, pinze freno in alluminio (anteriori) a sei pistoncini e pinze freno in alluminio (posteriori) a quattro pistoncini
Dischi freni Dischi carboceramici CCM-R, ventilati e forati a croce ∅ 390 x 34 mm anteriori, ∅ 360 x 28 mm posteriori
Pneumatici (standard) Bridgestone Potenza 245/30 R20 (anteriori) – 305/30 R20 (posteriori)
Cerchi (standard) 8,5J x 20” (anteriori) – 11J x 20” (posteriori)
Specchi Specchi esterni controllati elettricamente
Airbag Airbag anteriori a doppio stadio full size Airbag laterali full size. Airbag ginocchia per mercati specifici.

MOTORE

Tipo Dieci cilindri a V, 90°, doppia iniezione IDS+MPI
Cilindrata 5.204 cm3
Alesaggio / corsa Ø 84,5 mm x 92,8 mm
Controllo valvole Alberi a camme di aspirazione e di scarico con regolazione variabile continua
Compressione 12,7: 1
Potenza max. 470 kW/640 CV a 8.000 giri/min
Coppia max. 565 Nm a 6.500 giri/min.
Classe di emissioni EURO 6 – LEV 3
Trattamento gas di scarico Due catalizzatori con regolazione lambda
Impianto di raffreddamento Impianti di raffreddamento acqua e olio
Gestione motore Bosch MED 17 Master Slave
Lubrificazione Carter secco

TRASMISSIONE

Tipo Trazione posteriore con differenziale meccanico autobloccante
Trasmissione Trasmissione LDF a doppia frizione a 7 velocità, caratteristiche di cambiata variabili in funzione del sistema ANIMA
Frizione Doppio disco ∅ 187 mm

PRESTAZIONI

Velocità massima 310 km/h
Acc. 0–100 km/h 3,0 s
Acc. 0–200 km/h 9,0 s
Spazio di frenata 100 km/h – 0 30,0 m
200 km/h – 0 110,0 m

DIMENSIONI

Passo 2.620 mm
Lunghezza 4.549 mm
Larghezza 1.945 mm
Larghezza (compresi gli specchi esterni) 2.236 mm
Altezza 1.220 mm
Carreggiata anteriore 1.688 mm
Carreggiata posteriore 1.647 mm
Raggio di sterzata 11,5 m
Peso (a secco) 1.339 kg
Peso/Potenza 2,09 kg/CV
Distribuzione del peso 41% (anteriore) – 59% (posteriore)

CAPACITÀ

Carburante 80 litri
Vano portabagagli (anteriore) 38 litri

 

CONSUMI Ciclo WLTP
Combinato Il consumo di carburante e i dati sulle emissioni sono in fase di
Emissioni CO2 omologazione, l’auto non è ancora disponibile per la vendita.

 

Nasce un progetto unico: Ducati Diavel 1260 Lamborghini, ispirato alla Sián FKP 37

Sant’Agata Bolognese, 25 novembre 2020 – Dalla collaborazione tra due prestigiosi marchi, nasce il Ducati Diavel 1260 Lamborghini, una moto realizzata in un’edizione limitata e numerata di 630 esemplari e destinata a celebrare la collaborazione tra due eccellenze italiane appassionando motociclisti e collezionisti di tutto il mondo.

Valori come l’italianità, la sportività e, soprattutto, l’attenzione per il design e la cura maniacale per i dettagli sono alla base di questo esclusivo progetto in cui i designer Ducati hanno scelto di lasciarsi ispirare da uno dei modelli più affascinanti e all’avanguardia che sia mai stato prodotto dalla Casa di Sant’Agata Bolognese, la Lamborghini Sián FKP 37.

Realizzato partendo dalla base del Diavel 1260 S, il Diavel Lamborghini è stato concepito ridisegnando le parti che maggiormente lo caratterizzano: i cerchi forgiati, leggeri e dal disegno inedito, che richiamano esplicitamente quelli dell’auto; le presa d’aria e il cover del radiatore, realizzati in fibra di carbonio, e progettati sovrapponendo elementi flottanti al volume principale e infine le pinze freno Brembo in color rosso acceso che richiamano il mondo Ducati.

Tutti i particolari della moto che sono stati ridisegnati dal Centro Stile Ducati per questo specifico progetto sono realizzati in un materiale leggero e prezioso come la fibra di carbonio, prendendo spunto, anche in questo caso, dalla supersportiva. Oltre ai già citati cover radiatore e prese d’aria, sono in carbonio anche il cover silenziatore, il puntale, il cover centrale serbatoio, il cover sella, i parafanghi anteriore e posteriore, il cover cruscotto e la cornice del proiettore.

Siamo convinti della forza del nostro design, uno dei più riconoscibili nel mondo automotive” dichiara Mitja Borkert, Head of Design di Automobili Lamborghini. “La silhouette pulita ma estremamente caratterizzante è alla base del nostro linguaggio. L’approccio visionario al design ci consente di trasferire il nostro DNA ad altri prodotti. Abbiamo fatto un profondo lavoro di squadra per condividere i nostri stilemi avvantaggiati dall’essere ispirati dagli stessi valori e dalla ricerca del divertimento alla guida.”

“Creando un Diavel ispirato alla Siàn abbiamo celebrato i valori che condividiamo con Lamborghini: siamo italiani, siamo sportivi, e il design è un elemento distintivo per le nostre creazioni”, afferma Andrea Ferraresi, Direttore del Centro Stile Ducati. “Il Diavel 1260 Lamborghini è stato disegnato applicando lo stesso linguaggio stilistico che contraddistingue la Sián FKP 37.”

La livrea del Diavel 1260 Lamborghini è frutto del lavoro congiunto tra il Centro Stile Ducati e il Centro Stile Lamborghini. Le vernici applicate alla moto sono infatti esattamente le stesse utilizzate per la Sián FKP 37, con la carrozzeria che si caratterizza per la colorazione Verde Gea, mentre il telaio, la vasca sottocoda e gli stessi cerchi forgiati sono evidenziati dall’uso dell’Oro Electrum. Importanti elementi identificativi del design Lamborghini sono l’esagono e lo stilema “Y“. Questa versione speciale del Diavel omaggia il primo nella forma dello scarico ed il secondo grazie ai dettagli estetici realizzati sulla sella.
Infine, la livrea si caratterizza per la presenza del 63, un numero importante per la Casa di Sant’Agata Bolognese, fondata proprio nel 1963. Moltiplicando per dieci questo numero, si ottengono i 630 esemplari numerati che Ducati produrrà.

I 630 esemplari dell’edizione limitata e numerata del Diavel 1260 Lamborghini saranno disponibili nei concessionari della rete Ducati a partire da fine dicembre 2020.

Accadde oggi: che vittoria Henri all’esordio sulla Delta S4

NOTTINGHAM (Inghilterra), 28 novembre 1985 – È in questa data di 35 anni fa che il mito apre le porte a Henri Toivonen e alla Delta S4.

L’allora ventinovenne pilota finlandese, affiancato dal navigatore inglese Neil Wilson, portò al debutto la nuova arma di casa Lancia, la Delta S4 e lo fece nel modo migliore. Vincendo. Sbaragliando la concorrenza. Pur penalizzato di un minuto e venti secondi, l’equipaggio della Lancia Martini vinse la gara con un vantaggio 56” sull’altra Lancia Delta S4 di Markku AlenIlkka Kiwimaki (a dimostrazione della bontà del progetto S4, visto che il terzo classificato, Tony Pond-Rob Arthur, MG Metro 6 R4, chiuse a 2’27” e la prima Audi quattro S2, quarta di Per Eklund-Bjorn Cederberg addirittura a 26’30”). Risultando il più veloce in 18 delle 65 prove speciali sterrate, su un percorso di 896 km sterrati. Cose di altri tempi.

Purtroppo.

Il progetto Lancia Delta S4 prese il via per dare continuatività ai successi mondiali di Fulvia, Stratos, 131 Abarth e 037. Il team di cervelli che fece nascere la Delta S4 era composto da una troika di ingegneri guidati da Claudio Lombardi, insieme a Sergio Limone e Paolo Messori e fu una delle vetture più potenti dell’era Gruppo B, con il suo motore quattro cilindri e doppia sovralimentazione, che le permettevano di raggiungere i 600 CV. Dopo essere stata sviluppata nel corso del 1985 da Miki Biasion e Giorgio Pianta, fece il suo esordio al RAC 1985 con la doppietta di Henri Toivonen davanti a Markku Alen. Nel corso della sua brevissima carriera la Delta S4 prese parte a dodici gare iridate, vincendone cinque (RAC 1985 e Monte Carlo 1986 con Toivonen; Argentina 1986 con Miki Biasion; San Remo e Olimpus Rally con Markku Alen) chiudendo la carriera a fine 1986 quando le Gruppo B furono messe al bando.

Lamborghini festeggia il 50° Anniversario della Jarama GT

Sant’Agata Bolognese, 11 Novembre 2020 – Lamborghini celebra quest’anno il 50° Anniversario della Jarama GT, presentata per la prima volta al Salone di Ginevra del Marzo del 1970.

La Jarama, il cui nome deriva da una zona collocata a nord di Madrid famosa per i suoi allevamenti di tori da combattimento, è l’ultima evoluzione del concetto di berlinetta granturismo 2+2 della Casa, con motore anteriore 12 cilindri, 4 litri. E’ tecnicamente sviluppata sulla base delle precedenti 400 GT e Islero, di cui mantiene la stessa impostazione meccanica, ma ha una linea progetta da Marcello Gandini per la Carrozzeria Bertone, molto più allineata ai canoni stilistici degli anni ’70, fatta di linee tese ed angolari.

La ciclistica viene rinnovata, con un impianto frenante a 4 dischi (anteriori autoventilati) di grandi dimensioni, la carreggiata allargata di 10 centimetri, adesso a 1490 mm (58in), e i cerchi in magnesio Campagnolo da 15”. Il motore, alimentato da 6 carburatori doppio corpo Weber 40 DCOE, è il collaudato V-12 di casa, con doppio albero a camme in testa per ogni bancata, capace di 350 CV per una velocità massima di 260 Km/h (161 mph).

La carrozzeria degli esemplari di pre-serie viene assemblata dalla Carrozzeria Marazzi di Caronno Pertusella (VA), che ha appena terminato la produzione della Islero, mentre gli esemplari di serie saranno prodotti nello stabilimento di Grugliasco (TO) della Carrozzeria Bertone. Gli ultimi 100 esemplari di Jarama prodotti, 1972, saranno un “ibrido”, con i pannelli carrozzeria stampati da Bertone e l’assemblaggio presso la Marazzi.

Gli interni sono lussuosissimi, con rivestimento in pelle ed aria condizionata, e un’abitabilità di tutto rispetto per una vettura sportiva, capace anche di offrire un bagagliaio degno di questo nome.

La produzione della Jarama, dal Salone di Ginevra del 1972, si arricchisce della versione Jarama GTS, con potenza di 365 cavalli, caratterizzata da una presa d’aria trasversale sul cofano motore e due uscite aria dietro ai passaruota anteriori. All’interno, una nuova plancia con nuovi strumenti e una differente sagomatura dei sedili anteriori, per migliorare l’abitabilità dietro. Diversi, sulla “S” anche i cerchi in lega, meno elaborati e senza il dado singolo centrale.

La Jarama, di cui verranno prodotte 328 unità in totale, è un modello importante nella storia Lamborghini, non solo per la bellezza, ancora oggi, 50 anni dopo, della linea leggera ed aggressiva, ma perché è stata l’ultima granturismo con motore anteriore proposto dalla Casa di Sant’Agata Bolognese. Da lì in poi, eccezion fatta per i Super SUV LM 002 e Urus, le Lamborghini avranno solo il motore posteriore.

  • Unità prodotte
  • Lamborghini Jarama GT: 1970-1973, 176
  • Lamborghini Jarama GTS: 1972-1976, 152

Lamborghini festeggia il 50° Anniversario della Urraco

Sant’Agata Bolognese, 9 ottobre 2020 – Quest’anno ricade il 50° Anniversario della Lamborghini Urraco, presentata al Salone di Torino a fine ottobre 1970. Questo modello si distinse fin da subito per l’avere introdotto soluzioni tecniche innovative per l’epoca, grazie al contributo dell’Ingegner Paolo Stanzani, il papà tecnico dell’Urraco, all’epoca responsabile tecnico di Lamborghini. Per lo stile lavorò invece al progetto il grande designer Marcello Gandini, allora alla guida dello stile della Carrozzeria Bertone.

La Urraco è una veloce berlinetta, 2+2, motore V8 posteriore centrale e sospensioni indipendenti, con sistema McPherson sulle quattro ruote, una combinazione di soluzioni adottate per la prima volta in ambito automotive.

Inizialmente la Urraco, presentata con il motore V8 da 2,5 litri per 220 CV a 7.800 giri/min e dalla velocità massima di 245 km/h, portava la doppia novità per Lamborghini di un motore ad 8 cilindri e della distribuzione ad albero singolo per bancata. A completare l’importanza tecnica, anche l’adozione di una testata del motore “a camera Heron”, caratterizzata dall’avere la parte interna piatta e la camera di scoppio disegnata all’interno del pistone. Questa soluzione permette, senza aumentare i costi, di utilizzare un rapporto di compressione maggiore. Altra novità in casa Lamborghini i quattro carburatori Weber doppio corpo del tipo 40 IDF1.

Innovativo anche il sistema produttivo della vettura, previsto sin dalle prime fasi del progetto per essere molto meno artigianale degli altri modelli Lamborghini. La nascita dell’Urraco viene attribuita ad un espresso volere di Ferruccio Lamborghini, desideroso di ampliare la produzione di vetture, rendendo accessibile una Lamborghini ad un pubblico, seppur limitatamente, più vasto.

Lunga solo 4,25 metri, la Urraco si caratterizza per spazi interni innovativi per la conformazione della plancia, la posizione degli strumenti e per il volante a calice.

Presentata come P250 Urraco, dove la “P” indicava la posizione posteriore del motore, e 250 la capacità del motore (2,5 litri), venne prodotta dal 1970 al 1976. L’Urraco verrà poi proposta al Salone di Torino del 1974 in versione P200 con cilindrata ridotta (1.994 cc per 182 CV) destinata al mercato italiano, dove verrà commercializzata dal 1975 al 1977. La versione successiva P300 (2.996 cc per 265 CV) fu presentata nel 1974 e prodotta dal 1975 al 1979. Dal concetto sperimentato e portato con successo sul mercato dall’Urraco, nascono i successivi modelli 8 cilindri ed i più recenti a 10 cilindri, come la Gallardo e l’attuale Huracán.

Unità prodotte

P250 Urraco, 1970-1976: 520

P200 Urraco, 1974-1977: 66

P300 Urraco, 1975-1979: 190

 

Lamborghini Sián Roadster: tecnologia del futuro a cielo aperto

Versione Roadster in edizione limitata della visionaria supersportiva V12, connubio di design e tecnologie ibride rivoluzionarie. Anche sulla Sián Roadster primo utilizzo al mondo del supercondensatore in soluzione ibrida e uso peculiare della scienza dei materiali. Potenza termica ed elettrica combinata da 819 CV (602 kW): la Lamborghini più potente di sempre, in versione open-top. Ridotto rapporto peso-potenza di 2,0 kg/CV, accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 2,9 secondi e velocità massima di oltre i 350 km/h. Realizzata in un’edizione limitata di appena 19 esemplari, tutti già venduti

Sant’Agata Bolognese, 8 luglio 2020 – Automobili Lamborghini presenta la Sián Roadster, supersportiva open-top ibrida in edizione limitata: sviluppata a partire dall’iconico V12 della Casa del Toro e tecnologie ibride esclusive, è in grado di offrire prestazioni senza paragoni, in linea con la tradizione Lamborghini. Una vettura che sarà prodotta in sole 19 unità, già tutte vendute, e che vanta uno dei cockpit open-top più spettacolari di sempre, un sound inimitabile del V12 Lamborghini più potente di tutti i tempi, performance straordinarie e tecnologie innovative che preannunciano il viaggio verso l’ibridizzazione.
“La Sián Roadster racchiude in sé tutta l’essenza di Lamborghini”, afferma Stefano Domenicali, Chairman e Chief Executive Officer di Automobili Lamborghini. “È la sintesi perfetta tra design mozzafiato e prestazioni straordinarie, ma – cosa più importante – è il simbolo delle principali tecnologie del futuro. L’innovativa propulsione ibrida della Sián preannuncia quella che sarà la direzione verso cui andranno le supersportive Lamborghini. La versione Roadster open-top non fa che sancire il desiderio di conservare il nostro stile esclusivo, mentre avanziamo verso un domani in cui nuove soluzioni saranno fondamentali.”
La Sián Roadster fa il suo debutto in Blu Uranus, colore appositamente selezionato dal Centro Stile Lamborghini, che insieme al reparto Ad Personam lavora al fianco di ogni cliente per personalizzare colori e interni dell’auto fin nei minimi dettagli. Il blu del cielo si mescola al verde dei campi, per celebrare il senso di libertà e le emozioni di guida offerte dalle prestazioni open-top della Sián Roadster. I cerchi sono invece rifiniti in Oro Electrum, il colore scelto da Lamborghini come simbolo dell’elettrificazione. Gli interni complementari propongono un’elegante combinazione di bianco, dettagli in Blu Glauco ed elementi in alluminio in Oro Electrum, mentre le bocchette dal design rinnovato, realizzate mediante stampa 3D, possono essere personalizzate con le iniziali del cliente.

Progettata per il futuro. La Lamborghini Sián Roadster mantiene il design futuristico della Coupé, aggiungendo però, da autentica roadster, una nuova purezza delle forme grazie all’abitacolo open-top. La vista dall’alto rievoca l’iconico taglio periscopio della prima Countach, che corre trasversalmente dal cockpit al retrotreno, per poi culminare nei convogliatori aerodinamici alle spalle di conducente e passeggero. Le lunghe linee flessuose e scultoree, abbinate alle caratteristiche ali aerodinamiche, conferiscono alla Sián un profilo potente e inconfondibile. Sul frontale bassissimo, con splitter integrato in fibra di carbonio, sono alloggiati gli iconici gruppi ottici Lamborghini dalla linea a Y.
Il design puro e pulito della Sián ne esprime chiaramente tutta la portata tecnologica e l’efficienza aerodinamica ottimizzata: il flusso d’aria è convogliato dagli splitter e dal cofano anteriori, tramite le prese e le uscite d’aria laterali e sopra lo spoiler posteriore, senza alcuna compromissione dell’efficienza aerodinamica dovuta al design aperto. Le alette di raffreddamento attive posteriori sfruttano una tecnologia unica, brevettata da Lamborghini: l’attivazione è innescata dalla reazione di una serie di materiali smart alla temperatura generata dal sistema di scarico, determinando la rotazione delle alette e offrendo al contempo una soluzione di raffreddamento elegante, ma leggera.
Il design estremo e vigoroso della parte posteriore della vettura incorpora il pattern esagonale caratteristico di Lamborghini, come le sei luci posteriori esagonali ispirate alla Countach. L’alettone posteriore è integrato nel profilo e si apre solo durante la guida per incrementare le prestazioni.

Elettrificazione e tecnologie ibride per un nuovo domani. Il telaio basso e potente alloggia un V12 di nuova generazione: il nome “Sián”, che in dialetto bolognese significa “lampo” o “fulmine”, sottolinea come l’elettrificazione della Sián Roadster rappresenti un importante tassello della futura strategia ibrida, pur mantenendo intatte le emozioni straordinarie e le performance dinamiche proprie di ogni supersportiva Lamborghini con motore ad aspirazione naturale.
Il sistema ibrido della Sián Roadster offre la soluzione più potente al peso più contenuto, abbinando al V12 un nuovo gruppo motopropulsore. Per garantire una risposta immediata e migliori prestazioni, sul cambio è stato incorporato un motore elettrico da 48 V, che sviluppa 34 CV, e supporta le manovre a bassa velocità, come retromarcia e parcheggio, sfruttando l’energia elettrica.

La tecnologia di accumulo dell’energia è una novità a livello mondiale. Anziché adottare una batteria agli ioni di litio, la Sián Roadster, così come la versione Coupé, innova l’applicazione del supercondensatore, capace di immagazzinare una quantità di energia dieci volte superiore rispetto a quella di una batteria agli ioni di litio. Il sistema, posizionato tra abitacolo e motore, garantisce una perfetta distribuzione del peso. Tre volte più potente di una batteria dello stesso peso e tre volte più leggero di una batteria di potenza analoga, il sistema elettrico composto da supercondensatore e motore elettrico pesa appena 34 kg, per un sorprendente rapporto peso-potenza di 1,0 kg/CV. Il flusso di potenza simmetrico garantisce la medesima efficienza sia nel ciclo di carica che in quello di scaricamento, dando origine alla soluzione ibrida più leggera ed efficiente.
Questa avanzata tecnologia si affianca al motore V12, che include valvole di aspirazione in titanio ed è stato potenziato fino a 785 CV (577 kW) a 8500 giri/min. Grazie anche ai 34 CV del sistema ibrido, la Sián Roadster è quindi in grado di sprigionare 819 CV (602 kW) e di volare oltre i 350 km/h.
La Lamborghini Sián Roadster è dotata di un sistema di frenata rigenerativa altamente sofisticato, sviluppato ad hoc dalla Casa di Sant’Agata Bolognese. Grazie al comportamento simmetrico del supercondensatore che, a differenza delle normali batterie agli ioni di litio, può essere caricato e scaricato con la medesima potenza, il sistema di accumulo della Sián si carica completamente ogni volta che la vettura frena. L’energia immagazzinata costituisce un aumento di potenza subito disponibile, che consente al conducente di sfruttare istantaneamente l’aumento di coppia in accelerazione, fino a 130 km/h quando il motore elettrico si disconnette in automatico. Questo va a migliorare la fluidità di manovra e rende la vettura il 10% più veloce di un’auto che non monta questo sistema, oltre a permettere di ottenere un’accelerazione istantanea a marce basse, con una forza di trazione migliorata, grazie alla combinazione del motore V12 con il sistema ibrido.
La Sián Roadster è in grado di passare da 0 a 100 km/h in soli 2,9 secondi. Il miglioramento a livello di fluidità di manovra è ancora più evidente: ne è un esempio la forza di trazione migliorata del 10% in terza marcia.
La Lamborghini Sián Roadster beneficia di un maggiore comfort di guida agevolato dal sistema ibrido, oltre che da prestazioni e manovrabilità dinamica. Il momento in cui si percepiscono decelerazione e vuoto di coppia durante un cambio di marcia azionato da un motore a combustione tradizionale viene eliminato dall’aumento di coppia fornito dal motore elettrico del sistema ibrido: il conducente sente solo la spinta dell’accelerazione, senza alcun fastidioso movimento a strappo.

 

Lamborghini Essenza SCV12: esperienza di guida assoluta in pista

Debutta la hypercar da pista progettata da Lamborghini Squadra Corse e disegnata dal Lamborghini Centro Stile; un’edizione limitata in 40 unità. Il motore da oltre 830 CV è il più potente V12 aspirato mai sviluppato da Lamborghini. I clienti/piloti avranno accesso all’esclusivo club Essenza SCV12 e a programmi di guida dedicati

Sant’Agata Bolognese, 29 luglio 2020 – Automobili Lamborghini presenta Essenza SCV12, la hypercar da pista in edizione limitata di 40 esemplari, progettata da Lamborghini Squadra Corse e disegnata dal Lamborghini Centro Stile. Diretta discendente di vetture come Miura Jota e Diablo GTR, Essenza SCV12 è equipaggiata con il più potente motore 12 cilindri aspirato mai sviluppato da Lamborghini, abbinato a un’aerodinamica ispirata ai prototipi da competizione e soluzioni tecniche inedite, progettate per un’esperienza di guida assoluta.

Stefano Domenicali, Chairman e CEO di Automobili Lamborghini, ha commentato: “Essenza SCV12 rappresenta la più pura esperienza di guida in pista che il nostro marchio possa offrire, un’impresa ingegneristica che sottolinea il legame indissolubile tra il nostro Marchio e l’asfalto della pista. Lamborghini è un brand costantemente rivolto al futuro e in cerca di sfide innovative, ma non dimentichiamo mai le nostre radici e ciò che siamo: costruttori di auto supersportive. Essenza SCV12 è il perfetto connubio tra il nostro spirito non convenzionale e la vera passione per il motorsport.” 

Nata per la pista. Essenza SCV12 nasce per un esclusivo utilizzo in pista e le soluzioni ingegneristiche sono di derivazione racing. Il motore V12 è in grado di erogare oltre 830 CV anche grazie al contributo della sovralimentazione dinamica alle alte velocità. I terminali di scarico, progettati in collaborazione con Capristo, diminuiscono la contropressione migliorando le prestazioni, ed enfatizzano il sound unico del motore.

La potenza è da gestire con un inedito cambio portante 6 rapporti X-trac, posto trasversalmente sul retrotreno e abbinato alla trazione posteriore, per garantire compattezza, continuità strutturale e maggiore rigidezza torsionale. Eccezionale il rapporto peso/potenza di 1,66 kg/CV, grazie all’inedito telaio monoscocca in fibra di carbonio, e non abbinato a un rollcage in acciaio: Essenza SCV12 è la prima GT progettata per rispettare gli standard di sicurezza del regolamento FIA destinato ai prototipi.

Per offrire la massima agilità e stabilità anche sui tracciati più impegnativi, sono state adottate soluzioni cinematiche ispirate dai prototipi da competizione, come le sospensioni posteriori push-rod installate direttamente sul cambio. Completano il panorama gli pneumatici slick Pirelli specifici montati su cerchi in magnesio da 19 pollici all’anteriore e da 20 pollici al posteriore, che evidenziano dischi e pinze freno sviluppati da Brembo Motorsport.

Maurizio Reggiani, Chief Technical Officer di Automobili Lamborghini, ha commentato: “Essenza SCV12 è la massima espressione del motore V12 aspirato, simbolo del nostro Marchio dal 1963 ad oggi. Un progetto in cui abbiamo unito la ricerca della perfezione ingegneristica a un’aerodinamica raffinata, design futuristico e soluzioni innovative come la monoscocca in carbonio senza rollcage interno. Il risultato è una vettura coinvolgente e senza compromessi, nata per correre e per esaltare in pista le caratteristiche che hanno reso celebre Lamborghini nel mondo, offrendo emozioni uniche e speciali.”

Aerodinamica. L’aerodinamica è figlia dell’esperienza Lamborghini Squadra Corse nelle competizioni GT e assicura un livello di efficienza e deportanza superiore a quello di una vettura GT3, con un valore di 1.200 kg a 250 km/h.

Il cofano anteriore presenta la doppia presa d’aria con costola centrale, tipica delle Huracán da competizione, che separa i flussi di aria calda provenienti dal radiatore e convoglia l’aria fredda verso l’airscoop posto al centro del tetto. Sempre all’anteriore spiccano splitter e le due appendici laterali; sulle fiancate i flussi destinati al raffreddamento di motore e cambio sono stati ottimizzati attraverso l’utilizzo di pinne verticali poste sui brancardi. Completa il pacchetto aerodinamico la grande ala posteriore regolabile e dal doppio profilo.

Design. Il design di Essenza SCV12 è frutto del lavoro creativo del Lamborghini Centro Stile, che dalla fondazione di Squadra Corse ha disegnato tutte le vetture da corsa di Sant’Agata Bolognese. Il carattere essenziale della vettura è sottolineato dalla struttura della carrozzeria, formata da soli tre elementi per consentire una rapida sostituzione in caso di necessità durante i pit-stop. La livrea di lancio in Verde Selvans, Grigio Linx, Nero Aldebaran Gloss e Arancio California è completata dei loghi dei partner Lamborghini Squadra Corse: Pertamina, Pirelli e Roger Dubuis.

Le linee filanti ma al contempo nervose e dinamiche uniscono il fascino dei prototipi anni ’70 a elementi tipici del DNA Lamborghini, come la geometria esagonale, che caratterizza le luci anteriori, l’airscoop posto sul tetto e le bocchette d’aria che incorniciano il volante. Inconfondibile anche la “Y”, cifra stilistica ripresa sulla livrea e nell’abitacolo, dove ogni elemento rappresenta il miglior compromesso tra leggerezza, funzionalità e design: plancia e dashboard sono infatti sorretti da una Y asimmetrica in carbonio, elemento portante e stilistico che incornicia il cockpit, progettato per mettere il pilota al centro di un’esperienza di guida assoluta.

Il volante multifunzione con display è stato disegnato ispirandosi ai volanti delle monoposto di F1 per offrire la massima ergonomia e un feeling perfetto; il sedile specifico OMP omologato FIA con scocca in carbonio, abbraccia il pilota per garantire confort, sicurezza e stabilità.

Mitja Borkert, Head of Lamborghini Centro Stile, ha commentato: “Il progetto mi ha entusiasmato fin dall’inizio. Perché ci ha consentito di creare una vettura diversa ma allo stesso tempo inconfondibilmente Lamborghini, estrema ma stilisticamente molto pulita, come deve essere una vera macchina da corsa. Con Essenza SCV12 omaggiamo sia il nostro passato da corsa sia il presente: la grande ala posteriore, le pinne laterali e lo splitter anteriore sono elementi ripresi dalle Huracán Super Trofeo EVO e GT3 EVO. Questa macchina è il perfetto connubio tra la nostra tradizione e ciò che immaginiamo per il futuro.”

Esperienza di guida. I clienti Essenza SCV12 entreranno a far parte di un esclusivo club che darà accesso a programmi di guida per pilotare la propria hypercar in tutti i più prestigiosi circuiti del mondo. Il programma comprende il servizio di storage in un nuovo hangar realizzato a Sant’Agata Bolognese per il club Essenza SCV12. Ogni vettura avrà un box personalizzato e servizi dedicati, tra cui webcam per consentire al cliente di controllare 24 ore al giorno la propria auto tramite app. La struttura è completata dal “Lamborghini Squadra Corse Drivers Lab” sviluppato in collaborazione con l’azienda Italiana Tecnobody, per offrire programmi di preparazione atletica, simili a quelli seguiti dai piloti ufficiali Lamborghini.

Il calendario in pista inizierà nel 2021 con eventi “arrive and drive” su altrettanti circuiti con omologazione FIA di Grado 1. L’assistenza sarà garantita dallo staff tecnico Squadra Corse con il supporto di Emanuele Pirro, cinque volte vincitore della 24 Ore di Le Mans e tutor d’eccezione per i clienti-piloti, e di Marco Mapelli, Factory Driver Lamborghini Squadra Corse.

Giorgio Sanna, Head of Lamborghini Motorsport, ha dichiarato: “Con Essenza SCV12 abbiamo voluto portare all’apice non solo performance e piacere di guida ma anche l’esperienza fuori dalla pista. Il cliente potrà usufruire di servizi esclusivi e altamente personalizzabili, per vivere a 360° il meglio dell’ospitalità italiana ed entrare a far parte della famiglia Lamborghini Squadra Corse.”

Making The History:  la prima auto Aston Martin DB5 Goldfinger Continuation sta per essere completata

La prima nuova DB5 in oltre 50 anni in prossima uscita. Completata l’auto “Job 1” nel rispetto dei tempi previsti; contestualmente inizia a pieno ritmo la produzione di DB5 Goldfinger Continuation presso la Aston Martin Works. La prima di una serie rigorosamente limitata di 25 auto è stata terminata dopo circa 4.500 ore di meticolosa lavorazione. In associazione con EON Productions, la nuova auto presenta un’ampia selezione di classici gadget ispirati dal classico film di James Bond, Goldfinger

6 luglio 2020, Newport Pagnell, UK: Un’ampia selezione dei migliori artigiani e ingegneri più talentuosi del Regno Unito apportano gli ultimi ritocchi alla prima di una nuova ma molto popolare e amata serie di auto sportive Aston Martin: la prima customer car del programma continuation di DB5 Goldfinger ha lasciato la linea di produzione la scorsa settimana.

La DB5 ‘Job 1’ rappresenta non solo un nuovo importante successo di design e ingegneria, ma è anche la prima nuova DB5 ad essere costruita da Aston Martin in oltre mezzo secolo; il programma continuation della casa automobilistica britannica di auto sportive di lusso fa ancora una volta la storia.

Ritenuta “l’auto più famosa al mondo” e rinomata per essere tra i modelli Aston Martin classici più ambiti e ricercati, la DB5 è diventata sinonimo di stile senza tempo e tra le auto sportive più desiderate. Tra il 1963 e il 1965 furono costruiti meno di 900 esemplari, il più famoso tra i primi proprietari fu l’agente segreto più noto al mondo – James Bond – che per primo guidò l’auto che oggi è indissolubilmente legata a lui nel film del 1964, Goldfinger.

Oggi, a 55 anni dall’uscita dell’ultima nuova DB5 dalla linea di produzione nell’allora sito produttivo Aston Martin a Newport Pagnell, nel Buckinghamshire, i lavori sono in corso e concentrati su un numero strettamente limitato di nuovi modelli DB5.

Create in collaborazione con EON Productions, filmmaker di Bond, e dotate di un’ampia gamma di gadget funzionanti visti per la prima volta nel film, le auto Aston Martin DB5 Goldfinger Continuation sono concretamente in fase di sviluppo.

Oltre ad essere estremamente cariche di significato come tutte le nuove DB5, le auto in costruzione quest’anno si distinguono anche per la presenza di una serie di gadget funzionanti simili a quelli precedentemente visti solo su auto usate per le riprese o la promozione dei film di James Bond. Le nuove auto comprendono una serie di dispositivi funzionanti creati dal supervisore agli effetti speciali del film Bond Chris Corbould OBE.

La lista di gadget di ispirazione “Bond” includono:

Esterni:

  • Sistema di erogazione fumo posteriore
  • Sistema di erogazione simulato di olio posteriore
  • Targhe rotanti anteriori e posteriori (triple)
  • Mitragliatrici gemelle anteriori simulate
  • Protezione antiproiettile posteriore
  • Sistema di speronaggio anteriori e posteriori
  • Slasher per pneumatici simulato
  • Pannello del tetto del sedile passeggero rimovibile (equipaggiamento opzionale)

Interni:

  • Simulazione mappa del tracker dello schermo radar
  • Telefono integrato nella portiera del conducente
  • Pulsante attivatore del cambio
  • Quadro montato su bracciolo e console centrale
  • Vano nascosto sotto il sedile / portaoggetti
  • Telecomando per l’attivazione dei gadget

Ognuna delle 25 nuove auto sono riproduzioni autentiche minuziosamente dettagliate del DB5 viste sullo schermo, con alcune modifiche e miglioramenti che garantiscono i massimi livelli di qualità in termini di costruzione e affidabilità. Tutte le vetture dell’edizione Goldfinger sono state costruite secondo una specifica di colore esterno – vernice Silver Birch – proprio come l’originale.

Tutte le auto sono dotate di pannelli esterni in alluminio in pieno stile DB5 originale che mascherano una struttura del telaio in acciaio. Sotto il cofano, il motore 6 cilindri in linea aspirato da 4,0 da 290 CV, tripla SU e air cooler, accoppiato a un cambio manuale ZF a cinque velocità nella trazione posteriore, che presenta anche un differenziale a slittamento meccanico limitato.

Freni a disco idraulici servoassistiti Girling in acciaio, sterzo a pignone e cremagliera – che non prevede assistenza – e un assetto di sospensione che include la bobina sopra la molla e le unità dell’ammortizzazione con barra antirollio nella parte anteriore, una sospensione posteriore dell’asse in tensione con braccetti di sospensione e il Watt’s linkage, completano il pacchetto dinamico.

Decine di artigiani e artigiane Aston Martin, insieme a tecnici, ingegneri dello sviluppo e designer tra i migliori a livello mondiale, sono stati coinvolti nel progetto, lavorando con massimo scrupolo accanto a fornitori selezionati da tutto il mondo e assicurando che ogni nuova DB5 corrisponda non solo alle aspirazioni del suo proprietario, ma anche il rispetto verso un heritage lungo 107 che rappresenta il massimo dell’orgoglio del brand.

Marek Reichman, Chief Creative Officer di Aston Martin Lagonda, ha dichiarato: “La DB5 è senza dubbio l’auto più famosa al mondo in virtù della sua associazione da oltre 50 anni con James Bond. Vedere la prima customer car finita e realizzare che questo è la prima nuova DB5 che abbiamo costruito in più di mezzo secolo, è davvero un momento eccezionale.

“È un vero privilegio e una grande responsabilità essere stati coinvolti nella creazione di questa nuova DB5 e contribuire al proseguimento e alla creazione di nuove versioni di questa auto che è un’icona nel mondo. Sono assolutamente certo che i 25 fortunati proprietari che stanno iniziando a ricevere in consegna queste auto ne saranno letteralmente entusiasti “.

Le prime consegne delle DB5 Goldfinger Continuation ai clienti sono iniziate e proseguiranno nella seconda metà del 2020.

La punta di diamante della famiglia AMG GT: Nuova Mercedes-AMG GT Black Series

AFFALTERBACH (Germania).  Il motore V8 AMG di serie più potente di tutti i tempi, il design più espressivo, l’aerodinamica più sofisticata, il mix di materiali più intelligente, la dinamica di marcia più marcata: in Nuova Mercedes‑AMG GT Black Series (consumo di carburante combinato 12,8 l/100 km, emissioni di CO2 combinate 292 g/km) i progettisti di Affalterbach hanno dato il meglio di sé sotto ogni aspetto. La nuova supersportiva esprime tutta l’esperienza accumulata dal marchio nell’automobilismo sportivo, ma anche la lunga competenza nello sviluppo di auto complete, che entusiasmano da tutti i punti di vista. Il prodotto finale vanta una potenza di 537 kW (730 CV) erogati da un motore V8 con albero motore piatto, insieme a un’aerodinamica attiva e a un design che deriva direttamente dall’attuale auto da corsa AMG GT3.

Dal 2006 la denominazione “Black Series” identifica in Mercedes-AMG una tipologia di auto molto particolari, caratterizzate da una sportività che non ammette compromessi, da un design espressivo e dal più sistematico trasferimento di tecnologia dal Motorsport alla produzione di serie. I modelli Black Series sono rarità automobilistiche esclusive. Non vengono sviluppati per scomparire nei garage dei collezionisti, bensì per essere guidate con il massimo dinamismo sui circuiti chiusi al traffico, nonostante l’omologazione per la circolazione su strada. Nel solco della tradizione, AMG GT Black Series fa segnare un nuovo record: si tratta infatti della Mercedes-AMG più potente dotata di motore V8 di serie.

Per sottolineare la rivisitazione di questa supersportiva, gli specialisti dei motori di Affalterbach hanno perfezionato ulteriormente il collaudato biturbo da 4,0 litri, nonostante le già ottime proprietà di guidabilità, erogazione di potenza e sviluppo della coppia. Gli obiettivi fissati erano chiari: incrementare nettamente la potenza rispetto al modello top della gamma AMG GT, rendere la risposta ancora più immediata, garantire la massima agilità. Tutto questo richiedeva un intervento radicale, che si è tradotto in un nuovo albero motore piatto.

«Con la nuova GT Black Series abbiamo aggiunto un nuovo capitolo alla nostra tradizione che dura dal 2006. La sesta versione di questo tipo rappresenta un’altra pietra miliare di AMG ed è una chiara dimostrazione della straordinaria competenza ingegneristica di Affalterbach. Sono fiero del team che ha realizzato questa supersportiva eccezionale, divenuta ora la punta di diamante della nostra fortunata gamma GT. La potenza, l’estetica e la dinamica di marcia di GT Black Series hanno raggiunto un livello estremo. Sono molto grato di poter concludere la mia esperienza in AMG con questo progetto», ha affermato Tobias Moers, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Mercedes-AMG GmbH.

Il motore V8 di serie più potente di Mercedes-AMG. Benché il nuovo motore di GT Black Series si basi sul V8 biturbo AMG da 4,0 litri con lubrificazione a carter secco, per via delle numerose modifiche è noto internamente con il nuovo codice M178 LS2. Il motore eroga una potenza di 537 kW (730 CV) a 6.700-6.900 giri/min e sviluppa una coppia massima di 800 Nm a 2.000-6.000 giri/min. Nuovi alberi a camme e nuovi collettori di scarico sono adattati alla nuova sequenza di accensione e migliorano ulteriormente lo scambio dei gas.

Come nel modello di punta dell’AMG GT Coupé a quattro porte, i due turbocompressori a gas di scarico twin scroll adottano cuscinetti volventi, con la conseguente ottimizzazione del tempo di risposta. Tuttavia, nella Black Series i turbocompressori hanno una girante più grande e complessivamente sono in grado di convogliare 1.100 kg di aria all’ora, contro i 900 kg/h di AMG GT R. 7.000 giri/min di regime costante non presentano criticità, mentre a
7.200 giri/min il regime viene regolato. Gli intercooler più grandi garantiscono che la temperatura dell’aria di sovralimentazione venga sempre mantenuta nell’intervallo migliore. La particolarità della nuova catena cinematica è documentata anche dalla targhetta apposta sul motore, realizzata in nero.

Da 0 a 200 km/h in meno di nove secondi. Cosa fa il motore con AMG GT Black Series? Le conferisce un carattere unico, che si rispecchia non solo nella modalità di erogazione della potenza, ma anche nella particolare sonorità. Inoltre garantisce prestazioni sorprendenti: la due posti raggiunge i 100 km/h da ferma in 3,2 secondi e i 200 km/h in meno di nove secondi. La velocità massima tocca i 325 km/h.

Aerodinamica affinata per una dinamica di marcia eccezionale. Non è solo sui circuiti veloci che l’aerodinamica affinata concorre in misura determinante alla dinamica e stabilità di marcia elevate. Come è già accaduto per AMG GT R e AMG GT R PRO, anche per quest’auto gli esperti di aerodinamica e i designer hanno lavorato fianco a fianco, perché nella Black Series vale più che mai la regola “form follows function”.

L’affinità con i modelli da corsa AMG GT3 e AMG GT4 è quanto mai evidente sia dal punto di vista estetico che tecnico. Si inizia con la nuova presa d’aria nettamente più grande, derivata direttamente dall’auto da corsa AMG GT3. La mascherina del radiatore presenta listelli verticali cromati scuri. Visto che ora anche i radiatori dei passaruota ricevono l’aria direttamente dalla presa d’aria centrale, è stato possibile omettere quelle laterali aggiuntive nella grembialatura anteriore. Flic a forma di falce ottimizzano il flusso d’aria, incrementando la deportanza sull’asse anteriore e migliorando il raffreddamento dei freni. Gli air curtain indirizzano il flusso d’aria in modo mirato verso le ruote. Grazie anche ai flic davanti alle ruote è stato così possibile abbassare il coefficiente di resistenza aerodinamica e incrementare la deportanza. Quindi il nuovo linguaggio formale coniuga, nel frontale, la massima efficienza per l’aria di raffreddamento con una minore resistenza aerodinamica e un livello di deportanza maggiore.

Lo splitter frontale in look carbonio è regolabile manualmente su due livelli (“Street” e “Race”, quest’ultimo esclusivamente per l’impiego in pista), adattandosi quindi alle diverse condizioni del fondo stradale. Quando è estratto in avanti (posizione “Race”), al di sotto del frontale si crea un diffusore anteriore che assume la forma di profilo alare rovesciato. In funzione della velocità di marcia questo elemento si abbassa ulteriormente per effetto della depressione crescente, con la conseguenza che il flusso d’aria sul sottoscocca accelera notevolmente e si produce il cosiddetto effetto Venturi, che attira ulteriormente l’auto verso la strada e aumenta la deportanza sull’asse anteriore. Il guidatore ne percepisce i vantaggi quando sterza: nelle curve ad alta velocità la Black Series è docile, precisa e ancora più stabile. Soprattutto nelle sterzate rapide e in presenza di elevate accelerazioni trasversali la vettura reagisce con agilità e con un feedback chiaro al volante, rimanendo sempre facilmente governabile. Quando il diffusore frontale si trova in posizione “Race” è possibile incrementare ulteriormente la deportanza sull’asse posteriore grazie alla nuova configurazione dell’alettone posteriore.

Buon compleanno Nuccio  

TORINO, 4 luglio – Nuccio Bertone nacque a Torino il 4 luglio 1914, un paio di anni dopo che il padre Giovanni si era messo in proprio. Più capitano d’impresa che designer ebbe la capacità di scoprire talenti quali Franco Scaglione, Giorgetto Giugiaro e Marcello Gandini. Dal suo atelier uscirono vetture mozzafiato, alcune rimaste veicoli da salone come le tre Alfa Romeo B.A.T. (1953-1954-1955) l’Alfa Romeo 2000 Sportiva del 1954, l’Alfa 33 Carabo del 1968, la Chevrolet Corvair Carabo del 1963, la Citroën GS Camargue (1972), Lamborghini Marzal (1967) e Bravo (1974), l’Autobianchi A112 Runabout (1969), la Lancia Sibilo (1978), il prototipo Strato’s Zero, da cui derivò la Lancia Stratos HF prodotta dalla stessa Bertone a partire dal 1971. Sotto la guida di Nuccio Bertone la carrozzeria torinese produsse vetture di grande successo anche commerciale, come l’Alfa Romeo Giulietta e Giulia Sprint (1954/1965), la Giulia GT (1963/1975), l’Alfa Romeo Montreal (1970/1977); la Fiat 850 Spider (1965/1973) e X 1/9 (1972/1989) che riscossero un notevole successo anche negli Stati Uniti; la Fiat Dino Coupé (1966/1972), la Ritmo Cabriolet, Opel Kadett e Astra Cabrio. oltre alle spettacolari Lamborghini Miura, Countach, Espada, Islero, Urraco e la Ferrari Dino GT4, disegnando per Citroën la XM BX, ZX. Nuccio Bertone si è spento il 26 febbraio 1997.

Le automobili in mostra “Nuvolari, Varzi, Campari e gli altri “temerari delle strade bianche”a Cuneo

Foto Mailander

CUNEO, 25 giugno – Bozzetti di Alessandro Zillio e Giosuè Boetto Cohen per i fondali delle vetture Alfa 1500 MM e Bugatti 35 B. Per la vettura di Emilio Gola si è pensato ad una ricostruzione al vero del pubblico, da uno scatto di Scoffone. Per la Bugatti è stato realizzato invece un fondale a doppio scorrimento (colline e montagne), ispirato alla tela futurista “Forze ascensionali” di Gerardo Dottori.

Alfa Romeo P2. È la versione modificata della “P2” da corsa progettata da Vittorio Jano, che al suo esordio nel 1924, pilotata da Antonio Ascari, vinse la 200 Miglia del II Circuito di Cremona, prima di una lunga serie di vittorie tra cui il G. P. d’Italia con Ascari, due G. P. d’Europa con Giuseppe Campari e Ascari, il primo Campionato del Mondo con Gastone Brilli Peri, il G. P. di Monza e la settima edizione del Circuito d’Alessandria (denominato Circuito Pietro Bordino) con Achille Varzi. Il tipo modificato nel 1930 si affermò, fra l’altro, al Circuito di Alessandria e alla Targa Florio di quell’anno, ancora con Achille Varzi. Il modello “P2” è considerato il capostipite di tutte le celebri Alfa Romeo da corsa.

  • Motore: 8 cilindri sovralimentato
  • Cilindrata: 1987 cc
  • Potenza: 175 CV a 5500 giri/min.
  • Velocità: 225 km/h
  • Peso: 780 kg
  • Dono di Alfa Romeo spa, Milano

ALFA ROMEO 6C 1500 Mille Miglia Speciale. Il primo modello della Serie 6C fu la 1500 Normale, con un motore sei cilindri a un solo albero a camme in testa, seguita dalla 6C 1500 Sport munita di testa a due alberi a camme, smontabile.

Nel 1928 la 1500 Normale e la 1500 Sport vennero affiancate da una piccola serie di 1500 MMS (Mille Miglia Speciale). Era un esperimento interessante: il motore, spostato indietro di 200mm, faceva posto a un compressore tipo Roots davanti al propulsore. Il serbatoio del carburante, maggiorato a 95 litri, venne posizionato dietro i sedili invece che sulla parte posteriore del telaio. Questo nuovo modello, riservato alle competizioni, debuttò alla Mille Miglia del 1928 condotta da Campari e Ramponi, che vinsero alla guida di una versione con compressore.

La vettura esposta, una di tre esemplari rimasti, partecipò alla Cuneo – Colle della Maddalena del 1930 nelle abili mani di Emilio Gola, oltre che a numerose corse in salita.

  • Italia 1928
  • Motore: 6 cilindri sovralimentato con compressore tipo “Roots”
  • Cilindrata: 1487cc
  • Potenza: 78cv a 4800 giri/min
  • Velocità: 140 km/h
  • Peso: 845 kg
  • Collezione del MAUTO- Museo nazionale dell’Automobile, Torino

BUGATTI 35 B. Ettore Bugatti, geniale tecnico e poi anche costruttore di automobili, milanese di nascita trasferitosi in Francia, a Molsheim (Alsazia), dove apriva una fabbrica presto diventata famosa nel mondo, deve parte della sua celebrità alle macchine da corsa costruite nel primo dopoguerra. Probabilmente la più classica di queste vetture è il modello “35 B” a 8 cilindri, con una meccanica ammirevole per disegno ed esecuzione, e grande protagonista sui circuiti negli anni dal 1925 al 1930, con innumerevoli vittorie, tra cui ben cinque Targhe Florio consecutive ed i Gran Premi di Roma, d’Italia, di Spagna, di Monaco e di Germania.

Collezione del MAUTO- Museo nazionale dell’Automobile, Torino

Francia 1929

Motore: 8 cilindri

Cilindrata: 2292 cc

Potenza: 135 CV a 5300 giri/min.

Velocità: 160 km/h